E' nata Freedom Rugby


Una squadra di rugby per i ragazzi dell'Istituto Beccaria. Era un progetto dell'AS Rugby e ora è un'esperienza entusiasmante per i ragazzi dell'Istituto che grazie a questa disciplina sportiva si misurano con regole e avversari, ma anche con se stessi.
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Beccaria
La squadra ha un nome scelto dai giocatori. Il nome è “Freedom Rugby”. E’ formata da ragazzi
giovanissimi, tra i 16 e i 19 anni che hanno in comune una nuova, fresca e forte passione per il rugby e la
residenza. Istituto Minorile Cesare Beccaria di Milano. Prima partita ufficiale pochi giorni prima di Natale.
Contro una formazione mista dell’AS Rugby Milano. Risultato: 15 mete a 15. Parità. Terzo tempo sul
campo. Panettone e bibite varie. Piccoli distintivi consegnati agli agenti di custodia, bracciali in stoffa per
tutti. Sui bracciali scritte diverse, frasi scritte dai ragazzi del Freedom Rugby e consegnate dal loro
allenatore amatissimo, Juan Ignacio Cani Merlo.

La notizia vale una promozione, una vittoria che non si dimentica. Testimonia un traguardo raggiunto al
quarto anno di lavoro all’interno del Beccaria. Dove il turnover è elevato, dove le condizioni sono sempre
difficili, dove il rugby ha piantato una bellissima bandiera. Sono circa 16 i giovani che si dedicano
stabilmente a questo sport, che partecipano agli allenamenti, che segnalano talento e orgoglio, voglia di
imparare e disponibilità. Che trasmettono il senso di questa esperienza a chi arriva nell’Istituto e magari del
rugby nulla sa, mai fregato niente.

Adesso esiste un gruppo, esiste una squadra vera e propria, con le maglie rosse e bianche, con uno stemma e
un nome. In passato in tanti abbiamo pensato che una cosa del genere avrebbe continuato ad essere un
miraggio, una debole speranza. Invece, eccoci qui, con la certezza di ripetere l’esperienza più volte.

Il merito è della direzione del Beccaria, degli agenti, dei nostri volontari che continuano a non mollare, dei
ragazzi che si prestano ad uno sforzo riconoscendolo come prezioso: affrontare uno sport di squadra e di
combattimento per mettersi alla prova, in discussione, a disposizione di una disciplina che serve. Per giocare
ma anche per studiare, per lavorare, per andare avanti. “L’esempio è l’insegnamento migliore da trasmettere
ai compagni” c’è scritto sul bracciale che porto al polso sinistro. L’ha detto uno di loro. Un vero rugbista,
altroché. Il che vale, per me, per ciascuno di noi, appunto, come un grande esempio”.


Articolo di Giorgio Terruzzi

Foto di Chiara Dendena



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