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 Re: Il Golf al Forlanini prosegue i lavori
Autore: Matteo Santini 
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Buongiorno,

mi permetto di intervenire, e spero di essere breve.

Io e mia moglie siamo tra i primi iscritti all'Urban Golf Milano - questo è il nome dell'"elitario circolo" che allo stato attuale vanta una prestigiosissima "club house" ubicata in un container riscaldato con stufetta elettrica, tre consunte sedie da ufficio e una scrivania.

Posso assicurare, per averlo constatato "sul campo" e non per sentito dire, che per accedere alla struttura non occorre nessuna iscrizione ad alcun "esclusivo club", ed i costi non sono proibitivi, ma in linea con tanti altri campi pratica di Milano (per accedere ai quali, peraltro, non è richiesta in ogni caso alcuna affiliazione, tesseramento o patto di sangue).

Il sig. Bevilacqua giustamente distingue tra il campo pratica ed il percorso di gioco, ma anche qui sfatiamo un mito. Al Mirasole di Opera, percorso di nove buche, ho giocato diverse volte prima ancora di essere tesserato, di essere diventato GA (ossia aver avuto un maestro che attestasse una mia seppur minima padronanza del gioco) o NC (ossia aver passato un esame, gratuito, delle regole).

Già che sfatiamo, il tesseramento alla Federazione costa 65 euro all'anno, ed è possibile fare il cosiddetto tesseramento libero, ossia senza pagare quote associative a club (quelle in effetti iniziano ad avere costi rilevanti): persino il golf club di Tolcinasco, che tutto è fuorchè popolare, consente il tesseramento libero. Volendo, è l'unica spesa fissa per poter giocare a golf, il resto è a consumo e non costa tanto di più del noleggio di un campo di calcetto per due ore.

Quanto al subordinare l'accesso ai campi da golf "seri" all'ottenimento dell'handicap, vi posso garantire, da giocatore "a caccia di handicap", che non è una vessazione o un rito di iniziazione per scoraggiare i poveri. Sarete voi i primi a "non avere il coraggio" di andare a zappare zolle e tirare palline senza controllo, prima di aver acquisito padronanza in uno sport difficile, veramente difficile, e per questo tanto più soddisfacente quando inizierete a vedere che il vostro swing inizia a dare i risultati desiderati, il vostro putt smette di fermarsi a metri dalla buca e soprattutto il vostro umore rimane inalterato anche di fronte al più agghiacciante degli errori.

Si chiama spirit of the game, si impara giocando a golf e poi si usa nella vita. Ed è molto più facile ottenerlo se vi accostate al golf senza "puzza sotto il naso".

Matteo Santini

P.S. breve non sono stato, spero almeno chiaro...

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