Riaprire i Navigli: una proposta fattibile e conveniente?

Si è svolto lunedì 21 giugno alla Confcommercio in corso Venezia 47 un secondo incontro di presentazione dello studio di fattibilità per la riapertura dei Navigli a Milano, ricoperti negli anni '30 per far posto alle auto.

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mappa milano navigli

Dopo un primo incontro avvenuto lo scorso 10 giugno, al quale moltissimi non hanno potuto partecipare poiché la sala conferenze a Palazzo Reale era strapiena, è stata riproposta la presentazione dello studio di fattibilità sulla riapertura dei navigli a Milano presso la capiente sala Orlando della Confcommercio in corso Venezia. Un progetto, coordinato dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, a cui la vicesindaco e assessora all'Urbanistica Ada De Cesaris sembra tener molto, inserito nel nuovo PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile). Nel 2011 era stato promosso un referendum consultivo e la stragrande maggioranza dei cittadini che avevano risposto si era dichiarata favorevole alla risistemazione della Darsena ed alla riattivazione del sistema dei navigli milanesi, Invero nel quesito referendario si dava un'indicazione di costo delle opere pari a 10 milioni di euro all'anno per tre anni, un importo valido per la Darsena e non certo riferibile ai Navigli.

Il piano di fattibilità illustrato dai coordinatori dello studio nello specifico ha preso in considerazione la riapertura del Naviglio attraverso Milano a partire dal Naviglio Martesana lungo l'antico tracciato e quindi passando per via Melchiorre Gioa, arrivando al tumbùn de san Marc, e seguendo la Cerchia dei Navigli, via Senato, via Francesco Sforza, via Mulino delle Armi, via De Amicis, sino alla Conca dei Navigli e alla Darsena.

Con quali modalità, previsioni di utilizzo e intenti?

La ricostruzione completa di un canale in grado di consentire una navigazione turistica lungo tutto il percorso mediante piccoli natanti, prevedendo numerose chiuse e adeguate altezze sotto i ponti, con alcuni tratti interrati (ad esempio in corrispondenza dell'attraversamento del nuovo quartiere di Porta Nuova), affiancato da una pista ciclabile. Anche se Ada De Cesaris lo ha definito un intervento infrastrutturale, questo progetto è di natura essenzialmente paesaggistica e ambientale, è finalizzato alla valorizzazione del contesto urbano entro il quale si snoda il Naviglio, con l'ambizione di recuperare la antica immagine di Milano città d'acqua.

Lasciamo a chi è più esperto di noi il giudizio sulla possibilità di restituire a Milano un'eredità storicamente perduta. Certo è che l'idea di far rivìvere il Naviglio ai milanesi piace e suscita consenso, come ha dimostrato il grande favore con cui hanno accolto la riapertura della Darsena. Ma in questo caso la memoria del luogo non era certo scomparsa e ciascuno ha potuto percepire la riapertura come restituzione alla città di un bene pubblico, lasciato in stato di abbandono per anni. Un merito che va assolutamente riconosciuto all'attuale giunta.

Lo studio, consultabile sul sito del Comune, ha valutato sotto tutti gli aspetti la fattibilità dell'opera, l'assetto idrogeologico e le interferenze con il sistema dei corsi d'acqua esistenti, l'impatto sul territorio e sulla viabilità attuale e futura, le tempistiche e i costi e benefici, che sono stati ampiamente illustrati dai relatori. Una presentazione che denota la volontà di fornire ai cittadini un'informazione completa e trasparente sull'iniziativa che questa amministrazione intende perseguire.

Sono state considerate le possibili criticità ed obiezioni.

La principale, forse, riguardante la mobilità. Il sistema del trasporto pubblico milanese sarà in grado di garantire una consistente riduzione del traffico automobilistico verso il centro della città, quando sarà finita anche la linea M4, entro i prossimi sette anni, e quando anche il Naviglio dovrebbe essere in gran parte completato. In questo scenario le simulazioni di traffico all'esterno della cerchia del Naviglio mostrano che non si avranno situazioni di congestione e che anzi la realizzazione del Naviglio servirà di stimolo all'uso del mezzo pubblico. La maggior fruibilità del centro come luogo di svago e di passeggio, in un ambiente gradevole dovrebbe sostanzialmente disincentivare i cittadini ad usare l'auto. C'è quindi da aspettarsi una estensione della vocazione turistica e commerciale del centro città, in una zona più ampia di quella attuale, come succede di regola quando pregevoli aree urbane vengono sottratte al traffico automobilistico.

Un'altra obiezione riguarda il disagio dovuto all'apertura dei cantieri, che in questi anni hanno procurato notevoli disturbi e non pochi intralci in gran parte della città, protraendosi per tempi eccessivamente lunghi, per il lavori prima della M3, poi della M5. La M4 appena iniziata ha pure sollevato forti proteste e lamentele. E' stato fatto presente che la realizzazione del nuovo canale potrà avvenire per stralci successivi, contenendo le zone interessate dai cantieri entro limiti ristretti. Va notato però che durante questi lavori sarà necessario deviare le acque e costruire una condotta alternativa per convogliarne il flusso alla Darsena. Non ci è parso che lo studio abbia affrontato a sufficienza questo aspetto.

Va poi detto che questo progetto potrà e dovrà essere realizzato esclusivamente tramite investimenti pubblici; ci auguriamo che, a fronte di un progetto unitario esecutivo di massima, le eventuali opere, suddivise in lotti funzionali, vengano appaltate, come è stato opportunamente rilevato durante l'incontro, senza ricorrere al criterio del massimo ribasso, ma secondo una serie di parametri che consentano di scegliere le migliori offerte sotto il profilo tecnico-economico, salvaguardando la qualità dei manufatti, essenziale per un intervento di natura paesaggistica ed ambientale.

E veniamo alla valutazione dei costi e dei benefici attesi.

La stima del costo da sostenere per riaprire il Naviglio milanese in base al progetto predisposto è di 406,9 milioni di euro. Se la stima dei costi di realizzazione non è difficile, il computo dei benefici non è affatto agevole e nemmeno direttamente quantificabile. Il pregio essenziale dell'opera consiste nel recupero di un ambiente urbano al fine di valorizzare il paesaggio e la qualità della vita derivante dal godimento di questo ambiente.

Si possono considerare i vantaggi dovuti ad una prevedibile maggior affluenza turistica, tale comunque da non giustificare l'entità dell'investimento. Sarebbe possibile effettuare recuperi energetici sfruttando il salto idraulico o smaltire nel canale acqua di falda in quantità rilevanti per nuovi efficienti impianti di riscaldamento/condizionamento con pompe di calore, soluzioni che restano comunque del tutto marginali.

Per pesare il maggior beneficio atteso, la valorizzazione del territorio, si è adottato il criterio di quantificare l'incremento del valore immobiliare delle aree lungo il percorso del Naviglio, che risultando maggiormente appetibili e ricercate, si rivaluteranno Questo incremento di valore è stato stimato pari a 769 milioni di euro.

Tralasciando le ipotesi prospettate dal presidente dell'Associazione Amici del Naviglio, che vagheggia una Darsena trasformata in porto turistico lungo una ipotetica idrovia Locarno, Milano, Venezia, e che ha ricordato i tempi in cui si trasportava il marmo per via d'acqua sino al Duomo in costruzione (teniamo presente che per percorrere il tratto del nuovo Naviglio di circa 8 chilometri ci vorranno almeno 2 ore e mezza e che forse tra non molto potremo ricevere a domicilio con un drone la merce appena ordinata via Internet) lo studio prospetta una piena fattibilità dell'intervento a supporto delle intenzioni già dichiarate dalla giunta di voler reperire i fondi necessari a dare piena attuazione al progetto.

Un'obiezione di fondo che può essere mossa a queste intenzioni è quella delle priorità e richiede una valutazione politica ed un confronto aperto, non ideologico, ma realistico delle opinioni. Va tenuto presente che in molte parti della città, ormai anche istituzionalmente avviata verso la dimensione metropolitana, sarebbero necessari interventi di recupero, sanando situazioni di indubbio degrado. Probabilmente una analisi costi-benefici fatta con lo stesso criterio adottato per i Navigli porterebbe a considerare prioritaria la destinazione di importanti investimenti verso le periferie, piuttosto che verso il centro. Esistono poi non meno importanti esigenze di solidarietà sociale di cui tener conto, anche se questo tema va considerato nell'ambito della globalità dei programmi e degli impegni che l'amministrazione assumerà.

La domanda finale, ma ci possiamo permettere il lusso di riaprire i Navigli viste le attuali difficoltà economiche in cui versa il sistema Italia?

Dopo averci riflettuto sopra scarterei il no, che mi viene in mente come prima risposta. Penso che abbellire e rendere più godibile l'ambiente in cui viviamo non sia solo un lusso, ma un criterio da seguire. In fondo Milano è Milano perché ha il Duomo, la Galleria e il Teatro alla Scala e questi sono segni distintivi e qualificanti di un posizionamento culturale. La cura dell'ambiente, sia quello naturale, sia quello da noi creato non solo può incidere sulla qualità della vita, ma anche orientare la società a comprendere il valore del bene comune, valore che non ha mai goduto di buona salute, tanto meno ai tempi che corrono.

Il criterio della condivisione del bene pubblico dovrà essere comunque essere fatto salvo e bisognerà scongiurare la logica della Grande Opera, lo sfruttamento della risorsa pubblica ad uso privato, che in questo caso produrrebbe oltre al danno la beffa. Un disastro assolutamente da evitare e un impegno che l'attuale e le future amministrazioni dovranno dimostrare di voler mantenere, se il progetto verrà finalizzato e finanziato.


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Re: Riaprire i Navigli: una proposta fattibile e conveniente?
25/06/2015 Paolo Burgio
I Naviglio che attraverserà Milano sarà alimentato dalla Martesana, che deriva la sua acqua dall'Adda, quindi le acque del Naviglio, come quelle degli altri Navigli, sono acque di superficie, provenienti dai laghi. Se Le interessano maggiori dati li può trovare sul sito del Comune http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/servizi/territorio/Riapertura_dei_Navigli.
Un dossier completo dello studio lo trova a questo link http://mediagallery.comune.milano.it/cdm/objects/changeme:37430/datastreams/dataStream17039747799113198/content.
Cordiali saluti


Re: Riaprire i Navigli: una proposta fattibile e conveniente?
25/06/2015 baldo
Buongiorno, da vecchio milanese devo dire che mi piacerebbe moltissimo che i navigli fossero riaperti (magari ci potrebbe essere anche un miglior controllo dell'inquinamento degli stessi, dal momento che sarebbero in vista [almeno parzialmente]; ho provato a seguire il link da questa pagina "Navigli, nuova tappa...." ma i files salvati su Wetransfer non sono più disponibili, peccato! mi sapreste dire come ritrovarli?
Grazie, Baldo


 
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