Responsabilità

La condanna di ENI da parte dell'Antitrust per pubblicità ingannevole e il ricatto di FCA per ottenere un prestito garantito dallo Stato sono un’ulteriore conferma della necessità, urgente, che le imprese recuperino una dimensione sociale e collettiva del loro ruolo. ()
Caravaggio   I bari
Di recente hanno fatto notizia da un lato la condanna dell’Antitrust nei confronti di ENI per pubblicità ingannevole (fantastico e di irriverente freschezza il video dei ragazzi di Fridays for Future - Ci avvelENI) e dall’altro la richiesta di FCA di un prestito da 6.3 miliardi garantito dallo Stato (Il ricatto di FCA - Pierluigi Sullo pubblicato da "Volere la luna").

Questi due episodi, pur così distanti, sono accomunati dalla perdita del senso sociale del fare impresa. Quella responsabilità personale e collettiva che è oramai schiacciata su un orizzonte di brevissimo termine volto al mero profitto.

Un orizzonte quindi ben diverso da quello suggerito da un grande imprenditore e intellettuale del passato, Adriano Olivetti, che invece ricordava come “la fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica, giusto?”.

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