Una buona notizia per l'ambiente. Enel dismette 23 centrali termoelettriche

Diamo notizia di una svolta importante per l’ambiente e la nostra salute. Enel chiude definitivamente 23 centrali termoelettriche ormai sottoutilizzate a causa del costante aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. ()
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Riprendiamo da un’articolo pubblicato da Mario Agostinelli e Roberto Meregalli una notizia ignorata dalla grande stampa, ma che segna una svolta significativa per il progressivo abbandono dell’impiego dei combustibili fossili nella produzione di energia elettrica, la chiusura sul territorio nazionale di ben 23 centrali convenzionali, ormai sottoutilizzate e divenute quindi antieconomiche. Il nostromaggior produttore di energia elettrica segue quindi l’esempio di altri operatori mondiali, che stanno abbandonando i combustibili fossili e dedicano i nuovi investimenti alla costruzione di impianti basati sulle fonti rinnovabili, solare, eolico, idroelettrico e geotermico.

Eccesso di offerta, calo dei consumi, disponibilità sempre crescente di energia prodotta da fonti rinnovabile a costi competitivi, che con lo sviluppo delletecnologie diventeranno sempre più convenienti, hanno dato il via al nuovo corso dell’Enel, sotto la guida dell’AD Francesco Starace.

Non ci resta che rallegraci,una buona notizia per l’ambiente e la nostra salute.

Nell’articolo citato si rileva che interessante però non è solo il fatto che con Starace l’Enel abbia deciso di non costruire più impianti alimentati da combustibili fossili (eccetto il gas), ma che abbia impostato un processo di dismissioni che prevede il confronto con tutti i soggetti presenti sui territori interessati.

A questo scopo la società ha creato anche un sito internet specifico, dove sono attualmente in vetrina 22 impianti ormai chiusi (manca il ventitreesimo: Assemini), destinati alla vendita o a progetti alternativi, lanciando un progetto chiamato “Futur-e”.

Evidentemente Enel intende anticipare questo cambiamento puntando sulla tecnologia e l’innovazione per offrire ai clienti un servizio più evoluto, con prodotti e servizi per l’efficienza energetica, la gestione intelligente dei consumi e soluzioni per la mobilità sostenibile. In questo scenario, la riconversione degli impianti rappresenta un’occasione per il territorio che potrà così cogliere diverse e nuove opportunità di sviluppo.

In quasi tutte le realtà territoriali dove sono ubicate le centrali sono in corso contatti con amministrazioni, associazioni imprenditoriali, università per discutere le possibili destinazioni d’uso. La scelta di chiudere un numero così rilevante di centrali senza chiedere alcun intervento assistenziale da parte del governo rappresenta una novità nel panorama industriale italiano.

In sintesi si è chiuso un ciclo e la strada da intraprendere per il futuro è una definitiva scelta per un modelle elettrico basato sulle fonti rinnovabili e supportato da una rete smart. In questa situazione, la decisione di come utilizzare le aree delle centrali chiuse può essere una grande occasione per riutilizzare quelle vicine o all’interno di centri urbani a scopi più utili per le città e per trovare un nuovo ruolo a quelle distanti dai centri abitati, che sappiano coniugare la necessità di creare posti di lavoro con la tutela dell’ambiente. Le idee non mancano, ad esempio relativamente a Montalto di Castro  i vocifera di un possibile riutilizzo come mega fabbrica per assemblare auto da parte di un produttore cinese, o di un enorme centro commerciale, o di un gigantesco data center (Google? Amazon?). Nel caso di Genova, trattandosi di un edificio storico, tutelato dalla Sovrintendenza per le belle arti, si ipotizza la realizzazione di un museo; per Trino Vercellese si parla addirittura di un circuito automobilistico, ma anche della sede di un datacenter di Amazon.

Quello che stupisce è la reazione dei sindacatidi categoria, che hanno fatto sapere di essere intenzionate a contrastare le iniziative di dismissione delle centrali non più remunerative annunciate dall’amministratore delegato. La sensazionedegli autori dell’articolo è che neppure i sindacati negli anni recenti abbiano compreso la rivoluzione in atto nel campo elettrico e che si siano spesso limitati e difendere posti di lavoro nella generazione convenzionale non valutando a pieno le potenzialità occupazionali di un modello alternativo. In quanto alla politica silenzio assoluto.

E io vorrei aggiungere che le prospettive di occupazione e sviluppo offerte dalla rivoluzione tecnologica che deriverà dall’introduzione delle reti smart e dall’impiego in massa dell’auto elettrica sono enormi. Basti pensare alla possibilità di connettere in rete milioni di autovetture collegate in rete tramite centraline “intelligenti” in grado di realizzare quella capacità di stoccaggio dell’energia che è oggi uno dei principali problemi da risolvere per rendere marginale la dipendenza dai combustibili fossili. Basti anche pensare alle opportunità di coniugare in modo virtuoso gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e di crescita economica che queste nuove tecnologie permetteranno.

Sapremo vincere le resistenze che accompagnano sempre i processi realmente innovativi e approfittare di questa occasione epocale? Auguriamoci di sì!


L’articolo di Mario Agostinelli e Roberto Meregalli si può trovare su www.energiafelice.it


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Re: Una buona notizia per l'ambiente. Enel dismette 23 centrali termoelettriche
29/09/2016 ila
Ma avete idea di come funzioni il settore elettrico? Mi pare proprio di no. Secondo voi i lavoratori altamente qualificati che hanno lavorato per decenni in centrali con competenze differenti potrebbero essere tranquillamente spostati in altri settori merceologici che richiedono competenze totale te differenti a costo zero. Tralasciando la mancanza di informazioni certe che certificano le vostre stime riguardo al potenziale di crescita del veicolo elettrico, voi pensate che sia possibile che le aziende di distribuzone assoraono l'intero esubero del personale di generazione? State ipotizzando che una azienda raddoppi il proprio personale sdnza che i, suo business aumenti di pari misura.su che basi fate questa richiesta? Tenete conto che l'introduzione di sistemi di automazione e di osservabili di rete (smart grids) riduce il fabbisogno di personale invece di aumentarlo. Le macchine elettriche sono per lo più prodotte all'estero e la gestione dele colonnine di ricarica e data in concessione a aziende differenti dal distributore (così ha stabilito la autorità). Quindi secondo voi personale altamente qualificato per la conduzione di impianti di generazione dovrebbe essere lasciato a casa e eventualmente riassunto in parte da una compagnia terza, di dubbia solidità, perdendo anzianità e professionalità (sempre che le aziende non preferiscano assumere personale più giovane e meno caro). La reazione dei sindacati e stata Fin troppo morbida.


 
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