Votare sì o no, non votare al referendum sulle trivelle?
Il prossimo 17 aprile saremo chiamati a votare sul referendum popolare che riguarda le atività di ricerca e di estrazione del petrolio nelle acque territoriali italiane, il referendum NO TRIV. Cosa ne sappiamo?
(Paolo Burgio)16/03/2016Nonostante la scadenza del 17 aprile sia ormai vicina ci sembra che a proposito del referendum promosso da 9 regioni italiane sulle trivellazioni per la ricerca e l'estrazione del petrolio in prossimità delle coste italiane le informazioni divulgate dalla televisione di stato e dalla grande stampa nazionale, siano state e siano piuttosto scarse.
Ci sentiamo quindi spinti a parlarne, non solo per colmare il deficit informativo e per sensibilizzare i lettori sulla questione in sé, quanto per denunciare il fatto che chi controlla l'informazione pubblica su vasta scala ha il dovere di portare a conoscenza dei cittadini le questioni di rilievo, e un referendum popolare su scala nazionale relativo all'estrazione del petrolio, con tutte le conseguenze ambientali, sociali ed economiche che ne conseguono, non può essere trascurato. Ha a che fare con il principio fondamentale per cui si indice un referendum, la pratica in concreto della democrazia.
Sono abbastanza certo ad esempio che in altri paesi, ad esempio sui giornali inglesi, verrebbe data la massima rilevanza ad una tal questione, sollevando dibattiti, pubblicando interventi pro o contro, dando spazio al parere di esperti e dei cittadini, con tempestività ed assiduità. Non mi pare questo stia avvenendo qui da noi, anzi dato che il referendum è soggetto al quorum, sono indotto a pensare che la malcelata intenzione dei media sia quella di non occuparsene, se non per il minimo necessario a non dare questa impressione.
Sappiamo bene qual'è la posizione del governo Renzi. Nella legge di Stabilità votata nello scorso dicembre ha inserito l'articolo sul quale dovremo pronunciarci, articolo che ha suscitato l'opposizione delle regioni promotrici del referendum ritenendo con ciò di intervenire a difesa dell'ambiente e delle popolazioni interessate dal provvedimento governativo.
Proprio per questo sarebbe un elementare obbligo da parte sia degli organi della televisione (servizio pubblico), che della stampa promuovere e sollecitare dibattiti per affrontare seriamente la questione, indipendentemente dalle opinioni di parte e prescindendo dagli slogan, per permettere ai cittadini chiamati ad esprimere un voto di farlo con cognizione di causa e per far prevalere le ragioni di una maggioranza informata e consapevole, questo è lecito augurarsi e così dovrebbe succedere in democrazia.
Questa assoluta mancanza di spirito democratico mi sembra così radicata che ormai non viene nemmeno recepita da quello che una volta si definiva “l'immaginario collettivo”, ossia la rappresentazione della percezione diffusa di un aspetto della realtà. Non ci domandiamo più cosa è lecito e ammissibile e cosa invece non è tollerabile, il sonno della democrazia.
Ci ripromettiamo allora di raccogliere motivati commenti e pareri pro o contro il prossimo referendum sulle trivellazioni, anche da parte dei lettori, e di pubblicarli in un prossimo articolo.