All’inizio di un percorso partecipativo: la camminata di quartiere
Che cos’è una “camminata di quartiere”?
È una modalità sempre più diffusa per dare inizio a un percorso “partecipativo” in cui i cittadini stessi sono coinvolti nei progetti e nella soluzione dei loro stessi problemi. Il percorso partecipativo è qualcosa di ovviamente più lungo (ne abbiamo già parlato in altri interventi su questo stesso giornale), ma il primo passo può essere proprio la “camminata di quartiere”. Gruppi di cittadini se ne vanno in giro, seguendo percorsi indicati da cittadini del posto “più competenti” perché residenti da più tempo, e si mettono a chiacchierare piacevolmente con le persone che incontrano, presentandosi per quello che sono: cittadini che vogliono migliorare la condizione del quartiere, affrontare quel dato problema, ascoltare cosa ne pensano gli abitanti e trarre da loro indicazioni su cosa fare nel futuro.
Perché la camminata di quartiere si svolga in modo proficuo occorre che esista un gruppo promotore(con la presenza di un facilitatore/esperto della partecipazione) e un minimo di metodo e di “strategia” per condurla a termine.
I principi del metodo
La camminata di quartiere si basa su alcuni principi importanti della progettazione partecipata:
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Chi vuole promuovere la partecipazione deve andare incontro alla gente là dove si trova, dunque la gente non va convocata in riunioni e assemblee decise dall’esterno, per ascoltare relazioni noiose di qualche “esperto”;
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Gli abitanti di un quartiere sono i veri esperti del quartiere dove vivono. Possono imparare delle cose dagli “esperti della partecipazione” qualora questi esistano, ma questi ultimi devono essere assolutamente aperti, a loro volta, ad imparare dagli abitanti le cose che questi conoscono meglio di loro;
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Andare in giro significa entrare in contatto fisico col quartiere: colori e odori delle strade, traffico, qualità delle abitazioni, manufatti che ricordano episodi del passato, luoghi vissuti dagli abitanti come particolarmente significativi in senso positivo o negativo e così via.
Come ci si prepara alla camminata
È importante individuare la data della camminata in un giorno in cui ci sia gente in giro, e poi sapere qualcosa di come si conduce una chiacchierata con il/i cittadini incontrati. Alcuni dei “camminatori” possono scattare delle foto, qualcuno magari fare una ripresa filmata (ma se si videoregistra una chiacchierata/intervista va chiesto il permesso agli intervistati), e i “camminatori” devono avere un quaderno di appunti dove registrare, dopo ogni chiacchierata, gli elementi più importanti che sono emersi. Poi tutti questi appunti andranno convogliati verso una persona del gruppo promotore la quale avrà l’incarico di farne una sintesi, che offre in genere spunti preziosi sui temi più sentiti dai cittadini. In questo quadernetto sarà importante che alla fine chi scrive aggiunga anche le sue impressioni personali. Nella fase preparatoria ovviamente occorre anche definire i diversi gruppi di “camminatori” e i relativi percorsi (che andranno seguiti anche con una certa elasticità).
Come si svolge la camminata
Si stabilisce l’orario di inizio e di fine della stessa. I gruppi andranno in giro magari suddividendosi ulteriormente (“tu vai a parlare con quel signore, noi proviamo a entrare in quel negozio”…). Non bisogna infatti “aggredire” una persona con un nugolo di “camminatori”.Un problema che ho verificato in qualche esperienza di camminata è che si trovano persone certo di tutti i tipi, ma alcune delle quali non smettono più di parlare, segno questo del grande bisogno di essere ascoltati e anche del piacere che qualcuno finalmente si sia deciso a farlo. Bene. Sta alla sensibilità dell’“intervistatore” cercare di contenere il tempo dedicato a questa persona, magari invitandola alla prossima riunione
Infattila conclusione di ogni chiacchierata potrà essere quella di invitare le persone a un incontro di approfondimento, precedentemente deciso, anche nella data, dal gruppo promotore. Da questa prima “assemblea partecipata” può aver inizio la fase successiva di una progettazione condivisa.
Al termine della camminata i partecipanti si ritroveranno in un punto concordato, per un breve incontro di riflessione collettiva sull’esperienza fatta … magari con un piccolo rinfresco!
Posso dire che, per esperienza, si tratta di un’esperienza intensa, calda e, soprattutto, molto divertente!
Per
saperne di più
“Camminata
di quartiere”, voce al glossario (pp. 205-208) del libro di M.
Sclavi et al., Avventure urbane. Progettare la
città con gli abitanti, elèuthera, Milano
2002.