Corso Buenos Aires è forse diventato proprietà privata?
Come al solito, arrivano le proteste strumentali di una parte di commercianti.
Pubblichiamo il Comunicato Stampa di Sara Rossin, vicepresidente del Consiglio ii Zona 3.
(Sara Rossin)12/05/2015
Tutte le volte che il Consiglio di Zona 3 ha la possibilità di sostenere o realizzare qualche iniziativa sul corso Buenos Aires si levano, su tutti i giornali, le grida lamentose e minacciose di Gabriel Meghnagi e Marco Barbieri, rispettivamente presidente di Ascobaires e vicesegretario generale di Confcommercio Milano-Lodi-Monza e Brianza. È successo puntualmente anche nei giorni scorsi per un torneo di regolarità per auto storiche, la cui organizzazione è stata proposta da un’associazione specializzata al Consiglio di Zona 3 che l’ha fatta sua con apposita delibera.
< …il Consiglio di Zona
3 non faccia
fughe in avanti …>
< …il Consiglio di Zona
3 finge che
il DUC non esista…>
< …al Consiglio di Zona
3 diciamo
chiaro e tondo che gli eventi delle chiusura domenicali si
concordano con il
DUC …>
Tutto ciò suona strano, in quanto l’Unione del Commercio e la stessa Ascobaires hanno più e più volte ribadito la loro posizione favorevole alla chiusura del corso una domenica al mese con eventi; che il DUC (Distreto Urbano del Commercio) Buenos Aires ha concordato la chiusura con eventi del corso per nove domeniche nei sei mesi di EXPO; che l’iniziativa delle Auto Storiche è stata prevista per una di quelle nove domeniche, la prima in cui era già prevista la concomitanza con un evento organizzato dal Consiglio di Zona 3 (la seconda sarà il 20 settembre con UN MIGLIO DI SPORT). Ne volevano sei, ne hanno concordate nove, per ora se ne prevedono solo due e continuano a protestare.
È del tutto evidente che l’oggetto del contendere non è questa o quella iniziativa, questa o quella chiusura del traffico. L’oggetto del contendere è “di chi è corso Buenos Aires?”.
E su questo la risposta è chiarissima: corso Buenos Aires è prima di tutto della città di Milano e delle Istituzioni che la rappresentano, Comune e Zona 3, è poi dei cittadini che sempre più numerosi rispondono ai nostri sondaggi che la chiuderebbero volentieri al traffico anche tutte le domeniche, è infine delle realtà commerciali, economiche e associazionistiche che vi operano, compresa Ascobaires, anche se rappresenta forse il 30% delle attività commerciali del corso, perché l’altro 70% consiste in negozi delle catene commerciali internazionali che sul corso operano gradendo le iniziative pubbliche che vi si realizzano e senza stracciarsi le vesti per non aver avuto diritto di rappresentanza nel DUC Buenos Aires.
Il DUC,
dice la Legge
Regionale istitutiva, ha il compito di “fare
del commercio il fattore di innovazione, integrazione e
valorizzazione di tutte
le risorse di cui dispone il territorio” e di “accrescere l’attrattività, rigenerare il tessuto
urbano e sostenere la competitività
delle sue polarità commerciali”.
Bene, nei suoi due anni di vita, il DUC Buenos Aires non
ha saputo
organizzare alcuna iniziativa in attuazione del suo mandato,
Ascobaires non ha
proposto granchè tranne qualche campagna di saldi. Di fatto il DUC è stato
paralizzato da
questo braccio di ferro sul “possesso” del corso e le poche
iniziative svoltesi
per accrescere l’attrattività di corso Buenos Aires,
valorizzando tutte le
risorse di cui dispone il territorio, sono state realizzate dal
Comune, dal
Consiglio di Zona 3 e da qualche grande realtà organizzata, non
certo da
Ascobaires né da Confcommercio.
Comunque, il Consiglio di Zona porta al DUC le iniziative che vuole realizzare, perciò prima il Consiglio di Zona 3 decide che cosa vuole fare e lo esprime con apposita delibera, che è il suo modo istituzionale di dialogare con l’esterno, e solo dopo lo porta al DUC. Senza veti da parte di nessuno.
Sara Rossin
Vicepresidente del Consiglio di Zona 3