Incontro con i candidati sindaci. Milano e le grandi aree dismesse

Alla Casa delle Donne di via Marsala un interessante incontro con i candidati sindaci sul futuro delle grandi aree dismesse di Milano, uno dei principali temi su cui si incentrerà il dibattito politico dei prossimi anni. ()
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L'incontro era organizzato dall'associazione Le Giardiniere che da anni persegue un ambizioso, come da loro stesse ammesso, programma: la salvaguardia di un'area che copre un'estensione di 35 ettari nel cuore della città, la Piazza d'Armi, in fondo a via delle Forze Armate, abbandonata e chiusa al pubblico da anni, divenuta un polmone verde, dove è cresciuto un bosco popolato da una gran varietà di piante e di animali.

Nell'immediato futuro si tratterà di decidere a Milano la destinazione di oltre 4.000.000 di mq di aree urbane, disseminate in varie zone della città, come gli scali ferroviari dismessi, le aree delle ex-caserme, altre aree abbandonate come quelle in zona Bovisa, l'area ex Expo. Un'occasione per ripensare il modello di sviluppo della città, se quello delle logiche di sempre che privilegiano l'edificabilità delle aree o quello che vuol promuovere la qualità della vita, la socialità, la sostenibilità ambientale degli spazi urbani.

Un'incontro quindi decisamente interessante, ospitato dalla Casa delle Donne, associazione di volontariato femminile, a significare che non si voleva ascoltare dai candidati sindaci un programma elettorale, ma conoscere le posizioni in un confronto aperto con una realtà cittadina attivamente impegnata su temi essenziali di interesse pubblico, facendo intervenire anche tecnici ed esperti competenti nelle materie in discussione.

Erano ovviamente stati invitati tutti i candidati sindaci e presenti Marco Cappato, Luigi Santambrogio, Basilio Rizzo, Gianluca Corrado. A rappresentare Stefano Parisi è intervenuto Marco Bestetti, candidato alla Presidenza di zona 7 nella lista che sostiene Parisi. Mancava Giuseppe Sala, era presente Daria Colombo, capolista delle lista SinistraxMilano, sostenitrice di Sala, che si è dichiarata semplice spettatrice. Hanno partecipato anche l'architetto Brenna, urbanista, e Giorgio Goggi, ex assessore all'urbanistica, presenti rispettivamente per conto di Basilio Rizzo e per conto di Luigi Santambrogio, che hanno lasciato poi la sala per altri impegni.

Riferiamo brevemente le dichiarazioni degli intervenuti e alcune delle relazioni presentate al pubblico. Basilio Rizzo, Marco Cappato e Gianluca Corrado hanno espresso posizioni sostanzialmente simili, ribadite più avanti da Brenna e Goggi. 

La difesa del verde e l'estensione dei parchi invece della realizzazione di altri edifici, una sostanziale revisione del Piano di Governo del Territorio, che la giunta Pisapia ha sì modificato rispetto a quello ricevuto in eredità dalla giunta Moratti, ma che consente ancora troppo alti indici di edificabilità, sproporzionati rispetto alle attuali e future esigenze, consumi di suolo ingiustificati, poiché non occorre edificare, ma recuperare, convertire e destinare e servizi l'esistente. Simili posizioni hanno espresso in merito alla contestata delibera relativa agli scali ferroviari, che la giunta Pisapia intendeva far approvare prima della scadenza del mandato, giudicandola un buon compromesso tra mantenimento degli spazi verdi e nuove edificazioni, senza riuscire nell'intento.

Marco Bestetti ha lodato l'azione a difesa della Piazza d'Armi promossa dall'associazione delle Giardiniere, assicurando che l'area deve diventare completamente fruibile come area verde, da salvaguardare, grazie anche al confronto con i cittadini, senza dimenticare la sostenibilità degli investimenti occorrenti.

Sono seguiti numerosi interventi per illustrare alcuni aspetti delle problematiche connesse con la realizzazione e gestione del verde, sia per quanto riguarda gli aspetti urbanistici, che quelli relativi all'agricoltura urbana, da integrare nel contesto della grande area metropolitana milanese.

Tra gli altri segnaliamo il progetto-tesi presentato dallo studio Stefano Boeri Architetti, che prendendo in esame lo scalo ferroviario di Porta Romana, in cui è previsto dal PGT un rapporto molto alto, intorno al 60 %, tra superfici edificabili e spazi verdi. La tesi propone la possibilità di realizzare un ampio polmone verde all'interno di quell'area edificando solamente lungo il perimetro.

Ci sembra importante, al di là del confronto tra le diverse posizioni politiche e tralasciando qualunque intento propagandistico, che esulava completamente dagli scopi dell'incontro, sottolineare nell'intervento di Maria Castiglioni, dell'associazione delle Giardiniere, la determinazione e la capacità di incidere su una diversa visione della città che un gruppo di donne può esprimere ed esercitare nei confronti dell'amministrazione.

Ha detto Maria: “Speriamo che il consenso oggi raccolto non sia solo di maniera, pre-elettorale, poiché il progetto su cui abbiamo lavorato è partito dal tema della salute. Il sindaco svolge come primo compito quello di ufficiale sanitario preposto alla salvaguardia della salute. Lo sviluppo urbano a cui abbiamo assistito fa ammalare i cittadini, sopratutto le donne, più sensibili e vulnerabili e simbolo della capacità di generare, dare vita, di trasformare. PGT allora per le Giardiniere non vuol dire Piano di Governo del Territorio, ma Progetto Generativo di Trasformazioni. Le Giardiniere si ispirano al movimento storico risorgimentale di donne che lottarono l'indipendenza dal dominio austriaco e che avevano come motto “ Costanza e Perseveranza”. Lottavano per una visione che sembrava impossibile da realizzare, quella di liberarsi dalla tirannide e ci sono riuscite, nonostante la cosa fosse considerata impossibile. 

Oggi stiamo lottando contro un'altra tirannide, molto più potente in un certo senso, che è l'incapacità di pensare il cambiamento, certo molto complicato e difficile, ma il progetto che stiamo portando avanti ha questo scopo. In questi cinque anni abbiamo costituito un capitale sociale, ci è stato riconosciuto, ma abbiamo trovato a un certo punto quello che definirei un tetto di cristallo. Ossia constatiamo che la partecipazione arriva sino a un certo punto, possiamo parlare, incontrarci, riunirci, possiamo dire in consiglio di zona che il nostro progetto è diverso, insieme a un'altra quindicina di gruppi di cittadini che non vogliono cemento sulla Piazza d'Armi, ma dopo…., dopo basta! Vorremmo poter capire cosa si intende per partecipazione, poter capire in che modo è possibile interloquire con la futura amministrazione per una visone di città che non faccia ammalare i suoi abitanti.”

Qui sotto il programma completo dell'incontro che si e svolto martedì 3 maggio 2016 alla Casa delle Donne di via Marsala 8



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Re: Incontro con i candidati sindaci. Milano e le grandi aree dismesse
07/05/2016 Luciana
bellissimo articolo..... riporta senza stravolgere


 
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