Andiamo in vacanza sul Lambro?

Da luogo di villeggiatura a un non luogo, da nascondere ed evitare per il suo odore, questo è oggi il fiume Lambro. ()
progetto ecologico Lambro

Provate a chiedere in giro del fiume Lambro! Le persone storceranno il naso, i più anziani però si ricorderanno dei bagni che facevano quando erano bambini, oppure, chi ci abita vicino, racconterà delle nottate di paura quando il fiume è in piena. Emozioni diverse, eppure parliamo sempre dello stesso elemento, un fiume che, a differenza dell'Olona e del Seveso, è rimasto a cielo aperto, con una proprio carattere ed una sua storia e, attorno al quale, si è sviluppata la città, inglobandolo, costringendolo e trasformandolo in una fognatura a cielo aperto.
Si, fognatura, perché fino a pochi anni fa gran parte della città di Milano scaricava la fognatura nel fiume. Eppure la messa in funzione di tre depuratori tra i più avanzati d'Europa non ha risolto, se non in parte, i problemi della qualità delle acque.

Recentemente si è svolto all'Istituto Molinari un interessante convegno sul Lambro, in concorso con l'Associazione Greem, in cui due interventi erano di presentazione di progetti mirati alla salvaguardia del sistema Lambro: lo studio puntuale e progettuale della costruzione di un corridoio ecologico lungo il Lambro chiamato "Re Lambro", la realizzazione di un grande Parco fluviale chiamato Parco della Media Valle Lambro ed il progetto di Legambiente "Volare" per il ripristino di funzioni ecologiche tra Milano e Melegnano.
Durante quel convegno due interventi hanno chiarito il perché la qualità delle acque del Lambro non sia tornata ancora a dei livelli accettabili. Il professor Modenesi dell'Istituto dei Tumori ha spiegato come i depuratori non riescano in alcun modo a depurare i residui di sostanze chimiche, soprattutto di quelle psicotrope, che, scaricate nell'impianto fognario o tramite smaltimento improprio o tramite le feci, inquina fortemente l'habitat del fiume, concorrendo, assieme agli scarichi agricoli, all'inquinamento chimico del fiume. Lorenzo Baio di Legambiente spiega quanto influisca sulla capacità di autopulizia del fiume la canalizzazione dello stesso per permettere lo sfruttamento urbano ed agricolo. 

Quest'ultimo punto è fondamentale in quanto basta guardare tramite Google Earth l'andamento del fiume per rendersi conto di come nel tratto che da Monza arriva a Milano il fiume scorra praticamente sempre dentro a argini molto chiusi e spesso cementificati. Basta guardare di come l'andamento del fiume, a partire dal Parco Forlanini, sia invece pieno di anse per comprendere il perché a Ponte Nuovo l'acqua sia decisamente più pulita di quella che scorre, ad esempio, nella zona del Parco Lambro.

Su questo interviene anche il progetto Re Lambro nella sua prima fase di attuazione partita in questi giorni nell'investire su "la qualità ecosistemica dell’asta fluviale, il contenimento delle specie invasive, la riqualificazione della roggia del Mulino San Gregorio, la riqualificazione dell’area umida in via Feltre, l’ampliamento degli spazi naturali del corridoio ecologico in sponda destra, anche attraverso l’essenziale coinvolgimento degli agricoltori e delle diverse realtà che operano in ambito sociale all’interno del Parco Lambro.".

L'altro aspetto importante è il ripristino delle aree golenali e delle arborescenze in modo che le esondazioni vengano contenute nelle aree naturali del fiume.

Un altro lavoro importante per riconsegnare al fiume un ruolo centrale per la città è la rivalorizzazione del patrimonio storico del fiume. Nel 2016 avevamo organizzato per Green City una passeggiata lungo le cascine e i mulini storici del Lambro. L'interesse mostrato dalla cittadinanza dimostra la poca conoscenza che si ha di questa porzione di territorio e la necessità di una politica di creazione di un percorso turistico ciclopedonale lungo le sponde del fiume.

Tanti progetti anche ambiziosi ma tutti che convergono verso il ripristino di una funzione primaria del Lambro all'interno del tessuto cittadino: restituire il fiume alla città e la città al Fiume.
Per riuscire in questo compito è necessario fare rete tra associazioni, progetti e istituzioni con l'unico scopo di progettare il futuro centrale del fiume.

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