Andar per libri: Il primo sguardo

Un’intensa conversazione tra Ermanno Olmi e Marco Manzoni sui valori veri della vita in cui il cinema assume quasi un’importanza quasi collaterale in una carriera artistica senza ombre. ()
olmi il primo sguardo

Sulla figura e sull’umanità di Ermanno Olmi si è scritto molto e sempre in modi comprensivi ed elogiativi.

Arriva ora in libreria un agile libretto (per le dimensioni) edito, con elegante grafica, da Bompiani che arricchisce di nuove sfumature la vicenda umana e morale del regista di origini bergamasche.

La prima parte del libro è dedicata a una lunga conversazione in cui Marco Manzoni, eclettico operatore culturale, sottopone Olmi a una serie pertinente di domande a cui il regista non si sottrae mai e anzi rilancia ampliando il fronte degli argomenti che toccano, oltre al sentire artistico, la sua particolare visione del mondo attraverso quattro situazioni chiave: il mondo del lavoro, il tempo, la natura, la spiritualità. Sono del resto questi i temi sui quali si articola la seconda parte del libro dedicata alla poetica di Olmi.

Ed è proprio Intorno a questi elementi portanti che si muove il mondo del regista da quando, giovanissimo, approdò a Milano per frequentare l’Accademia d’arte drammatica per finire impiegato di concetto alla Edisonvolta che gli offrì l’occasione e l’estro di diventare uomo di cinema, affidandogli la realizzazione delle sue prime esperienze cinematografiche. Nel libro, in verità, il cinema compare quasi sullo sfondo, quasi come una naturale emanazione del sentire umano di un autore che definire anomalo è un pregio e non un limite.

Il titolo stesso del libro rimanda a una facoltà umana, lo sguardo, che è decisamente fondamentale anche per chi fa cinema. Il primo sguardo, per Olmi, è quello “che si scambiarono sua madre e suo padre, quando si innamorarono l’una dell’altro”. Fu quello sguardo la scintilla di vita che determinò la nascita di Olmi e tutta la sua vita è segnata dagli sguardi suoi e degli altri, sguardi pieni “di meraviglia, sogno, mistero, pietas”.

Oggi, alla soglie degli 84 anni di età, Ermanno Olmi raccoglie con qualche amarezza i frutti di una vita dedicata a descrivere l’umanità degli ultimi, dei dimenticati dalla storia.

Dice Olmi:”…mi rammarica constatare che l’uomo non riesca con la ragione a modificare se stesso e debba aspettare che accadano le carestie, le guerre e quant’altre catastrofi per potersi rendere conto degli errori che commette”.

Nella lunga conversazione emergono poi altre parole chiave che hanno determinato il lavoro ma anche la vita del regista: l’amicizia, la famiglia, il perdono, il sogno.

Nella terza parte il libro ospita sinossi ragionate delle opere cinematografiche di Olmi, dai primissimi documentari “industriali” dedicati al mondo del lavoro e al suo rapporto con la natura come il primissimo “La diga del ghiaccio” (1955) o l’ultimo “La Terra Madre” (2009) che indaga sui temi fondanti dell’impegno del movimento di Slow Food e del suo fondatore Carlo Petrini.

Sempre tra i documentari è utile ricordare “Milano ‘83” (1984) che quando venne presentato in pubblico sembrò essere un attacco del cattolico Olmi alla sinistra (il sindaco era Carlo Tognoli) che governava a quel tempo Milano. Con il senno di poi, aveva naturalmente ragione Olmi nel descrivere una città piena di contraddizioni e già allora alla ricerca di se stessa.

E poi i lungometraggi. Non tantissimi, poco più di un dozzina a partire da “Il tempo si è fermato” (1959). Occorre però ricordare che, nel pieno della maturità creativa, Olmi ha dovuto fare i conti con una grave malattia che ha richiesto tutte le sue forze per essere, tra mille difficoltà, superata.

Tra i suoi titoli è difficile non riconoscere la poetica assoluta di “Il posto” (1961), la struggente epopea contadina di “L’albero degli zoccoli” (1978), Palma d’oro a Cannes, e la lucidità narrativa di “Torneranno i prati” (2014).

Bel lavoro questo di Marco Manzoni che riesce a restituire appieno tutta l’umanità di un uomo di cultura, ricco di tribolazioni esistenziali, ma senza ombre morali e creative.

Che dire infine? Per parafrasare il titolo di un suo film, “lunga vita al signor Olmi!”



con Marco Manzoni
Il primo sguardo

Bompiani
2015, pp.186, € 12

(Massimo Cecconi)




Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha