Autore: Eva Provedel
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A me sembra sempre, in conformità con la nostra arretratezza culturale, che si faccia in modo di difendere il più possibile l'autore delle violenze (anziché assicurarlo alla giustizia tenendo conto -certo- della gravità del fatto su una minore) e non si usi la stessa tenacia per tutelare chi ha subito le violenze. E' una società in cui ad essere colpevolizzate sono le persone che subiscono, e a cavarsela sono quelle che perpetrano violenze, soprattutto quando le relazioni sono estremamente asimmetriche. Non mi intendo di legge, ma non era possibile, se c'erano cavilli burocratici, anziché ripartire da capo, richiedere a chi aveva scritto le motivazioni di approfondire e aggiungere ciò che mancava? Forse è una domanda ingenua, ma chissà quanti anni ancora dovremo aspettare per rivedere il processo, e nel frattempo ci scommetto che la pena sarà scesa, saranno applicate tutte le attenuanti (certo, dobbiamo difendere il "pover'uomo"), e la bambina sarà diventata ragazzina tra mille problemi senza la certezza che esista una giustizia in questo Paese. Quest'anno il tema di One Billion Rising è proprio la Giustizia. Scendiamo in piazza a ricordare che è IMPORTANTE. E che i cavilli della legge non vengano utilizzati per scagionare i colpevoli e minimizzare gli abusi!
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