Autore: Paolo Burgio
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Forse la sentanza della Corte Costituzionale non è poi un gran male, se in fondo servirà a ricondurre la discussione sulla questione Ponzio entro contesti più appropriati e quindi logici. Sono psssati molti anni da quando frequentavo il Poli e mi rendo conto che oggi questa istituzione possa e debba occuparsi non solo di istruzione universitaria, ma anche sviluppare interessi ed iniziative oltre questa sfera. Rapporti e accordi con il mondo della ricerca e dell'industria, con enti pubblici e privati, iniziative utili a mettendo a disposizione le proprie compenze e professionalità, pur senza invadere ambiti che non sono in fondo riconducibili alla propria missione specifica. Non mi pare plausibile però che la costruzione di residenze universitarie debba avvenire in contrasto o usufruendo in parte di altre strutture pubbliche, sottraendole agli scopi sociali a cui sono destinate ed utilizzate. Come mai il Comune ha abdicato al proprio ruolo affidando ad altri enti la soluzione del problema? Come mai il Comune non è in grado autonomamente da anni di esprimere alcun progetto o proposta per risolvere un problema tutto sommato di piccola portata? Si tratta di adeguare la piscina Ponzio alle esigenze di mantenimento e sistemazione della struttura, di per sé pregevole, largamente utilizzata dai cittadini sia d'inverno, che d'estate. Si tratta di recuperare la bella palazzina anni '30 della via Ponzio, ora destinata a sede di un comamdo di polizia locale, comando che troverebbe senz'altro una piu funzionale sistemazione in altro luogo.
La risposta credo vada trovata nella ormai evidente inadeguatezza, e di conseguenza incapacità, da parte di una struttura centralizzata ad occuparsi di problematiche di livello locale, di importantaza del tutto marginale rispetto alla portata e alla dimensione degli interventi pubblici con cui deve confrontarsi. La dimensione comunale di Milano è già nei fatti metropolitana. Il problema della Ponzio potrebbe con tutta probablità trovare soluzione migliore, in tempi ragionevoli, se venisse demandata alla dimensione locale la ricerca e la proposta di soluzioni mutuate dal consenso dei cittadini, delle parti sociali, dei possibili partners da coinvolgere, poichè il problema sta sicuramente più a cuore di coloro che lo vivono quotidianamente. Non capisco perchè sin da ora non si dovrebbe procedere in questo senso.
Paolo Burgio
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