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 Re: ROM: tra sgomberi e paura alla ricerca di una soluzione
Autore: Stefano Pasta 
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Carissimi amici,

vorremmo condividere con voi i passi fatti nell’ultimo periodo.



Alle famiglie che da parecchi anni affianchiamo e con le quali abbiamo davvero un rapporto che è di grande affetto e amicizia se ne aggiungono via via altre: la povertà avanza, il caso o il passa parola di chi già ci conosce ci mette in contatto.



Così è aumentato di parecchio il numero di bambini che frequentano la scuola, tutti hanno ricevuto un bello zaino e il materiale, di cui sono orgogliosi; naturalmente cerchiamo di seguire anche i percorsi scolastici andando a parlare con gli insegnanti, organizzando attività di doposcuola dove necessario, sostenendo economicamente le spese scolastiche come, ad esempio, le gite. Per chi ancora vive in baracca cerchiamo di offrire anche un servizio docce e guardaroba, in modo da permettere di andare a scuola sempre in ordine. Bisogna dire che lo sforzo delle mamme in questo senso è sempre molto grande e ammirevole se si pensa che per poter lavare i panni bisogna andare a prendere l’acqua con le taniche, spesso effettuando lunghi percorsi.



Da sempre mettiamo bambini e scuola al primo posto: la scuola è il primo luogo di integrazione, ma è anche il luogo in cui si apprendono gli strumenti per interagire con il mondo in modo autonomo e responsabile.

Le storie scolastiche dei bambini piccoli sono ovviamente quelle che hanno più successo, gli adolescenti purtroppo scontano un passato fatto di storie scolastiche frammentate, ma anche tra di loro vi è chi con impegno e volontà va avanti con successo: è il caso, ad esempio, di Lara, sedicenne, che frequenta la terza superiore. Le sue coetanee rom, come accade in tutte le popolazioni povere, lasciano la scuola presto, giocandosi così la possibilità di avere un futuro di lavoro, cultura, autonomia.



Nell’extra-scuola si sono aperte collaborazioni molto positive con gli scout milanesi. Inoltre tante e tante persone mettono a disposizione tempo, sostegno economico, aiuti di vario genere, facendo crescere la possibilità di aiutare e facendo crescere anche la solidarietà e la pace in questa città.



Ci sono anche famiglie milanesi che hanno “adottato” famiglie rom, seguendole nelle questioni di tutti i giorni che spesso sono sconosciute a chi per la prima volta abita in casa o vive in una metropoli.



Anche se con fatica, continuano anche i percorsi che hanno come obiettivo casa e lavoro. Il momento che attraversiamo rende tutto molto impegnativo, ma con la tenacia si riesce ad andare avanti. Molte mamme si sono rivelate ottime colf, badanti o addette alle pulizie e hanno meritato fiducia e stima di chi le ha assunte. Per gli uomini l’ambito di maggior impiego è quello edile, dove mettono a frutto le loro competenze. Allargare le possibilità di lavoro sarebbe veramente prezioso, quindi se avete occasione di aiutarci anche in questo senso, sarebbe molto, molto importante.



Alle attività che svolgiamo con le famiglie si affianca un dialogo costante con le istituzioni (Comune, Servizi Sociali, strutture sanitarie), al fine di operare verso obiettivi condivisi e di far fruttare al massimo le energie.



Alla scuola si affianca la Scuola della Pace, incontro settimanale organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, che riunisce bambini di provenienze geografiche diverse, per proporre attività educative, momenti di festa ma anche di solidarietà. Anche quest’anno i bambini della Scuola della Pace sono stati presenti al Rigiocattolo a metà dicembre in una piazza centro di Milano, per un’attività di raccolta fondi a favore dei bambini dell’Africa (Progetto DREAM della Comunità di Sant’Egidio); hanno partecipato con entusiasmo, sperimentando così che la gioia di dare non dipende da quanto si possiede ma dal desiderio di essere vicino a chi ha bisogno. Anche se gli stessi bambini che erano in piazza si trovano in una situazione di grande bisogno, hanno imparato che nessuno è così povero da non poter aiutare qualcun altro. Meravigliosa è stata la frase di Sorina che, avendo saputo che a volte i bambini dell’Africa non hanno nemmeno una casa, ha esclamato con passione: “ma allora perchè non vengono nella mia baracchina!”



La frase di Sorina ci sembra un vero Presepe, cioè un luogo aperto con tutto il cuore e con tutta la spontaneità di una bambina a chi ha bisogno e cerca qualcuno che lo accolga.

Lasciamo che siano le sue parole di bimba delle baraccopoli ad indicarci la strada per un Natale sereno e aperto a tutti.



Chi volesse aiutarci può farlo con un bonifico a Comunità di Sant'Egidio Milano onlus, IBAN:IT 42 F 02008 01628 000100909828, causale: minori rom (è importante precisare la causale).Per facilitarci la contabilità,Le chiedo se può poi mandarci una mail a questo indirizzo.



Un caro saluto da

Stefano Pasta - Comunità di Sant'Egidio Milano onlus

Flaviana Robbiati, Assunta Vincenti - "mamme e maestre di Rubattino"

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