Avendo da tempo seguito gli incontri, le assemblee pubbliche, le audizioni in Comune e in Municipio 3, le tante iniziative dei cittadini che hanno avuto per oggetto la vicenda del trasferimento delle facoltà scientifiche della Statale all'area ex-Expo non posso che trovarmi d'accordo con la lettera che un cittadino ha inviato alla giornalista firmataria delll'articolo uscito oggi, 17 gennaio 2018, sul Corriere con il titolo "Statale a Expo. Un privato per trovare i finanziamenti".
Qui di seguito riportiamo il testo integralmente.
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Gentile Simona Ravizza,
ho letto gli aggiornamenti odierni sulla vicenda Città Studi.
Vorrei solo evidenziare un punto, che non mi pare corretto nell'articolo. Lei scrive: "da mesi una fronda interna di docenti e studenti vuole boicottare il trasloco".
Non sono fra gli attivisti ma mi ritengo parte di quella fronda e non sono né docente, né studente: sono un semplice residente di Città studi. Punto. E sono francamente arrabbiato e preoccupato per come questa vicenda viene gestita anche a livello informativo dai media. Con silenzio e disinformazione sulle ragioni per cui molti cittadini esprimono critiche.
A novembre, è stata organizzata una manifestazione pubblica con un migliaio di persone, conclusasi con un'assemblea presso la sede del Municipio 3, ma abbiamo dovuto leggere di trecento persone in strada...
Liquidare la questione come se fosse una bega interna o il frutto della sindrome di NIMBY (qualche autorevole politico milanese ha anche dichiarato che "i residenti di Città studi che si oppongono al trasferimento lo fanno per paura di perdere i loro affitti in nero") rivela non solo una scarsa sensibilità e conoscenza, ma in qualche caso forse anche una vera e propria malafede. Inaccettabile.
Contattate il Comitato "Salviamo Città studi": non è una banda di facinorosi. Ci sono ragioni valide e argomenti ragionevoli che vengono sostenuti, ci sono domande che ancora attendono risposte.Se l'informazione svolgesse bene e fino in fondo il proprio ruolo, ne guadagnerebbe la libertà di tutti. E penso che vivremmo tutti meglio.
Saluti cordiali e buon lavoro.
Eugenio Galli (da Milano - Città Studi)
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Non vogliamo entrare nel merito delle affermazioni contenute nell'articolo, ma basta intanto notare come il solo fatto che i vertici della Statale perdano il sonno, a detta dell'articolista, non avendo ancora trovato come finanziare il trasferimento la dice lunga sul grado di approssimazione con cui il progetto viene portato avanti nella più sconsolante assenza di pianificazione e programmazione che un intervento di questa portata avrebbe invece richiesto.
Sarebbe anche il caso di rimarcare come una corretta informazione ai lettori dovrebbe, almeno in parte, dar conto delle ragioni e delle motivazioni pro o contro il trasferimento espresse dalle parti in causa, lavoratori, studenti, docenti, cittadini. Altrimenti rischia di diventare solo un megafono per la voce del padrone (di turno).
NB: la foto rappresenta i cittadini in marcia alla fiaccolata in piazza Piola.
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