Non una di meno
Si avvicinano due giornate importanti per la difesa dei diritti delle donne: il 28 e il 30 settembre. In occasione della giornata internazionale per l'aborto libero, sicuro e garantito (28 settembre), l'associazione Non Una di Meno organizza una manifestazione cittadina che oltre alla difesa della Legge 194 si propone di denunciare la strumentalizzazione mediatica delle violenze sessuali.
Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, riproponendo e amplificando questo secondo tema ha indetto inoltre un'autonoma manifestazione per il 30 settembre.
Ancora e soprattutto oggi, difendere la 194 è una priorità. L'alto tasso di obiezione di coscienza fra i ginecologi (70% circa) sta infatti mettendo a rischio un diritto acquisito. Il 40% degli ospedali non ha un servizio per l’interruzione volontaria di gravidanza, mentre il Ministero della salute afferma che “su base regionale e, per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, anche su base sub-regionale, non emergono criticità nei servizi di IVG”, valutando però la presenza dei servizi su base statistica e non su base territoriale (5) (Fonte Ministero salute)
In Italia è solo il 15% la percentuale di utilizzo dell’aborto farmacologico (Ru486) per l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), all’ultimo posto in Europa (Francia 57%, Inghilterra 60%, Finlandia 98%, Svezia 90%, Portogallo 65%) (Fonti: Ministero salute, Associazione Luca Coscioni) e sono sprecati circa 13 miliardi per pratiche sanitarie inappropriate (Fonte Ministero salute), come quella del ricovero ospedaliero di 3 giorni richiesto (Italia unico paese in Europa) per la somministrazione del farmaco abortivo Ru486. In Lombardia non vi è una mappa istituzionale delle sedi che fanno interruzione volontaria della gravidanza, il 35% degli ospedali non le pratica,sono solo 33 le strutture che non utilizzano la RU486 sulle 63 che effettuano interruzioni di gravidanza. I consultori che dovrebbero essere uno ogni ventimila abitanti sono sempre di meno.
L'appuntamento del 28 è per le 1830 in Pza Duca d'Aosta sotto il Pirellone. La manifestazione quindi proseguirà in direzione dell'Ospedale Fatebenefratelli in Pza Principessa Clotilde e si dirigerà verso gli uffici del Corriere della Sera in Via Solferino per denunciare l'oscena narrazione mediatica delle violenze di genere. Si concluderà poi in Pza XXV Aprile.
Il 30 settembre invece al grido di "Avete tolto il senso alle parole" ci sarà la manifestazione indetta dalla Cgil.La denuncia è contro la strumentalizzazione mediatica delle violenze alle donne in quando trasforma la violenza contro le donne in un conflitto etnico, razziale, religioso. Tutto ciò toglie senso ai numeri che parlano del dramma.Sono già state raccolte quasi tremila firme. "Le parole sono armi, sono pesanti lasciano tracce profonde ed indelebili, determinano l'humus in cui si coltiva la "legittimità" della violenza, la giustificazione dell'inversione da vittima a colpevole." sostengono le firmatarie.
"Riprendiamoci la libertà!”. Con questo slogan il segretario generale della Cgil Susanna Camusso invita tutte le donne a scendere nelle piazze italiane sabato 30 settembre per le manifestazioni organizzate dalla Confederazione contro la violenza sulle donne, la depenalizzazione dello stalking, la narrativa con cui stupri e omicidi diventano un processo alle vittime.
Nei prossimi giorni verranno rese note le modalità delle iniziative territoriali del 30 settembre.
Per chi volesse aderire alla raccolta delle firme: www.progressi.org/avetetoltoilsensoalleparole
Comunicato stampa di Non una di meno per la manifestazione di Milano del 28