Andar per libri. Numero Zero

Nel suo ultimo romanzo Umberto Eco si diverte e diverte il lettore nel comporre un compendio completo di tutte le nefandezze italiche dal primo dopoguerra al 1992, anno in cui il libro è ambientato.
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copertina
Milano, aprile-giugno 1992. Un imprenditore rampante, con interessi anche nel mondo dell’editoria e della televisione, incarica un giornalista di studiare la preparazione di un nuovo quotidiano (Domani), con finalità non proprio nobili, una sorta di macchina del fango al servizio del proprio editore. 
Il giornalista improvvisa deliberatamente intorno a sé una redazione alquanto raccogliticcia composta da colleghi marginali e ai margini dell’editoria e del giornalismo.
L’impresa va in opera giusto nei giorni in cui esplode a Milano lo scandalo di Tangentopoli, con gli echi vicini delle mazzette di denaro che Mario Chiesa tenta di “occultare” nel cesso del suo ufficio al Pio Albergo Trivulzio. E questa è storia. Per le storie, invece, tra i personaggi della redazione spicca un tale Romano Braggadocio (l’inglese brag equivale a millanteria) che racconta vicende e personaggi incredibili che prendono il nome di Gladio e di Licio Gelli, di P2 e di Junio Valerio Borghese, di CIA e di Papa Luciani, di Brigate Rosse e di Marcinkus. Tutte storie (e personaggi) al limite del credibile se non fossero successe (ed esistiti) veramente, come quasi incredibile appare la storia del sosia di Mussolini immolato a Giulino di Mezzegra e vilipeso (ormai cadavere) in piazzale Loreto, mentre il vero Duce ripara in Argentina grazie all’aiuto del Vaticano, per non fare, però, mai più ritorno. E proprio l’Argentina si presta a diventare ricetto di malfattori della peggior specie…

La storia, ambientata tra Milano e il lago d’Orta, intreccia persino una tenera relazione d’amore e si conclude con un omicidio che si consuma in uno dei luoghi più lugubremente suggestivi della città, quella stretta Bagnera che fu scenario di nefandezze, alla metà dell’800, di Antonio Boggia, come compiutamente descritto nel racconto L’indifferenza dell’assassino di Maurizio Cucchi. E, macabro per macabro, non poteva mancare nel romanzo una attenta descrizione di San Bernardino alle Ossa al Verziere in cui sono custoditi migliaia di teschi e di ossa sparse

In Numero Zero Eco scatena la realtà e la condisce con dosi massicce di fantasia, in un crogiolo spesso maleodorante dove è difficile distinguere il falso dal vero, il vero dal verosimile e il verosimile dal falso.

Il romanzo, per altro, è abbondantemente farcito di citazioni còlte a ruota libera, come ci si può aspettare da un professore emerito che più còlto non si può.
C’è spazio però anche per la cultura “bassa” come quando per alcune pagine vengono descritti modelli di automobili o “medievista” come quando si parla diffusamente dei succedanei dell’Ordine Sovrano Militare e Ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta.

Con Numero zero non siamo probabilmente in presenza di un capolavoro letterario ma di un onesto e sugoso divertissement che, come dicevano  gli antichi, “castigat ridendo mores”.
Va da sé che del giornale non se ne farà nulla.
Un libro di sole 200 pagine frizzante come un bicchiere di vino mosso e una fetta di salame alla Taverna Moriggi.



Umberto Eco
Numero Zero
Bompiani 
pp. 218   € 17

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