Mimmo Lucano, un resistente!

L’incontro di sabato 19 scorso a Palazzo Reale, organizzato dal Gruppo consiliare Milano in Comune, per parlare del libro “Riace, Musica per l’Umanità”. Un lungo abbraccio con Mimmo Lucano da parte di una sala strapiena di esseri umani sempre più bisognosi di esempi edificanti ()
Copertina libro
Se mai si fosse temuto che, dopo lo squallido, becero e crudele accanimento contro di lui e la sua rivoluzionaria esperienza, Mimmo Lucano avrebbe potuto arrendersi, per fortuna ci si sarebbe sbagliati. Lo si era visto provato, ma chi non lo sarebbe stato dopo aver subito disprezzo e cattiveria, dopo aver ricevuto accuse spropositate rispetto ad infrazioni minime, a fronte di un’esperienza portata avanti per anni con abnegazione, generosità, altruismo.
Mimmo non è più provato, è più convinto di prima, più sicuro di sé e con lo stesso coraggio, con la stessa coerenza politica. Era stato spinto da più parti a presentarsi alle elezioni europee, non lo ha fatto, non solo perché vuole provare a portare avanti il suo generoso progetto, ma anche per rispettare, dice, i valori di coerenza della sinistra e non essere accusato di cercare scappatoie o poltrone.

E’ commosso quando ricorda l’arrivo dei profughi curdi nel ’98 a cui furono date le case abbandonate dagli emigranti e racconta di quando l’allora ministro dell’Interno lo accusò di voler fare una sostituzione etnica, emigranti italiani con immigrati ‘neri’….. e lui gli rispose “non sono stato io, è stato il vento” (*) a fargli toccare terra a Riace , racconta della loro evoluzione democratica ispirata da quella messa in atto da Ocalan, che per loro in quel momento, dice Mimmo, era quasi un santo; e poi il partire dell’esperienza , la vita che ritorna nelle strade di un paese quasi disabitato, l’asilo, i saperi-mestieri recuperati, la condivisione, lo stupore e l’orgoglio dei nuovi abitanti, la consapevolezza di stare creando qualcosa di bello, di nuovo, di stimolante, non certo il paradiso terrestre, perché difficoltà ne hanno avute, ma rispetto ad altre situazioni del pianeta, ci sono andati molto vicino. E’ bello pensare che quel gruppo di curdi, che l’anno dopo essere arrivati ha partecipato alla campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale, ha forse vissuto a Riace un piccolo embrione del futuro percorso verso il ‘confederalismo democratico’ nel Rojava, società multietnica, multi religiosa, con il più alto livello di partecipazione dal basso, sia maschile che femminile, in tutti i ruoli, a qualsiasi livello.

Proprio ieri ho sentito qualcuno paragonare l’esperienza dei curdi del Rojava , per democrazia e partecipazione , a quella della Comune di Parigi del 1871. Ecco, quella di Riace forse è stata pure meglio. Meglio perché non realizzata in un contesto di guerra e violenza , fra macerie e città da ricostruire, ma in un soleggiato paese del Mezzogiorno d’Italia reso abitabile da alcune ristrutturazioni, ma soprattutto reso solare, vivo, produttivo dalla felicità di chi è scampato alla morte e ha ritrovato una speranza di vita. Anche se lui sostiene che l’emigrazione equivale ad una guerra, almeno per i paesi, quindi a maggior ragione bisogna rendergli atto di aver riempito con nuova vita il vuoto da questa lasciato. Perché Mimmo Lucano, da amministratore – per quanto attento e rispettoso – è diventato anche un ‘politico’ nel senso più alto della parola, cioè chi non si occupa solo di far funzionare le cose, ma cerca la felicità e la crescita dei suoi concittadini, cerca di dare valore alla parola comunità.
E ha parlato anche di “estetica” Lucano, di messaggio estetico, cioè di bellezza - che non si vive di solo pane, la bellezza è indispensabile - quella dei diversi colori della pelle, dei costumi tradizionali di mille colori, degli oggetti, degli strumenti musicali, dei disegni dei bambini ed è riuscito a rapirci suscitando una suggestiva, potente immagine di due donne che si incrociano lungo un vicolo, stagliate sulle pietre chiare con le loro lunghe vesti nere, una vecchissima signora calabrese e una giovane musulmana avvolta nel suo burka.
Immagine di un’umanità diversa, di una possibile diversa convivenza, Riace è stata ‘musica per l’umanità’ , ma quando un messaggio della sinistra è autentico, ha detto Mimmo, fa paura. Fa paura, io credo , perché c’è chi preferisce governare con la paura, gli torna più facile e forse anche più gratificante che doversi rapportare con una società aperta, varia, articolata, in movimento, più complicata da gestire probabilmente, ma infinitamente più bella e stimolante, soprattutto più giusta.

(*) E’ stata creata la Fondazione Riace “E’ stato il vento” per sostenere la ripresa dei progetti a Riace .

“Riace, musica per l’ Umanità” è un libro collettivo, scritto a più mani da intellettuali e artisti che, partendo dal caso specifico – il libro contiene anche una lunga intervista a Lucano - parla del bisogno che tutti abbiamo di umanità, solidarietà, convivenza pacifica e di come ciò possa essere aiutato dall’arte o dalla musica.

Parte del ricavato della sua vendita (ottimo regalo di Natale!) , sia per quanto riguarda gli autori che la casa editrice MIMESIS, andrà alla suddetta Fondazione.


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