A teatro e al cinema…a piedi: Birdman

Un buon film che si presenta forte delle sue 9 candidature all’Oscar. Un perché ci sarà. ()
birdman innarritu web
La storia è originale ma si ispira e si richiama a molte fonti sia colte che spettacolari. Riassumiamo: un attore ormai in declino, che è stato un grande divo del cinema grazie all’interpretazione di film di genere di grande incasso, vuole dimostrare al mondo intero ma, soprattutto, a se stesso di essere un attore vero. Decide così di mettere in scena il racconto di Raymond Carver “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” in uno dei teatri più prestigiosi di Broadway e chiama accanto a sé un cast di tutto rispetto.

Il racconto svela, tra l’altro, i retroscena del backstage del teatro, i camerini e i corridoi, il retro palco e le vie di uscita che immettono direttamente in vicoli sordidi e maleodoranti, come da letteratura del genere.
Con il protagonista interagiscono la giovane figlia, in fase di disintossicazione, la nuova compagna, la moglie da cui è separato ma con la quale conserva un forte rapporto affettivo e intellettuale, un’attrice insicura e l’apprensivo, ma protettivo, manager. Nel ruolo del deuteragonista, sul e dietro il palcoscenico, un attor giovane con pochi scrupoli e molta carica aggressiva.

Le prove della commedia avvengono tra contrattempi e incidenti, scazzature e incazzature, in cui il protagonista ci mette tutto se stesso per apparire vulnerabile e perdente.
La sera della prima, in cui gli è stata anche annunciata l’ostilità della più accreditata critica di teatro di New York, il nostro si produce in un coup de théâtre che (per fortuna?) riesce solo parzialmente.

Birdman è un film importante in cui si consumano, tra fantasia e realtà, tutte le sfumature del mestiere dell’attore e tutte le valenze di un personaggio che compulsivamente viaggia, tra il reale e l’irreale, alla ricerca di se stesso.
Perfetto nella parte Michael Keaton che, nella realtà, è stato al cinema l’interprete acclamato dei Batman diretti da Tim Burton, claustrofobica l’ambientazione negli spazi ristretti del teatro, complessa la resa umana delle nevrosi dei personaggi di contorno, tra ossessioni, sogni e incubi ricorrenti.

Il “minimalista” Raymond Carver è un autore perfetto per il cinema, basti ricordare America oggi di Robert Altman ma la sua novella è solo un pretesto per raccontare in parallelo altre storie, altrettanto “minime” e amare.

Alla regia si cimenta Alejandro Gonzàles Iñàrritu che, almeno in questo caso, rispetto ai suoi film precedenti, si trattiene nel mettere troppa carne la fuoco, anche se non mancano richiami ed eco a elucubrazioni filosofiche ed esistenziali.

Nel prefinale, la figlia visita il padre in ospedale e gli regala dei fiori di lillà, avranno forse pensato gli autori ai versi di T.S.Eliot “…Aprile è il mese più crudele, genera/Lillà da terra morta, confondendo/Memoria e desiderio, risvegliando/Le radici sopite con la pioggia della primavera”? Non è dato sapere.

Comunque sia, Birdman non ha paura di volare.


Birdman
di Alejandro Gonzàles Iñàrritu
con Michael Keaton, Edward Norton, Zach Galifianakis, Emma Stone, Naomi Watts, Amy Rian
USA 2014    119 minuti
 
In programmazione ai cinema Arcobaleno e Plinius

Massimo Cecconi

 

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