Di che colore sarà il futuro di viale Argonne?

Il giorno 29 gennaio si è tenuto, alla Cooperativa la Liberazione, un incontro, organizzato dai giovani PD di zona 2, 3 e 4, tra comitati e l'Assessore Granelli sul futuro di viale Argonne. ()
aree verdi in viale argonne
Parlare del futuro di viale Argonne non può prescindere dalla storia di questi 3 anni a partire dalla cantierizzazione del viale.
Direi che il rapporto tra cittadinanza ed amministrazione non sia stato per nulla proficuo. Le ragioni non sono state tanto nella mancanza di disponibilità all'ascolto, quanto nell'effettivo riscontro delle soluzioni proposte per ovviare a problemi.
Così, dopo 3 lunghi anni, solo adesso hanno riaperto la ciclabile lungo l'asse fino a piazzale Susa e a giorni riaprirà lo spazio bocce. Eppure i Comitati hanno lavorato sin dai primi mesi di cantierizzazione affinché l'Amministrazione applicasse le compensazioni promesse.
Perché questa difficoltà dell'Amministrazione di mettere in pratica le proposte? Io, nel mio intervento, ho cercato di dare una risposta. Penso infatti che un'Amministrazione non sia in grado di vestire più cappelli così come imposto dal meccanismo di Project Financing con cui si realizza l'opera di M4. Il fatto che l'Amministrazione sia da una parte socia al 60% nella società che riceve l'incarico di realizzare l'opera, socia unica nella società che gestirà l'opera (ATM), committente dell'opera e debba rispondere ai cittadini per la delega ricevuta dal voto, confonde a tal punto i ruoli che perda forza contrattuale nei confronti delle imprese. Non è infatti comprensibile, ne tantomeno plausibile, ad esempio, che una città che pubblica un PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) in cui si proietta verso uno sviluppo della mobilità dolce e poi non sia in grado di far valere la propria visione politica verso un'impresa che chiude una ciclabile per piazzare un bagno chimico, adducendo che per ragioni di sicurezza fosse l'unico posto dove installarlo in un'area enorme che prende viale Argonne da piazzale Susa a largo Fusina.
Adesso si gioca la partita più importante e cioè la contrattazione con le imprese sulla restituzione del viale, perché lo stato di avanzamento dei lavori in viale Argonne potrebbe permetterne la restituzione entro la fine dell'anno, salvo poi , essendoci ancora gli scavi in corso ed i lavori in galleria, la necessità di permettere all'impresa di poter accedere alle gallerie e quindi la restituzione non potrà che essere parziale anche se comunque consistente. E' su questo punto che l'Amministrazione si giocherà definitivamente la credibilità.
Ma torniamo alla serata, organizzata per cercare di riaprire un dialogo, mai di fatto chiuso.
Assente Maran, il solo Granelli, eroicamente visto anche lo stato febbricitante, si è trovato a rispondere alle molte critiche e richieste avanzate dai Comitati.
Prima di iniziare ha voluto però dare due importanti notizie in anteprima.
La prima è che da qualche giorno il Politecnico ha ricevuto l'incarico dal Comune affinché analizzi le problematiche e criticità di tutta la tratta M4, studiando i progetti di definitivo e che presenti un lavoro preparatorio ad un momento in cui sarà convocata la cittadinanza per un lavoro partecipato di studio del progetto di restituzione dell'intera tratta M4 . Così è stato presentato l'incarico da parte dell'Assessore Granelli, da indiscrezioni interne al Politecnico però si tratterebbe di altro e cioè di identificazione delle criticità nella realizzazione dell'idea di un'asse verde lungo la tratta M4. Da questo progetto sarebbe esclusa proprio viale Argonne.
La seconda notizia è che sembra che siano stati allocati i fondi per la realizzazione di due passerelle sul fiume Lambro, una, quella richiesta da tempo dall'Associazione Grande Parco Forlanini, è quella che unirebbe le due parti del parco Forlanini e l'altra all'altezza di cascina Monluè.
A seguire c'è stata la presentazione di un interessante lavoro svolto da due laureati in Architettura proprio su viale Argonne in cui si offre un sistema a moduli o tasselli per relizzare una trasformazione del viale.
Il Comitato Argonne Susa ha insistito affinché questa nuova fase di studio sul futuro di viale Argonne riceva indicazioni precise ed abbia una regia vera da parte dell'Amministrazione perché la precedente esperienza dei workshop è stata senz'altro fallimentare.
Aggiungo quanto detto nel mio intervento e cioè che vedo il futuro di viale Argonne veramente nero in quanto i lavori, così come realizzati, lasciano poco spazio allo sviluppo di progetti. Innanzitutto il primo problema è dato dal numero impressionante di interferenze (scale, bocche di areazione, etc.) ed il secondo dalla profondità della terra che non arriverebbe neanche ai due metri del progetto presentato al CIPE e, quindi, non permettendo la piantumazione di alberi di medio fusto.


Da quest'immagine si possono notare innanzitutto le varie interferenze che insistono sull'area ed, in secondo luogo, sullo sfondo, l'altezza attuale dal bordo che non è neanche di un metro così come lo strato di terra che è stato steso sulla soletta.
Per capirci, questo è il disegno di definitivo presentato al CIPE in cui si ipotizzava una visione prospettica a cannocchiale del viale a cominciare dal filare esterno e poi a degradare verso i filari interni.

Quell'alberatura, stante la profondità della terra inferiore ai 2 metri, sarà difficile da realizzare, per cui il progetto da studiare, si volesse fare di viale Argonne un'area veramente verde, sarà particolarmente complicato.
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