Intervista a Sabrina Giancola, candidata Presidente del Municipio 3

Pubblichiamo l'intervista a Sabrina Giancola, candidata alla Presidenza del Municipio 3 per la lista Milano in Comune. ()
SGiancola

Sabrina Giancola è nata e vive a Milano, ha 35 anni, svolge la professione di avvocato occupandosi di diritto di famiglia, diritto minorile e violenza sulle donne.
Dopo un Master presso l’Università degli Studi di Milano, in “Analisi e gestione di progetti di sviluppo” ha lavorato per un breve periodo nella cooperazione internazionale con Prosvil/Cgil a Lima presso ONG locali e con il sindacato di Lima (CGTP) sui temi ambientali e sui diritti dei lavoratori. Dopo questa esperienza, per lei molto intensa, ha dedicato il suo impegno politico e sociale alla tutela dei diritti fondamentali nell’associazionismo. Fa parte del collettivo ACT! Agire, Costruire, Trasformare. impegnato sul territorio con diverse attività e in particolare in zona 3, con progetti di partecipazione dal basso.


D. Non pensa che una certa dose di inesperienza, dato che non ha sinora svolto alcun incarico pubblico, ad esempio come consigliera di zona, possa rappresentare una difficoltà se venisse eletta alla presidenza del Municipio 3?

No, non penso di avere difficoltà, non sarò sola a gestire questo incarico, avrò al mio fianco un gruppo di persone competenti in vari settori su cui potrò contare. Ho accettato la candidatura con grande senso di responsabilità e penso che il lavoro che svolgo mi sarà utile per assumere il ruolo che potrò ricoprire nel Consiglio Municipale. Conosco bene la zona 3 e ritengo che sia importante lavorare non individualmente ma facendo parte di una squadra, mettendosi in gioco in prima persona.

D. Si è arrivati alla candidatura a sindaco di Basilio Rizzo dopo la rinuncia di altri possibili candidati diciamo“laici”, ossia esterni ai partiti e ai movimenti di sinistra riuniti nella lista Milano in Comune. Questo ha reso più deboli o più forti le opportunità di successo di Basilio Rizzo?

Basilio Rizzo ha un passato e un presente di tutto rispetto, di trasparenza, di onestà. Credo che la sua figura saprà attirare ancora più consensi e che con la sua candidatura non saremo di certo più deboli.

D. Data la sua giovane età credo avrà una particolare attenzione verso i problemi che oggi colpiscono i giovani, la estrema difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro e ad acquisire una propria indipendenza economica e nel contempo il disinteresse e il distacco verso la politica. Ha in mente qualche proposta concreta a questo riguardo?

Le politiche sul lavoro competono al governo nazionale e come Municipio non potremo incidere come vorremmo. Per far questo occorrono risorse che vengono però costantemente ridotte e i vincoli di bilancio imposti ai Comuni, e quindi ai Municipi, non aiutano certo a risolvere il problema. Penso che però potremo porci come punto di riferimento per i giovani; ad esempio creando sportelli di informazione sul lavoro e corsi di formazione che servano a dare sbocchi concreti ai giovani in cerca di un’occupazione. Si potrebbero aiutare i giovani ad avviare nuove attività, ad esempio mettendo a disposizione spazi inutilizzati a condizioni agevolate, dando fiducia a chi non ha alle spalle il sostegno dei familiari. Si dovrebbe anche andare incontro alle esigenze abitative dei giovani promuovendo convenzioni per mettere a disposizione alloggi con affitti calmierati. Sul piano politico noi proponiamo che venga istituito il reddito di dignità per chi non ha mezzi propri di sostentamento.

D. Il nuovo Consiglio Municipale dovrà affrontare tra le questioni di maggior importanza quella relativa all'utilizzo delle grandi aree dismesse in zona 3. Quale idea di sviluppo urbano occorre perseguire pensando sopratutto alle future generazioni?

Pensando ai giovani, come già detto, bisogna investire per creare disponibilità di alloggi sociali. Non occorre costruire nuove case, ne esistono in abbondanza e sono vuote, non è questo certo un obiettivo primario. Bisogna invece intervenire per creare spazi di aggregazione sociale, servizi per i cittadini, spazi destinati al verde. Lo sviluppo urbano deve avvenire tenendo presenti queste priorità.

D. In zona 3 una questione di rilievo riguarda il futuro di Città Studi, sia per il ventilato spostamento delle facoltà di Agraria e la destinazione delle strutture lasciate libere, sia per lo spostamento del Besta e dell'INT a Sesto s. Giovanni. Cosa pensa in proposito?

Noi di Milano in Comune combatteremo una battaglia per opporci in tutti i modi al trasferimento delle facoltà dell’Università Statale. Sarebbe uno stravolgimento per una zona che ha una tradizione universitaria storicamente consolidata e poi con quale finalità si svuoterebbe Città Studi, per attuare quali progetti, per avviare una speculazione edilizia? Lo spostamento nell’area Expo comporterebbe per gli studenti maggiori disagi, un aggravio dei costi e dei tempi per raggiungere le sedi universitarie. Occorreva pensare sin dall’inizio alla futura destinazione delle aree, non cercare a posteriori le soluzioni senza aver tenute in considerazione cosa fare dopo Expo. Questa questione non deve coinvolgere SOLO zona 3 ma il Comune di Milano e il Governo. I cittadini non sono affatto a conoscenza del trasferimento futuro degli istituti ospedalieri a Sesto San Giovanni, ma se venissero interpellati, a mio avviso e in base alla mia esperienza, non so se sarebbero così favorevoli. Lo spostamento di questi istituti comporterebbe esborsi enormi ingiustificati, questi soldi potrebbero venir molto meglio impiegati cancellando lo spostamento dell’INT e del Besta a Sesto San Giovanni.

D. E’ stato rilevato che il nuovo regolamento dei Municipi non prevede vigili di quartiere a servizio della zona, che potrebbero rappresentare un presidio efficace sul territorio e una presenza che avvicina i cittadini all’istituzione locale. E’ d’accordo o ritiene che il tema del controllo sociale e della sicurezza richieda una visione di ben più ampio respiro?

Occorre avviare secondo me una collaborazione stretta tra il Municipio, la Polizia locale e la Questura, ma non credo questo basti a risolvere il problema della sicurezza. Il controllo della zona e dei quartieri va bene, ma se si limita a questo consente solo di far fronte all’emergenza senza risolvere i problemi alla radice. In una prospettiva più ampia penso occorra sviluppare politiche di inclusione sociale coinvolgendo le persone, i cittadini italiani e gli stranieri per capire quali sono i problemi reali, come affrontarli e risolverli. Qui la partecipazione tra i cittadini deve svolgere un ruolo essenziale, per confrontarsi e comprendere le esigenze reciproche. Il contributo delle associazioni di volontariato in questi casi è anche determinante e abbiamo moltissime associazioni operanti in zona. Il Municipio deve saper coinvolgere sia i cittadini sia le associazioni presenti sul territorio che conoscono i problemi e sono in grado di affrontarli. Se nei quartieri si creano luoghi di incontro e momenti di aggregazione tutto diventa molto più facile. Lo abbiamo visto in un progetto che è stato già sviluppato in via Porpora per conoscere le esigenze e le richieste dei cittadini; la mancanza di punti di riferimento e di aggregazione è un problema molto sentito. Di questo occorre tener conto se vogliamo attuare una politica che voglia realmente affrontare il problema della sicurezza, che richiede innanzitutto l'attuazione di integrazione e inclusione sociale.

D. La prossima Municipalità avrà molto lavoro da fare per acquisire autonomia funzionale e risorse adeguate. L'amministrazione centrale non ha sinora facilitato il processo di decentramento. A questo riguardo la partecipazione dei cittadini dovrebbe essere un elemento importante su cui far leva, o ritiene che queste siano problematiche da risolvere essenzialmente a livello amministrativo e politico?

La riforma dei Municipi è un passo importante, bisognerà vedere se ci sarà la volontà politica di conferire ai Municipi i poteri decisionali per mettere in pratica le competenze che il regolamento prevede. I Municipi dovranno essere resi autonomi, altrimenti un decentramento realizzato solo parzialmente non sarà di nessuna utilità. I Municipi potranno svolgere le funzioni assegnate in reale autonomia solo se potranno disporre di un vero e proprio bilancio. Il problema delle risorse è fondamentale, se siamo l’istituzione più vicina ai cittadini e dobbiamo gestire i servizi che ci competono (penso alla scuola, all’assistenza sociale e così via), garantendo la qualità che i cittadini giustamente pretendono, come possiamo farlo senza le risorse necessarie, senza un budget a disposizione? Perciò occorrerà una decisa volontà politica dell’amministrazione comunale e un impegno dei Consigli Municipali per realizzare il decentramento, impegno che in zona 3 e anche negli altri Consigli non è mancato.

D. Altri hanno rilevato che è però mancata la comunicazione necessaria a coinvolgere i cittadini nella vita del Municipio e quindi a raccogliere le istanze che provengono dal basso per sollecitare l’amministrazione centrale a dare attuazione ad un reale decentramento; quindi non è solo l’azione politica, ma anche la partecipazione dei cittadini che serve a promuovere il decentramento.

Sono pienamente d’accordo, in realtà credo che sia fondamentale consentire ai cittadini di esprimersi su questioni che riguardano la zona non solo tramite le associazioni, ma anche utilizzando le tecnologie, ad esempio una piattaforma digitale che permetta di fare proposte ed esprimere un parere sulle decisioni da prendere.

D. In caso di ballottaggio sarebbe favorevole ad un accorpamento con le liste che sostengono il candidato sindaco Sala?

Noi stiamo pensando al primo turno, ci siamo presentati per dare un’alternativa agli elettori con le nostre proposte e speriamo di riuscire ad ottenere un buon risultato, poi si vedrà.  


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