Scali ferroviari. Saranno le Ferrovie dello Stato a decidere il futuro di Milano.

Siglato a tempi di record l’Accordo Di Programma tra Comune e Ferrovie dello Stato sulla trasformazione degli scali ferroviari. Entro il 22 luglio il Consiglio Comunale deve approvare o rigettare l’accordo ()
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Dopo il passaggio in aula consiliare della mozione di indirizzo sulla trattativa con le FS, approvata dalla sola maggioranza, il sindaco Sala ha annunciato di aver siglato l’Accordo Di Programma (ADP) con le Ferrovie dello Stato. Una trattativa a tempi di record, che ricalca in sostanza il precedente Accordo Di Programma. Con qualche ritocco, un po’ di maquillage per rendere meno evidente che in sostanza i punti fondamentali, quelli che avevano motivato il precedente rigetto dell’ADP nel maggio 2016, restano immutati. Questa volta non ci dovrebbero essere sorprese, entro 30 giorni dalla firma e quindi entro il 22 luglio 2017, l’ADP deve essere approvato o respinto dal consiglio comunale, senza altre discussioni, e diventerà automaticamente variante al Piano di Governo del Territorio.

Cosa hanno ottenuto le FS? Innanzitutto l’accettazione implicita della piena proprietà delle aree degli scali, aree ottenute in passato dal demanio, ovviamente non per costruirci sopra residenze o uffici, ma per farci passare treni, realizzare scali merci e depositi ferroviari, aree sino a ieri prive di alcun valore. Ora grazie all’accordo siglato con Sala, le FS avranno la possibilità di far costruire le volumetrie già previste nel precedente accordo, ora con una diversa ripartizione da scalo a scalo.

I giornali milanesi hanno con enfasi messo in evidenza svariati aspetti, la quota di superficie totale da destinare a verde, anche in questo caso con ripartizioni diverse da scalo a scalo, non meno del 65 % del totale, le quote di edilizia da destinare a funzioni non residenziali e a residenza sociale e convenzionata, la previsione di costruire percorsi ciclopedonali, una Circle Line di connessione tra le stazioni ferroviarie e gli interventi che le Ferrovie dello Stato destineranno allo sviluppo dello snodo ferroviario milanese. Con la stessa enfasi sono stati riportati gli accordi sul piano economico, i 50 milioni concessi al Comune sulle plusvalenze generate dalla vendita delle aree, duramente contestati nei convegni e nei dibattiti da mesi in corso da mesi sulla vicenda scali, e gli investimenti che verranno dalle FS dedicati al sistema ferroviario, come se non fosse questo il compito che loro spetta.

Tutto bene? Non ci sembra proprio, e su questioni di assoluto rilievo, i rapporti tra i centri di potere e in definitiva il disvalore della democrazia che la definizione di questo ADP prefigura.

Lo sviluppo urbanistico, gli indirizzi di politica residenziale, la mobilità nell’ambito cittadino e metropolitano diventano prerogativa di un ente centrale, che opera secondo fini istituzionali propri e con la dichiarata intenzione di arrivare presto a quotarsi in borsa, la valorizzazione immobiliare degli scali fa parte di questo programma.

Allora come si potrà conciliare lo scopo sociale delle FS spa privatizzate con quello che con l’ADP è stato loro conferito, in pratica quello che competerebbe ad un’amministrazione cittadina?

Siamo di fronte alla cessione di potere, dalla comunità locale ad un’ente centrale, che non fa mistero della scelta con cui intende operare, la massimizzazione del profitto. Un obbrobrio politico-istituzionale.

E che dire della scelta politica di un sindaco e di un consiglio comunale che con la massima disinvoltura promuovono e avallano un Accordo incontrovertibilmente contrario all’interesse dei cittadini che li hanno eletti, non certo per affidare lo sviluppo della città alle FS.

Non ce n’era bisogno, ma anche le ultime elezioni amministrative hanno evidenziato non la disaffezione, come si ostinano a definirla i politici, ma il dissenso ormai radicale che gran parte degli elettori denunciano verso un sistema che ha perso la percezione della propria missione, dei propri compiti, della propria dignità.  


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Re: Scali ferroviari. Saranno le Ferrovie dello Stato a decidere il futuro di Milano.
24/07/2017 Pierluigi Riccitelli
Un articolo che evidenzia quello che molti giornali non dicono sul AdP degli Scali. Grazie a Paolo Burgio


 
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