Quale Europa ci attendiamo?

Elezioni europee, un voto per l’Europa o contro l’Europa, sullo sfondo delle contrapposizioni politiche nazionali. ()
europa bandiere
Nella campagna elettorale ormai giunta alla sua conclusione raramente si è assistito a così pochi dibattiti sull’Europa, sul programma e le prospettive che ogni partito propone al vaglio degli elettori. Sono mancati i temi che oggi non possiamo evitare di affrontare e prendere in considerazione se ci preoccupa il futuro prossimo dell’Unione Europea, il tema del cibo, delle fonti energetiche, del clima, del lavoro.

Tutte le forze politiche in campo riconoscono che l’Europa è in crisi, tralasciando di ricordare le ragioni da cui questa crisi origina. Cosa spinse i padri fondatori dell’unione europea a battersi per dare vita ad una realtà che superasse i nazionalismi da cui erano originate due guerre mondiali in nemmeno mezzo secolo? L’immane tragedia vissuta nell’arco di due generazioni fu causata dell’antagonismo degli stati nazione e dalla volontà di predominio degli stati totalitari, e produsse un’ecatombe con un numero di morti superiore a tutti quelli delle guerre succedutesi sino allora nella storia umana. Bisognava evitare che in futuro ciò si potesse ripetere
Il manifesto di Ventotene, da cui è nata l’Europa, parte da questo assunto e proclama un’Unione dei diritti e del lavoro, basata sulla democrazia dei popoli e il superamento degli stati nazione, isolati e rinchiusi entro confini non solo territoriali, ma anche mentali e culturali.

Rileggendo il manifesto di Ventotene ritroviamo ben presenti tutti i temi oggi di grande attualità, le libertà democratiche, le disuguaglianze economiche, le libertà di espressione e di informazione, la volontà di sopraffazione del capitalismo rapace espresso dalle classi dominanti.

Con l'eccezione degli interventi e delle posizioni di alcune élite intellettuali (ad esempio Il Manifesto di Piketty, Il New Green Deal del gruppo DiEM 25) nessuna agenda politica si è particolarmente preoccupata di spiegare ai cittadini quali programmi intende attuare relativamente alle questioni che la situazione di oggi impone all’ordine del giorno.
Il dibattito politico ha affrontato questi temi solo dietro il paravento degli scontri via twitter o Facebook, dietro talk-show con slogan urlati relativi ai migranti, alla difesa individuale dai ladri, ai balconi, ecc.

La crisi dell’Europa deriva dalla rinuncia ai valori che ne hanno visto la nascita, dalla rinuncia delle forze politiche inviate a Bruxelles a svolgere coscienziosamente il mandato conferito dai cittadini, in parole povere al deficit di democrazia nella costruzione dell'Europa e al mancato processo di integrazione, mai perfezionato, come dimostra il consenso oggi riscosso delle posizioni nazionaliste e sovraniste, che propongono rimedi peggiori del male.

I problemi che la politica europea dovrà affrontare come la libertà di informazione, la libertà di espressione e di partecipazione, il clima, l’energia (quale energia, quella che estraiamo dalla terra o quella che arriva dal sole), il cibo (quale cibo, quello che ci somministra il sistema agro-alimentare in vigore o quello della terra madre), il lavoro (quale lavoro, quello precario, sottopagato, senza protezione sociale o quello che dà dignità alle persone), la solidarietà sociale, che resta una condizione necessaria in una società democratica, sono tutti problemi assolutamente urgenti e non potranno avere soluzioni nazionali, per forza parziali e inadeguate, fonti di squilibri e disuguaglianze.

L’Europa è da mettere da parte, strumento inadeguato e superato ala luce dei fatti, o è da riproporre con un programma politico, democraticamente condiviso, che le attuali generazioni non hanno saputo portare avanti, perdendo di vista gli obiettivi che il futuro, alla luce dei fatti e non degli slogan, impone di raggiungere per assicurare un futuro alle generazioni che verranno?

Al di là di ogni perplessità, dubbio o dell'impossibilità/incapacità di identificarsi in fondo con le posizioni di questo o quel partito, questo o quel candidato, queste elezioni europee sono ovviamente importanti. Non si tratta di votare col "naso turato", ma di non sottrarsi alla partecipazione, di far sentire la propria voce di cittadini che chiedono a gran voce un'Europa migliore, libera, unita.
Le preferenze contano in queste elezioni e forse all’interno delle liste dei candidati potremmo scovare qualcuno in grado di farci considerare questo voto un voto non sprecato.

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