Harper Regan

In scena all’Elfo Puccini sino al 6 marzo la nuova regia di Elio De Capitani che per la prima volta si cimenta con l’autore inglese Simon Stephens.

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Inghilterra oggi. Sobborghi di grandi città come Londra e Manchester. All’interno della famiglia tipo (lei, lui, una figlia di 17 anni) deflagra il caso di una presunta pedofilia di lui. L’equilibrio apparente si sfalda anche se formalmente la famiglia rimane unita. Lei, quarantuno anni portati così così, coglie la triste occasione della morte del padre per interrogarsi intorno a se stessa. Lascia il lavoro dopo un serrato colloquio con il suo capo, non riesce a dare l’ultimo saluto al padre, bisticcia in un bar con un giovanotto intraprendente e gli ruba il giubbotto, ha un rapporto sessuale occasionale con un signore di mezza età conosciuto in rete, tenta un’improbabile riconciliazione con la madre, conosce un adolescente di colore per il quale prova momenti di tenerezza, torna a casa alla ricerca della sua normalità.

Sin qui la scarna cronaca che restituisce in estrema sintesi “due giorni nella vita di una donna”, come recita il sottotitolo del dramma.

C’è poi la storia con tutte le sue implicazioni di testa e di cuore, di pancia e di sesso nella quale i personaggi cercano di ritagliarsi un ruolo decisivo, su tutti Harper Regan nell’interpretazione sofferta di Elena Russo Arman. Intorno a lei la disarmante fragilità del marito (Cristian Giammarini), la contraddittoria vitalità della figlia (Camilla Semino Favro), la tristezza infinita della madre (Cristina Crippa). Unica nota positiva sembrerebbe essere la franchezza giovanile, malgrado tutto, del giovane Tobia (Martin Chishimba). La storia finisce con un sogno che difficilmente si avvererà, condannando i personaggi alla mediocrità a cui sono naturalmente destinati.

Il testo di Simon Stephens, per la prima volta rappresentato in Italia, indaga sui malesseri esistenziali che riguardano noi tutti attraverso la figura emblematica di una donna alla ricerca di se stessa senza, almeno apparentemente, riuscirci.

I dialoghi serrati, le luci e gli ambienti algidi sottolineano il disagio dei personaggi. Grande coralità degli attori a lungo applauditi, con il regista, dopo quasi tre ore di spettacolo.

Tu chiamale se puoiemozioni.


Harper Regan

Due giorni nella vita di una donna

Di Simon Stephens

Regia di Elio De Capitani

Con Elena Russo Arman, Cristina Crippa, Camilla Semino Favro, Cristian Giammarini, Francesco Acquaroli, Martin Chishimba, Marco Bonadei


Al Teatro Elfo Puccini sino al 6 marzo


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