A teatro e al cinema…a piedi: la resistibile ascesa di Arturo Ui
All'Elfo Puccini, fino al 18 Marzo è in scena "La resistibile ascesa di Arturo Ui" di Bertolt Brecht, interpretato da Umberto Orsini, con la regia di Claudio Longhi.
(Massimo Cecconi)11/03/2012
Bertolt Brecht torna in città. Dopo “Santa Giovanni dei Macelli”, in scena presso il Piccolo Teatro/Grassi, l’Elfo Puccini non è da meno con “La resistibile ascesa di Arturo Ui”, riconoscendo al drammaturgo tedesco una indiscutibile attualità di temi e di poetiche.
Scritto nel 1941, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, il dramma racconta le vicende del gangster di Chicago Arturo Ui che con la sua banda pretende di controllare il racket dei cavolfiori.
La vicenda di fantasia si snoda in perfetto parallelo con ciò che effettivamente accadde in Germania negli anni ’30 del secolo scorso con il tragico avvento al potere di Adolf Hitler e della sua banda.
Come spesso accade in Brecht, cartelli e canzoni fanno da contrappunto alla vicenda e ne scandiscono i passaggi scenici. In questo caso, la musica gioca un ruolo importante, prendendo legittimamente in prestito le note dell’ “Opera da tre soldi”, in una sorta di cabaret espressionista, a tratti quasi un musical, in cui gli attori dimostrano grande confidenza con l’efficacia del canto e della parodia.
Sulla scena viene scandagliato consapevolmente il registro del grottesco e della farsa, avendo però come riferimento incombente e mai dimenticato la tragedia del nazismo che compare in tutta la sua ferocia.
In poco meno di tre ore di grande spettacolo, si compie l’apologo violento di un dramma che ha segnato l’Europa e il mondo intero. Vengono alla memoria le parole di Primo Levi: “Meditate che questo è stato”, quale monito assoluto contro la barbarie della inciviltà.
Sul palco, ma le incursioni degli interpreti sono anche in sala, Umberto Orsini, misurato e ambiguo, si conferma come uno dei più autorevoli (e bravi) attori del nostro tempo. I suoi giovani compagni di avventura non sono da meno: recitano, cantano, suonano con una generosa vitalità, straordinaria e motivata.
Conforta la presenza in sala di molti giovani che hanno applaudito, anche a scena aperta, con particolare calore. Tutto meritato. Educativo. Da vedere, ancora una volta per non dimenticare.
La resistibile ascesa di Arturo Ui è all’Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, sino al 18 marzo.
Scritto nel 1941, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, il dramma racconta le vicende del gangster di Chicago Arturo Ui che con la sua banda pretende di controllare il racket dei cavolfiori.
La vicenda di fantasia si snoda in perfetto parallelo con ciò che effettivamente accadde in Germania negli anni ’30 del secolo scorso con il tragico avvento al potere di Adolf Hitler e della sua banda.
Come spesso accade in Brecht, cartelli e canzoni fanno da contrappunto alla vicenda e ne scandiscono i passaggi scenici. In questo caso, la musica gioca un ruolo importante, prendendo legittimamente in prestito le note dell’ “Opera da tre soldi”, in una sorta di cabaret espressionista, a tratti quasi un musical, in cui gli attori dimostrano grande confidenza con l’efficacia del canto e della parodia.
Sulla scena viene scandagliato consapevolmente il registro del grottesco e della farsa, avendo però come riferimento incombente e mai dimenticato la tragedia del nazismo che compare in tutta la sua ferocia.
In poco meno di tre ore di grande spettacolo, si compie l’apologo violento di un dramma che ha segnato l’Europa e il mondo intero. Vengono alla memoria le parole di Primo Levi: “Meditate che questo è stato”, quale monito assoluto contro la barbarie della inciviltà.
Sul palco, ma le incursioni degli interpreti sono anche in sala, Umberto Orsini, misurato e ambiguo, si conferma come uno dei più autorevoli (e bravi) attori del nostro tempo. I suoi giovani compagni di avventura non sono da meno: recitano, cantano, suonano con una generosa vitalità, straordinaria e motivata.
Conforta la presenza in sala di molti giovani che hanno applaudito, anche a scena aperta, con particolare calore. Tutto meritato. Educativo. Da vedere, ancora una volta per non dimenticare.
La resistibile ascesa di Arturo Ui è all’Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, sino al 18 marzo.