Corso Buenos Aires: serve più Politica e meno politica!
(Paolo Morandi)06/06/2015
Eppure da un breve sondaggio eseguito tra i passanti del corso, il 90% si è detto favorevole alla sua pedonalizzazione .
Ma allora dov'è il problema?
Innanzitutto con l'Amministrazione che non è riuscita in questi anni a pilotare un intervento di questo genere. L'Amministrazione è stata troppo succube di posizioni conservatrici espresse da alcune associazioni di commercianti del corso, e non ha avuto il coraggio nemmeno per imporsi con dei progetti pilota che prevedevano la chiusura almeno per una domenica al mese. Alla fine i progetti di chiusura, in un anno, si contano sulle dita di una mano.
Eppure all'inizio sembrava che tutto andasse verso un serio impegno delle parti, per un lavoro su questo obbiettivo, ma la realtà si è scontrata con un'opposizione feroce da parte di alcune associazioni di commercianti, così come nella vicenda esposta all'inizio di quest'articolo.
A dire il vero, la sensazione che qualcosa non andasse per il verso giusto c'è stata sin dalla nascita del DUC (Distretto Urbano di Commercio), in cui sono stati deliberatamente esclusi i cittadini e le forze politiche favorevoli alla chiusura del corso. All'interno del DUC, l'unica voce rimasta a contrastare le posizioni conservatrici è stato il Consiglio di Zona, con cui la polemica è costante.
Eppure nelle principali città europee si va sempre più verso la pedonalizzazione delle aree commerciali delle città, e le statistiche dicono chiaramente che c'è un incremento del fatturato nel momento in cui gli acquirenti (per me sono cittadini, ma per i commercianti sono solo tali) hanno la possibilità di fermarsi, chiacchierare, vivere con agio il momento dello shopping.
La cosa più incredibile è che anche la componente renziana del PD, riunitasi oggi in un convegno chiamato "La Leopoldina di Milano Est", sull'argomento "Corso Buenos Aires - Il commercio che sfida la crisi" abbiano invitato solo appunto Marco Barbieri!
Il suo intervento, senza neanche la possibilità di un contraddittorio, è stato ciò che c'è di peggio nell'analisi di un problema di questo genere.
Per prima cosa ha definito il DUC il reale luogo ove possono essere decise le chiusure del viale, dicendo che è aperto a diverse istanze, ma, come già detto, tutte di commercianti e quindi di fatto un'unica voce!
Secondo, ha tirato in ballo che la pedonalizzazione del corso creerebbe gravi problemi di traffico: ma no!!! Che un'amministrazione, anche se di sponda diversa dalla sua, non prenda in considerazione i problemi riguardo alla mobilità è per lui dato come scontato, tant'è che devono essere i commercianti a far notare una cosa del genere! Ma dove viviamo e, soprattutto, come si permette?
Terzo, ha osato fare il paragone con il concerto di Radio Italia in piazza Duomo per dimostrare che masse non significa guadagni per il commercio, additando al fatto che il Savini e gli altri ristoranti-bar della galleria non hanno avuto un maggior guadagno dall'afflusso di decine di migliaia di persone in piazza Duomo. Ma che c'entra? Nelle domeniche di chiusura di corso Buenos Aires c'erano migliaa di persone che giravano per il viale ed anche i negozi erano pieni. Come si fa a fare un paragone del genere?
Quarto, ha sostenuto che nelle domeniche di chiusura c'è stato un calo del fatturato!! Quando le cifre sono ideologia! Calo rispetto a cosa? Al sabato? Dei commercianti che tengono normalmente aperto la domenica? Detto così è uno schiaffo dato a freddo e che merita solo una risposta secca!
La cosa evidente è una sola: è che a queste associazioni di commercianti la cosa che preme di più è l'intervento a gamba tesa nella politica e l'intenzione di iniziare sin da subito la campagna elettorale del 2016!
Altra cosa evidente è l'incapacità di innovarsi per poi piangere sulla crisi, il non vedere le chiusure come occasione per ridisegnare un modo di fare shopping, cambiare logiche e modi di rapportarsi al pubblico. Cose normali in tutto il mondo, qui diventano impossibili e non vedo altra ragione se non il fatto che stanno facendo politica (sottolineo il fatto che l'ho scritta con la p minuscola, visto che per me la Politica è una cosa seria fatta con i cittadini e dai cittadini), indifferenti anche allo stesso settore che dicono di difendere.