Nutrire il pianeta. Chi lo farà, le multinazionali....o i contadini?

Al convegno internazionale Expo dei Popoli svoltosi il 3, 4 e 5 giugno alla Fabbrica del Vapore hanno partecipato i rappresentanti dei movimenti e delle associazioni convenuti a Milano da tutto il mondo per un confronto di idee, proposte e azioni in antitesi al modello celebrato da Expo 2015. 

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Il documento pubblicato alla conclusione dei lavori dell'Expo dei Popoli ha voluto far conoscere e mettere in evidenza le distorsioni e le carenze che oggi esistono nel mondo per quanto riguarda il sistema-cibo, una situazione destinata a peggiorare sempre più se non interverrà una piena e consapevole assunzione responsabilità da parte dei cittadini e delle istituzioni.

Preoccupazioni eccessive dettate da posizioni ideologiche e preconcette? Non pare proprio se si considera la gravità delle contraddizioni denunciate dai movimenti dei contadini, degli agricoltori, dei pescatori, da chi lavora la terra e da questo lavoro trae sostentamento. Il 70 % della produzione agro-alimentare mondiale deriva dai piccoli produttori, ma questa categoria non viene affatto sostenuta dalle politiche nazionali e tanto meno da quelle internazionali, mentre deve affrontare oggi condizioni sempre più difficili per mantenere la propria autonomia,

Come ha ricordato Carlo Petrini nel suo intervento una volta i contadini erano sì poveri, ma non morivano di fame, oggi succede che in India il 5% dei contadini muore di fame a causa dell'accaparramento delle terre (land grabbing) per introdurre agricoltura intensiva. Da noi il 30 % del cibo industrialmente prodotto va sprecato, a vantaggio del fatturato di chi lo immette sul mercato, ma con un impiego elevato di risorse lungo tutta la catena di produzione e distribuzione di quel cibo. Aumentano obesità e disfunzioni dovute alla cattiva alimentazione, mentre in altre zone del pianeta c'è chi muore di fame.

L'utilizzo di sementi transgeniche non salvaguarda la biodiversità che le pratiche dell'agricoltura tradizionale hanno permesso di mantenere nel corso dei secoli, mentre ai contadini viene impedito di produrre le proprie sementi. Se non sapremo riconoscere a chi produce alimenti genuini una giusta remunerazione, il mercato di massa sarà appannaggio di chi produce al minimo costo, utilizzando pratiche e sistemi impiegabili solo su vasta scala e il cibo di qualità diventerà un lusso per ricchi.

Ha affermato Petrini: “Bisogna assicurare il diritto di proprietà delle sementi alle piccole comunità contadine e garantire protezione alle aziende a conduzione famigliare”. A queste va consentito un giusto guadagno, perché Il cibo non può essere assimilato ad un bene di consumo immesso sul libero mercato, che incrementa la produzione, abbassa i costi e massimizza il profitto, scaricando però sulla collettività una serie di oneri che, se venissero conteggiati impedirebbero la diffusione di massa del cibo industriale.

Mi riferisco ai costi derivanti dall'impoverimento dei suoli, dalla deforestazione in atto in Brasile e altri paesi, ai danni ambientali provocati a lungo andare dall'impiego di enormi quantità di sostanze tossiche e nocive, alla contaminazione delle acque e alle dispersioni atmosferiche, senza considerare i danni alla salute per le fasce meno protette della popolazione, situazioni che abbiamo tutte, se si vuole, sotto gli occhi quotidianamente.

La sfida su cui Expo 2015 tace è quella del “giusto guadagno” dei contadini, degli allevatori, dei pescatori a cui si contrappone il perseguimento del “massimo profitto” da parte di chi possiede risorse finanziarie esorbitanti e può permettersi di orientare l'opinione pubblica e condizionare il mercato. Una sfida che non ha nulla di ideologico, come si vuol far credere, in cui giocherà un ruolo essenziale la consapevolezza e la scelta dei cittadini, se si vuole evitare che sia il “mercato libero” ad imporre le proprie regole al pianeta.

E Petrini non ha avuto mezze misure nel dire che la “Carta di Milano” di Expo non va bene e nel denunciare lo spazio che le multinazionali si stanno prendendo. Ha detto Petrini: “ è una scelta sbagliata, il loro modello di consumo è l'esatto contrario di quello necessario per il nostro pianeta. Dobbiamo tornare a dare valore al cibo, consumare meno, sprecare meno e mangiare meglio”.

Non dimentichiamo che si sta negoziando il TTIP (Transatlantic Trade & Investment Partnership), accordo che consentirà alle multinazionali di mettere in discussione il nostro diritto alla sovranità alimentare, minacciando, con il pretesto di eliminare le barriere normative, la sopravvivenza delle comunità agricole locali, la proprietà delle sementi, lo sviluppo dei saperi tradizionali insieme alla sperimentazione di pratiche innovative aperte a tutti ed a beneficio dei popoli. I tragici esiti di questi accordi nei rispetti del mondo contadino si sono potuti vedere là dove simili accordi “di libero scambio” sono stati introdotti.

Alla manifestazione erano presenti oltre a tante associazioni e ONG italiane numerose reti internazionali: Rete delle Comunità del Cibo di Terra Madre, Global Call to Action Against Poverty (GCAP), La Via Campesina, IPC (International Planning Commitee on Food Sovereignty), Nyeleni Europe, World Fair Trade Organization, Urgenci (The International Network of Community Supported Agriculture), RIPESS (Reseau Intercontinental de Promotion de l'Economie Sociale Solidaire), Climate Action Network, La Red Vida (Vigilancia Interamericana para la Defensa y Derecho al Agua).

Carlo Petrini ha sollecitato non solo le organizzazioni presenti, ma anche tutti i movimenti civili ad impegnarsi per sostenere il mondo contadino perché l'esito di questa battaglia dipende in fondo da noi. Dal 3 al 6 ottobre a Milano si celebrerà l'evento Terra Madre Giovani, dedicato ai giovani contadini provenienti da ogni paese, per dare alle nuove generazioni, da cui dipende il futuro del mondo l'opportunità di discutere e trovare le soluzioni più adatte ad affrontare le sfide che li attendono.


Per chi volesse approfondire:

Il documento conclusivo di Expo dei popoli

Il video dell'intervento di Carlo Petrini 

Il progetto Terra Madre

SDGs (Sustainable Development Goals) La dichiarazione sui principi per uno sviluppo sostenibile che verrà discussa all'ONU il prossimo settembre


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