Un incubatore "antidepressione" in Zona tre?

La profonda crisi economica, singola e collettiva, la si combatte prevenendola. Il CdZ ha avviato un tavolo aperto per studiare le possibilità di creare un "incubatore di impresa" probabilmente nell'area Ex-Innse. Un progetto aperto a nuove aziende create da giovani, ma anche da over 40 espulsi dal mercato del lavoro, ma portatori di notevoli professionalità. Il tavolo, a cui partecipano numerosi soggetti (Comune, Politecnico, Cna, Unione Artigiani, Camera del Lavoro...) continuerà i suoi lavori.
()
piantina cresce
Un incubatore per nuove imprese in Zona tre, forse nelle aree dismesse della ex-Innse? Questo il progetto che ha a cuore Renato Sacristani, presidente del Consiglio di Zona tre. Anche per una sua specifica competenza. <Mi occupo da anni di questi temi. Come il distretto High-tech della Brianza, che abbiamo messo in piedi quando lavoravo in Provincia – ricorda – e poi, ora, il distretto energia del Nord Milano, che accomuna i Comuni dell’area con un nutrito gruppo di grandi aziende (da Ansaldo Energia, a Enipower…) e la partecipazione di Assolombarda>. Che prevede anche un concorso per idee innovative d’impresa nell’energia e relativa incubazione.

Per Sacristani è possibile ripetere l’esperimento anche in Zona 3. <Abbiamo già un accordo di massima, per un'iniziativa di questo tipo, sull'area ex-Innse>. Ovviamente su scala più piccola rispetto ai distretti citati: l’obbiettivo è creare “pillole di politiche industriali”, quale un incubatore e un sistema di cruciali iniziative connesse (bandi, dotazione di capitali di rischio nella forma di social equity). E poi proprio <a poche centinaia di metri dalla maggiore concentrazione educativa e scientifica (Città Studi) della metropoli>.

Il progetto ha mosso l’interesse di molti. Per questo la prima seduta di questo neonato tavolo di lavoro sulla creazione di impresa (promosso dalla commissione lavoro e attività produttive della Zona Tre) ha visto la partecipazione, oltre che del suo coordinatore Michele Sacerdoti, anche di rappresentanti del Comune (assessorato Lavoro e Sviluppo), del Politecnico di Milano, Camera del Lavoro, Confartigianato, Unione Artigiani, Cna, Atdal Over 40 (un’associazione che tutela i diritti dei lavoratori anziani) e del comitato di zona tre per Milano.

Ed è proprio su quest’ultimo fronte, oggi alla ribalta per la difficile vicenda degli “esodati”, che Alfredo Ferappi, portavoce del tavolo lavoro del comitato per Milano, ha lanciato la sua proposta. <Un incubatore capace di mettere di nuovo a valore l’enorme patrimonio di competenze esistente qui in zona (e a Milano) da parte di lavoratori e professionisti e artigiani oltre i 40, espulsi dalle aziende e  sovente in quella “terra di nessuno” senza diritti e garanzie. Un sistema intanto per fare rete, conoscersi e poi sviluppare assieme autentici business plan, per nuove iniziative che verranno aiutate dall’incubatore e dal sistema di servizi a contorno>.

Un problema non piccolo, su scala cittadina, secondo Armando Rinaldi dell’Atdal over 40: <A Milano i lavoratori oltre i 50 anni occupati sono solo il 28%, due punti sotto la media nazionale, e dieci sotto l’obbiettivo di occupazione del trattato europeo di Lisbona. E a livello nazionale i disoccupati più che quarantenni sono circa 1,5 milioni, 200mila dei quali (stima al 2008) non ricollocabili e senza redditi>.

Per una zona, qual è la 3 caratterizzata da un 30% di popolazione anziana, una politica del lavoro per gli over 40 sarebbe perciò non solo necessaria, ma forse di guida a (necessari) progetti di auto-occupazione a livello nazionale.

Tanto più per la contemporanea presenza di una vasta popolazione giovanile qualificata (studenti e ricercatori) che potrebbero giovarsi dell’incubatore per nuove startup. E qui l’elenco di esperienze e di iniziative portate dai partecipanti al tavolo si è fatto nutrito. Dall’iniziativa PerMilano promossa dal Politecnico, illustrata dal suo prorettore Alessandro Balducci, che ha avviato progetti di rilievo sociale come il risanamento del Seveso o lo sviluppo di forme di design per ambienti curativi.

Mentre Ivana Brunato, segretaria della Camera del Lavoro di Milano, ha raccontato l’esperienza del Tavolo permanente di coordinamento sullo sviluppo delle politiche attive del lavoro dei Comuni dell’est Milano tra cui Cernusco sul Naviglio con Cgil, Cisl; Afol est Milano, Assolombarda, Coldiretti, Confcommercio, Confederazione Italiana Agricoltori, CNA, Confesercenti, Caritas, Acli , Terzo settore che ricolloca disoccupati di lungo periodo senza integrazione del reddito. La sua proposta è quella  di costituire un tavolo analogo a Milano o in zona 3.

E poi OccupaMi, il bando (Comune-Camera di Commercio) per il sostegno all’occupazione giovanile nelle piccole imprese – ha spiegato Renato Galliani, direttore del settore sviluppo economico del Comune di Milano - letteralmente andato a ruba in pochi minuti alcune settimane fa. Con 250 domande finanziate ma su 950 che hanno cercato di accedere al finanziamento.  Pochi fondi, in realtà, e autentica “fame” di occupazione. E poi la nascente rete di siti di co-working, promossa dall’assessorato guidato da Cristina Tajani, che vedrà spazi di lavoro professionali ristrutturati con agevolazioni sulla legge Bersani.

Ci si avvicina, come si vede, al modello di incubazione (niente piccoli contributi a pioggia ma selezione rigorosa su business plan, ma poi per chi vince servizi e fondi). E così in Zona 3, dove i lavori del tavolo “incubatore” nel consiglio di zona continueranno.
 



Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha