Intervista all'Associazione Ghilardotti

Sempre più spesso siamo a contatto con persone che provengono da Paesi stranieri, da culture lontane, persone che di primo acchito possiamo percepire come “diverse”. Ma conoscendole nel loro quotidiano, ci accorgiamo che la realtà è un'altra. Prosegue la serie di interviste sulle esperienze di integrazione in zona . ()
mappamondo

I punti presenti nella mappa indicano gran parte del mondo. Sono più di cinquanta le ragazze provenienti dai diversi continenti che l'Associazione Ghilardotti ha accompagnato, “con mano leggera”, oltre il muro dell'esclusione, nel percorso dall'adolescenza alla maturità, tra emozioni e ragione.

Intervisto Carla Vigolini una delle fondatrici dell'Associazione

Quando è nata questa Associazione e perché?

E' nata nel 2006, a un anno dalla morte di Fiorella Ghilardotti, sindacalista, l'unica Presidente donna della Regione Lombardia che ha guidato come esponente Ds con una giunta di minoranza negli anni di tangentopoli e in seguito Parlamentare europea.

Eravamo un grande gruppo di persone legate a lei dalle tre realtà della sua vita: amiche, sindacato e politica . Abbiamo pensato a un progetto che potesse ricordare Fiorella in riferimento al suo impegno in Parlamento europeo come capo delle donne socialiste, commissaria per le pari opportunità, per le politiche femminili, la cittadinanza, da sempre attenta al mondo femminile, affinché le donne acquisissero consapevolezza di se' e dei propri diritti.

La nostra realtà di insegnanti – tali erano molte di noi - ci aveva rese attente alle difficoltà che incontrano le ragazze e i ragazzi; il punto critico era il passaggio dalle medie alle superiori, soprattutto per le ragazze straniere con situazioni economiche e familiari problematiche. Lo scopo individuato per realizzare il progetto è stato quindi aiutare le ragazze nel momento in cui erano più fragili, anche perché allora le scuole superiori, al contrario della scuola dell'obbligo, non erano ancora preparate a tenere in considerazione i problemi degli studenti stranieri.

Come si è sviluppato il vostro progetto?

L'Asssociazione non ha scopo di lucro, solo finalità di solidarietà sociale; i soci sostengono economicamente le iniziative messe in atto che sono: tutoraggio, mediazione tra scuola e genitori, aiuto allo studio, valorizzazione delle identità plurali, incontri culturali.

Bisognava definire l'ambito del nostro impegno, in relazione anche alle nostre forze. Così si è orientato il discorso su ragazze che, in presenza di difficoltà economiche, meritassero di essere aiutate a proseguire gli studi dopo la scuola media inferiore, in riferimento all'art. 34 della Costituzione sul diritto ad accedere ai gradi più alti di studio da parte di studenti “capaci e meritevoli” . All'inizio si pensava a un aiuto di 2 anni, ma ci siamo rese conto che il terzo anno era il più difficile, per il subentro di cambiamenti determinati dalla crescita e da nuove materie di studio.

Si è modificato rispetto all'inizio?

All'inizio erano ragazze nate qui, o arrivate qui da piccole con la famiglia e avevano frequentato le scuole italiane. Più tardi sono arrivate le Nai - nuovi arrivi dovuti a ricongiungimenti con i genitori - già scolarizzate, che venivano catapultate in una classe senza che sapessero l'italiano e che quindi dovevano essere aiutate anche nello studio della lingua e seguite, almeno i primi anni, per essere in grado di studiare su testi in lingua italiana.

E' stato necessario cercare chi potesse aiutarle nelle studio e nell'insegnamento dell'italiano. La nostra offerta si è estesa anche al recupero nelle diverse materie.

Quale scopo vi siete prefisse di conseguire?

La nostra intenzione e il nostro impegno è quello di favorire la convivenza nelle differenze di genere, di cultura, di lingua, educare alla cittadinanza con iniziative culturali, di coesione e inclusione.

Per questo organizziamo incontri con esperti delle problematiche che riguardano gli adolescenti, eventi di approfondimento, sollecitazioni e riflessioni. Insistiamo sull'importanza dello ius culturae per capire e sfruttare le potenzialità che ci sono qui e ora, intorno a noi. Vogliamo fare loro aprire gli occhi sul luogo in cui si trovano e vivono, sulle bellezze della città, sulle offerte e le opportuità presenti a Milano, per una riflessione non scontata. Per questo offriamo, limitatamente alle nostre risorse, pomeriggi nei musei, teatri, cinema, tour cittadini per far conoscere il territorio.

L'Associazione inoltre ha partecipato alle iniziative del Comune di Milano “Insieme senza muri” e a manifestazioni analoghe . Ultimanente al Municipio 3 abbiamo organizzato una serata in cui è stato proiettato un docufilm “Semi di cittadinanza”, girato su un lavoro di riflessione delle nostre ragazze sulla cittadinza, davvero bello.

Tutto questo è possibile vederlo nel nostro sito su facebook: associazionefiorellaghialardotti

In che modo vi organizzate?

Abbiamo una rete di scuole con cui abbiamo un rapporto di fiducia , a marzo mandiamo la comunicazione, domandiamo una valutazione del consiglio di classe che decide se e quali ragazze presentare in base alle capacità e alle condizione economiche. Inizialmente la scelta era aperta genericamente a chi avesse capacità e bisogno, ma poi si è privilegiato il discorso delle ragazze straniere che presentano queste caratteristiche.

Quali opportunità vengono offerte a chi seguite?

Siamo adulti di riferimento per mediare tra la famiglia e la scuola, siamo tutor per le ragazze, le aiutiamo nelle formalità scolastiche amministrative . Essere ascoltate da un adulto rassicura le ragazze che si sentono più considerate, oltre e non solo dalla famiglia. Offriamo aiuto allo studio e un aiuto per le spese scolastiche per tre anni e questo da' un senso e un riconoscimento alla loro fatica. Nel caso in cui le proposte di aiuto siano superiori alle nostre risorse economiche, diamo un aiuto allo studio anche temporaneo.

Come vengono intrattenuti i rapporti con i genitori?

All'inizio del percorso spieghiamo e presentiamo le nostre condizioni, che i genitori sottoscrivono e in taluni casi abbiamo avuto bisogno di un facilitatore culturale per poter comunicare. Ci sono genitori che ci sopportano, pensano forse che siamo invadenti, ma poi vedono i vantaggi che portiamo. Le mamme, che sono qui sole con le figlie, sono più consapevoli, sanno che possono contare su un aiuto da parte nostra. Quando una tutor veniva a conoscere situazioni di grande difficoltà, abbiamo cercato di provvedere con un aiuto personale. Abbiamo avuto riscontri da mamme che sono state aiutate nel momento del bisogno, grate e rassicurate dalla nostra presenza.

Quali sono i paesi di provenienza di queste ragazze e quante persone avete seguito in questi anni?

Ormai possiamo indicare ogni continente, escluso, per ora, l'Africa profonda e l'Australia. Succede che ci siano ondate di arrivi: prima cinesi, poi filippine, centro e sud America, dal Bangla Desh, dal nord Africa, dai paesi dell'est. Ormai sono più di 50 ragazze in 12 anni.

Avete dovuto affrontare situazioni particolarmente problematiche in questi anni? Come si sono risolte?

Alcune situazioni economiche erano davvero drammatiche; alcuni casi sono stati risolti, come ho detto, con il nostro aiuto individuale, perchè non avevamo altro supporto che le nostre forze; siamo venute a contatto diretto con situazioni di difficoltà tali, che non si potevano ignorare, ci mettevano in discussione, obbligandoci a fare tutto quello che potevamo.

Quali risultati raggiunti positivi o non, rispetto all'inserimento e alle storie individuali?

Ognuna ha preso la propria strada, pochissime si sono fermate senza concludere la scuola o hanno interrotto la permanenza qui in Italia.

Abbiamo già ragazze che lavorano e sono soddisfatte del lavoro che fanno, alcune frequentano l'università, qualcuna è già laureata. Nessuna è stata abbandonata, abbiamo sempre aiutato e tenuto i contatti con loro. I risultati ci sono e siamo soddisfatte.

Tenere i rapporti con questo mondo multietnico di bisogni e difficoltà aiuta a tenere aperta la mente.



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