ForestaMi: nella Città Metropolitana tre milioni di alberi in più entro il 2030, per una città sempre più verde

L'architetto Stefano Boeri, presidente della Triennale di Milano, è anche responsabile scientifico di "ForestaMi", il grande progetto del Comune di Milano di 'forestazione urbana'. ()
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Le città continuano a crescere e la popolazione che risiede nei centri urbani continua ad aumentare. Per questo motivo, nella progettazione delle città è fondamentale combattere l’inquinamento, ridurre l’impatto ambientale dei centri urbani, causato dell’eccessivo consumo di suolo, e aumentare la disponibilità di spazi verdi per un corretto sviluppo sostenibile.
Purtroppo, ad oggi, c’è un netto squilibrio tra risorse naturali, ambiente e sviluppo urbano, sempre dominante. Ma un approccio urbanistico moderno e equilibrato prende in considerazione il contesto naturale in cui si colloca un centro abitato e valorizza la necessità di aree verdi, trasformandoli in veri e propri polmoni dedicati alla salute dei cittadini e a quella della città.

L'espressione 'forestazione urbana' deriva dall’inglese 'urban forestry' ed è usata per definire una disciplina che si occupa dello studio e dello sviluppo del verde nelle aree urbane. Due parole che richiamano la connotazione naturale del verde urbano e rivendicano la sua presenza in città. In Italia, il Programma quadro per il Settore forestale fa riferimento anche ai boschi urbani e periurbani, con indicazioni in merito alla loro salvaguardia e manutenzione, proprio per l’aiuto che offrono per la mitigazione e il contenimento dell’inquinamento urbano. Chiaramente è importante non solo progettare e sviluppare nuove aree verdi, ma anche rivalorizzare e riappropriarsi di quelle esistenti.

Nelle aree urbane il posizionamento strategico degli alberi può ridurre la temperatura dell’aria da 2 a 8 gradi e gli alberi, opportunamente posizionati intorno agli edifici, possono ridurre del 30% il consumo di aria condizionata e far risparmiare dal 20% al 50% dell’energia necessaria per il riscaldamento.

Un singolo albero può assorbire fino a 150 kg di CO2 all’anno, togliendo carbonio all’atmosfera e contribuendo così a mitigare il cambiamento climatico. Gli alberi urbani di grandi dimensioni filtrano gli inquinanti urbani e il particolato fine. Forniscono habitat, cibo e protezione a piante e animali, arricchendo così la biodiversità urbana.

"ForestaMi" è il progetto del Comune di Milano che ha l’obiettivo ambizioso, entro il 2030, di piantare 3 milioni di alberi, uno per ogni persona che vive nell’area della Città metropolitana.

L’iniziativa, inserita all’interno del piano lanciato lo scorso autunno dal Politecnico di Milano avente come responsabile scientifico l’architetto Stefano Boeri, e annunciata a novembre alla Triennale dal sindaco Giuseppe Sala nel corso del "World Forum on Urban Forests - Milan Calling 2019", si pone l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e degli spazi verdi attraverso un intervento appunto di'forestazione urbana'.

Per Sala “la battaglia per l’ambiente è una battaglia profondamente politica. I giovani di tutto il mondo chiedono alle istituzioni e ai governi di affrontare questo tema con serietà e urgenza. Abbiamo il dovere di dare loro risposte efficaci. Ecologia e sostenibilità continueranno a guidare le nostre scelte – dalla mobilità all’urbanistica – con l’obiettivo di disegnare un progetto sociale più responsabile e consapevole per la Milano del 2030 e oltre”.

“Il progetto prevedeva già nel 2019 di superare per la prima volta i 20 mila alberi piantati in un anno in città. Di qui al 2030 in altrettanti quartieri di Milano nasceranno 20 nuovi parchi, nei casi di Farini e Piazza d’armi grandi quanto Parco Sempione. Vedremo inoltre nascere il Grande parco metropolitano lungo il perimetro della città attraverso la connessione tra il Parco Nord e il Parco Sud. Sono obiettivi di medio termine, che oggi si affiancano a interventi puntuali e diffusi, laddove è possibile de-pavimentando e portando verde in aree asfaltate come piazza Sant’Agostino”, ha dichiarato in proposito Pierfrancesco Maran, assessore comunale a Urbanistica, Verde e Agricoltura.

La fase preliminare all’intervento concreto ha previsto una mappatura dettagliata del territorio, portata avanti nel giro di un anno da un team di ricercatori coordinati dalla professoressa Maria Chiara Pastore, docente del DAStU-Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico. Il team ha mappato tutto il territorio cittadino, che conta oggi quasi mezzo milione di alberi, mentre nei comuni dell’hinterland ne sono stati stimati cinque milioni e mezzo.

Gli alberi saranno posizionati in punti strategici, a scapito delle aree di parcheggio, ma anche negli ex scali ferroviari. La maggior parte verrà piantata fuori dal territorio cittadino: dall’Abbiatense alle stazioni di Albairate e Abbiategrasso, passando per il parco del Grugnotorto e i terreni della Fondazione Ca’ Granda.

Il Comune ha identificato le zone più calde della città, dove ha previsto di aumentare il verde nei cortili delle case popolari di sua proprietà. Inoltre, il finanziamento di uno dei progetti pilota di "ForestaMi" prevede una serie di piantumazioni nei cortili scolastici.

Entro il 2030 si avrà quindi un 50% in più di polmone verde. Sul Geoportale del Verde è già possibile monitorare l’evoluzione del verde in città e consultare la carta d’identità di ogni singolo albero gestito dal Comune. Il primo obiettivo di "ForestaMi" ora è di 100 mila alberi entro marzo.

Su iniziativa di Comune e Città Metropolitana e Regione Lombardia è nato il “Fondo ForestaMi” che si occuperà di raccogliere contributi di aziende e cittadini: tra i privati che hanno deciso di dare sostegno si distinguono la Fondazione Falck, FS Sistemi urbani, oltre ad Axa Italia, Enel e Snam.

La 'forestazione urbana' prenderà forma attraverso diverse soluzioni. Saranno promossi lo sviluppo di orti urbani, la progettazione di parchi e giardini pubblici, la piantumazione nelle aree libere non edificabili e la realizzazione di tetti e facciate verdi. In città ogni spazio può essere trasformato e reso più verde, i viali possono diventare corridoi verdi, linee di congiunzione tra parchi, giardini e boschi, che possono svilupparsi sia all’interno che nell’intorno delle città.

Zone umide, forestazioni di fontanili o compensazioni ambientali, sono alcuni tra gli interventi già realizzati, che attivamente lavorano per migliorare la qualità del paesaggio e la qualità dell’aria in Città Metropolitana.

Un appello per la 'forestazione urbana' arriva dall’architetto Stefano Boeri, appunto responsabile scientifico di "ForestaMi" e ideatore del noto Bosco verticale, un esempio emblematico e riconosciuto in tutto il mondo di come la progettazione architettonica si può fondere con lo sviluppo sostenibile del verde urbano.

Nel mondo vi sono diversi casi indicati dalla FAO come esempi di successo, in cui la 'forestazione urbana' ha reso le città luoghi migliori in cui vivere. A Bangkok negli ultimi 4 anni sono stati realizzati 10 parchi urbani con specie autoctone, così come a Phoenix (in Arizona, Stati Uniti) i problemi dovuti alla veloce ed eccessiva urbanizzazione sono stati combattuti piantando 3 milioni di alberi. A Lima lo studio per il rimboschimento di alcune aree limitrofe alla città è stato fatto per ridurre i rischi di calamità naturali e stabilizzare il terreno.

A Pechino, invece, il “Forest City Program” ha avuto lo scopo di riportare il verde in una città sempre più inospitale e inquinata, piantando 54 milioni di alberi e realizzando 23 aree boschive. Il Dongjiao Forest Park, interno alla città, ha raggiunto oggi dimensioni superiori di dieci volte a quelle di Central Park, mentre nelle aree limitrofe alla città interi villaggi hanno fatto spazio a nuove foreste. In Europa un ottimo esempio è la città di Lubiana interamente gestita in ottica sostenibile e il cui territorio è composto per il 46% da foreste naturali, di cui la maggior parte di proprietà privata.

Un comitato di selezione valuterà i progetti che verranno poi annunciati quest'anno in occasione della Giornata internazionale delle foreste. “Piantare alberi, creare boschi, moltiplicare il numero delle piante lungo le strade, nelle piazze, nei cortili, sui tetti e sulle facciate delle nostre città: è il modo più efficace, economico e coinvolgente per rallentare il riscaldamento globale, ridurre i consumi e pulire dalle polveri sottili l’aria che respiriamo”, ha spiegato Stefano Boeri, “La forestazione urbana è oggi è in cima alle agende delle grandi metropoli del pianeta e Milano si candida a diventare una delle città protagoniste di una campagna per invertire i cambiamenti climatici nel mondo”.

Alla base del tema della foresta urbana e della tutela della biodiversità nelle grandi città ci sono tre aspetti principali: fermare l’espansione della città tramite una cintura verde per reintrodurre biodiversità all’interno delle città; contribuire a mitigare i problemi climatici e d’inquinamento; e, infine, promuovere un’architettura che fin dall’inizio consideri la natura come sua parte essenziale.

3 milioni di nuovi alberi significano 5 milioni di tonnellate di CO2 e migliaia di tonnellate di polveri sottili in meno” ha sottolineato Boeri, “A chi mi chiede se non sia una follia rispondo che, se nei prossimi dieci anni ogni abitante dell’area metropolitana piantasse un albero, avremmo raggiunto il risultato. La 'forestazione urbana' è oggi in cima alle agende delle grandi metropoli del Pianeta: lanciamo un nuovo concetto di città, in cui la presenza delle foreste, sia urbane sia periurbane, è fondamentale per garantire un futuro sostenibile. Le foreste non sono il passato o l’altro della città ma il loro futuro”.


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