Casa-Museo Boschi Di Stefano: il tripudio del ‘900


Una collezione di oltre duemila opere dell'arte italiana del ‘900, donata al Comune di Milano da una coppia di straordinari collezionisti, è esposta al pubblico in una bella casa di Via Jan.
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Via Giorgio Jan è una stradina tranquilla, in parallelo tra corso Buenos Aires e via Morgagni. Al numero 15, in un palazzotto civile degli anni ’20/’30 senza particolare sfarzo ma di solida tradizione borghese, si manifesta l’appartamento abitato a lungo dai coniugi Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, due straordinari collezionisti d’arte che nel corso della loro vita hanno raccolto oltre duemila opere di autori italiani del ‘900 (collezione donata nel 1974 al Comune di Milano) di cui una selezione di circa 300 opere sono in mostra permanente dal febbraio del 2003.

Un piccolo ma originale ascensore del tempo del Liberty con bottoniera in ottone porta al piano e si entra così in questa casa come se si andasse a far visita ad amici decisamente  ricchi ma anche un po’ eccentrici. Talmente eccentrici da aver dedicato il loro appartamento all’arte italiana del ‘900 (dagli anni ’10 agli anni ’60). Talmente ricchi, anche di ingegno, da non temer confronti con musei più noti e titolati.

Là sulle pareti, si affollano e quasi si sovrappongono alla vista  i maggiori nomi della pittura italiana. Non manca pressoché nessuno:  Severini, Boccioni, Funi, Carrà, Casorati  illustrano le pareti di una fantasmagorica storia dell’arte. Morandi, Fontana, Guttuso, Campigli, Vedova, Manzoni (Piero) sviluppano una ideale ricerca di stili e di poetiche. Sassu, Marussig, Sironi, De Pisis, Crippa  riempiono gli occhi dei visitatori attoniti. Tutta la pittura del novecento italiano in poche decine di metri quadrati, una sarabanda persino eccessiva.
Su pareti attigue l’opera di due fratelli, “La scuola dei gladiatori” (1928) di de Chirico e “L’Annunciazione” (1932) di Savinio da sole valgono più di un viaggio.

Bisogna però anche dire della presenza di arredi originali, di lampadari (il più recente è quello di Mendini che risale al 1993), di qualche scultura tra cui alcune opere di Arturo Martini. Persino il bagno è una piccola opera d’arte. C’è persino il lavabo per i piedi.

Nella descrizione qualche nome, sicuramente importante, si è perso. Poco male, si può e si deve rimediare con una visita. L’ingresso per altro è libero, mentre disponibili volontari del Touring Club offrono le informazioni di base.
La Casa organizza anche serate musicali e visite guidate. Il palazzo ospita anche una scuola di ceramica fondata da Marieda Di Stefano.
Si ha la sensazione di aver visitato un luogo che rappresenta un piccolo tesoro nascosto e misconosciuto che va sicuramente promosso e valorizzato.
Comunque, Chapeau!

Per saperne di più (e ne vale la pena): www.fondazione boschidistefano.it

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