Via Cima: una via periferica e abbandonata che ha bisogno di un futuro

Il 16 marzo c'è stato un importante sgombero di ROM in via Cima. Molti hanno festeggiato, ma vediamo i vari aspetti della questione.
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via cima 2
Come ho già scritto non penso che il problema ROM sia affrontabile come mero problema di sicurezza. Nel particolare, riguardo a via Cima, avevo anticipato che fosse un problema di urbanistica, perché era importante che ogni via della città, che sia centro o periferia, abbia pari dignità, sia vissuta e non sia abbandonata al degrado. A sostegno della mia ipotesi arriva la delibera del CdZ3 del 12 marzo, in cui si chiede una riqualificazione di via Cima che comprende l'inversione di marcia per facilitare il suo uso per la sosta, riqualificazione degli stalli per la sosta e l'aumento dell'illuminazione.


La delibera comprende anche la riqualificazione dei due sottopassi ferroviari di via Bistolfi e San Faustino, nonché una riqualificazione di via Ortica per restituirla come via "di borgo" cercando di ridarle un'identità, cosa per altro difficilissima a causa del fatto che è una strada di grande passaggio.
Però, per parlare di via Cima bisogna anche ricordare il lato umano. Lo sgombero del 16 marzo è stato, come tutti gli sgomberi, un fatto drammatico per alcune famiglie.
Ci scrive a questo proposito Stefano Pasta della Comunità di Sant'Egidio:
La piccola baraccopoli che era stata ricostruita a Rubattino è stata sgomberata. Abitavano lì famiglie a noi molto care e molto “avanti” nel percorso di integrazione: tutti i bambini alla scuola elementare o materna, molti degli adulti con un lavoro, anche se magari in nero o part-time, gli adolescenti che stavano formandosi in tirocini.

Anche se tutto si è svolto con rispetto e calma, sono state ore difficili. Erano comunque delle case quelle che venivano svuotate, controllate e su cui poi è arrivato il braccio della ruspa (alleghiamo due foto). Un attimo e tre anni di vita, giochi, incontri, fumo che saliva dal fuoco delle cucine o delle stufe, le ripetute alluvioni del Lambro, le biciclette, le sere a parlare insieme alla luce di un cellulare, le torte di compleanno… tutto azzerato in pochi minuti sotto il rumore assordante di tre ruspe. Noi e i rom lì a guardare. Colpiva come ogni sgombero fosse uguale a tutti gli altri nei gesti, nel dolore, nei rumori, nei piccoli episodi quali il passaporto che non si trova più.

Qui però c’erano delle novità.

Alcune famiglie hanno accettato l’ospitalità che il Comune offriva. Un’altra famiglia è nel gruppo delle quattro che stavano finendo di sistemare l’appartamento, per altri cinque nuclei si è scelto di indirizzarsi verso la soluzione della casa, per la quale questi uomini e donne sono pronti sotto molti punti di vista, pur con una fragilità economica in qualche caso rilevante.

Del resto a volte bisogna osare, raddoppiare l’impegno loro e nostro per la ricerca di un lavoro, sostenere e integrare quello che  manca per coprire gli affitti, con la prospettiva del raggiungimento dell’autonomia.

Così, spinti dagli eventi, un po’ per desiderio di dignità, un po’ per incoscienza e in buona parte per fiducia negli amici, altri cinque nuclei familiari sono arrivati a lasciare la baracca, speriamo per sempre.

Leo ha trovato casa per il suo bambino di due anni, la moglie e per i suoi genitori. E’ stato molto fermo nel cercare di mantenere unito il nucleo familiare: mai nel mondo rom i genitori vengono lasciati soli, soprattutto se  resi anziani “di fatto” a causa della durezza della vita trascorsa e dell’impossibilità di trovare un lavoro essendo analfabeti e culturalmente molto poveri. Leo ha firmato il contratto pochi giorni fa. A breve anche sua moglie inizierà a lavorare, con un contratto a termine che speriamo possa trasformarsi in qualcosa di stabile.

Difficile era la situazione di altri due nuclei: quello di Genesa con il marito e i tre bambini, e un altro in cui è presente una persona con una disabilità grave (100%). Però stiamo arrivando in porto anche in questi due casi, che possono contare su una disponibilità economica parziale, ma che non potevamo lasciare in strada per tanti motivi, primo fra tutti il cammino fatto fino a qui spalla a spalla.

Così ci troviamo molto contenti e un po’ preoccupati per l’entità dell’impegno, ma anche con la fiducia che insieme ce la faremo.

Il riconoscimento dei diritti degli ultimi, anche quando si tratta di poche persone, è un progresso per tutta la società.

Quanto dice Stefano Pasta non bisogna mai dimenticarlo. Si parla comunque di essere umani che, nell'organizzazione della nostra società, sono la parte più debole e colpita. Non sono un buonista però gli sgomberi non sono in assoluto una soluzione, ma, al limite, uno strumento di dissuasione, purché siano sempre accompagnati dall'offerta di un'alternativa affinchè non sia solo un mettere la polvere sotto al tappeto.



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Re: Via Cima: una via periferica e abbandonata che ha bisogno di un futuro
09/04/2015 guido
Mi chiedo se sia giusto convincere una famiglia Rom a vivere in un appartamento, disperso nella città.
Ricordo una mia amica indigena americana che a Montreal durante l'estate dormiva sulla terrazza perchè non sopportava l'angustia di un apparatmento.
E' l'eternoa questione sul valore dell'integrazione o sul rispetto di usi e costumi diversi dai nostri.
C'è chi ha una religione diversa e chi ha un diverso modo di vivere la casa, la socializzazione, la cultura.E' giusto imporre, anche con dolcezza, la nostra visione?


Re: Via Cima: una via periferica e abbandonata che ha bisogno di un futuro
02/04/2015 monica ferroni
Buongiorno,
non con conosco la realtà di Via Cima ma mi permetto in questo spazio perchè saprei dove altro, di segnalare, credo ormai per la quarta o quinta volta, lo stato di degrado di Via Benedetto Marcello: i giardini alberati sono ormai in abbandono totale, con transenne di lavori mai terminati che favoriscono il bivacco notturno e diurno di ogni sorta di extracomunitari sempre ubriachi e molesti, al punto che anche di giorno è fastidioso passare. Ma è possibile che nessuno si occupi di questa piccola area vicino alla Stazione e pertanto così mal frequentata?
Area Via Vitruvio/Via San Gregorio/Via Benedetto Marcello/Via Scarlatti.
Sperando nell'ascolto di qualcuno saluto cordialmente.


 
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