Riscaldamento eccessivo degli appartamenti. L’unico rimedio è aprire la finestra?

Hai caldo? Allora apri la finestra e non stare a …! Bel consiglio, un po’ come gettare i rifiuti per strada. ()
inquinamento1
Nei giorni scorsi Milano, come tutto il Norditalia è uscita, come si dice, dalla morsa del gelo. Benissimo, avranno pensato molti concittadini. Dato che diminuirà il consumo di combustibili per riscaldamento avremo certamente dei benefici. Purtroppo non molti riguardo all’inquinamento atmosferico: anche buona parte dello sterminato novero dei non-tecnici, di cui anch’io faccio parte, ormai sa che la concentrazione di polveri sottili, il famoso Pm 10, ossia l’infido particolato così subdolamente presente nelle nostra vita di tutti i giorni, non dipende se non il misura molto ridotta delle emissioni degli impianti di riscaldamento. Solo quelli a legna, carbone e gasolio potrebbero avere ancora effetti significativi, seppure molto ridotti ad esempio rispetto ai gas di scarico delle automobili. Ma in buona sostanza si tratta di impianti estinti come dinosauri quelli dei primi due tipi e in via di rapida estinzione, si spera, quelli del terzo. Tuttavia sarebbe lecito aspettarsi che la collettività dotasse di strumenti efficaci per mettere in campo tempestivamente misure idonee a garantire almeno un alleggerimento della bolletta energetica di imprese e famiglie, oltre che l’impatto sull’ambiente.

Temo sia lecito dubitarne, almeno in base alla mia esperienza di cittadino comune.

Nei giorni dei 16 gradi centigradi o anche più e delle giornate che pur essendo di febbraio facevano pensare alla primavera inoltrata, ho notato che nel mio condominio molte finestre erano aperte. Guardandomi in giro ho notato che anche molte altre finestre di molti altri palazzi si erano aperte, come per far entrare un po' di aria fresca. Ma questo è uno spreco incredibile, mi era venuto da pensare. Contro la legge, che proibisce di ottenere il rispetto della temperature stabilite attraverso la dispersione, e soprattutto contro il portafoglio e il buonsenso.

La risposta di alcuni vicini, che ho interpellato, era stata: hai caldo? Allora apri la finestra e non stare a …! Bel consiglio, un po’ come gettare i rifiuti per strada. Qualcosa di meglio me lo sarei aspettato dall’amministrazione condominiale. Ma la gentile signorina, dopo diverse telefonate, tutto quel che aveva saputo dirmi era stato un cortese: “è tutto regolare, noi rispettiamo le curve di stagione” Sarà, ma il mio termometro segnava quasi 24 gradi, malgrado l’appartamento di solito sia uno dei più freddi, essendo all’ultimo piano e confinando su tre lati con l’atmosfera esterna. Ho provato allora ad informarmi presso il Comune, 020202. I ragazzi del call center, rispondendo da non so dove, mi hanno indirizzato ad un Ufficio inquinamento ambientale. Del Comune, ho chiesto? Si, del Comune. Ma dopo aver spiegato tutte le mie osservazioni ad una persona perplessa all’altro capo del filo, è venuto fuori che stavo parlando col Politecnico, dove il fenomeno lo studiano, ma non possono certo intervenire sugli impianti. Riprovo e 020202 mi passano un Ufficio mantenimento impianti termici, poi un Ufficio riscaldamenti e temperature. Poi finalmente il Servizio energia del Settore politiche ambientali. Il gentile e disponibile funzionario mi ha spiegato che loro intervengono su segnalazione dei cittadini e che in 48 casi su 50 risolvono il problema. Però di segnalazioni non erano arrivate molte in questi giorni, caldissimi per la stagione. Perché? Intanto perché bisogna compilare un modulo, seppur scaricabile on line, ed inviarlo al competente Servizio. Già questo è un buon deterrente, forse per gran parte della popolazione. Ma verosimilmente anche perché se è vero che in caso di accertamento del superamento delle temperature consentite (ossia 20 gradi più due di tolleranza) può essere comminata una multa di 1000 euro al responsabile, ossia al gestore dell’impianto, e per giunta ripetibile più volte e non scaricabile sul condominio, è anche vero che il tecnico calcola la media di tutti gli ambienti e che in caso di non fondatezza del reclamo i costi vengono addebitati a chi ha fatto la segnalazione. Sarà giusto, per evitare segnalazioni infondate. Ma finisce che è meglio andarci cauti dunque perché c’è il rischio, nel caso ad esempio cambi il tempo nei giorni successivi alla segnalazione, di finire, per così dire, cornuti e mazziati. Inoltre, sempre dalla stessa cortese persona, ho appreso un aspetto curioso del recente decreto antinquinamento del Sindaco. Secondo il decreto, per via dell’alto e protratto livello di polveri sottili, i riscaldamenti hanno dovuto essere abbassati di un grado. Ossia, 19 gradi con due di tolleranza. Bene, però il provvedimento aveva già perso efficacia perché l’obbligo decade dopo soli tre giorni consecutivi di ritorno del Pm 10 sotto la soglia di legge (meno di 50 microgrammi per metro cubo) e per tornare in vigore ci vogliono ben 15 giorni consecutivi di superamento. Guarda caso una bella giornata di vento ci aveva appena dato un momentaneo respiro. Dunque adesso potremmo dover aspettare due settimane consecutive di avvelenamento prima di qualche misura, chissà se efficace. E per il caldo? Forse se l’amministratore di condominio non ha una forte sensibilità ambientale e non è in altre faccende affaccendato il modo più pratico di risolvere il problema del riscaldamento eccessivo sembra essere quello di seguire il consiglio del vicino. Apri la finestra e … falla finita!


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Re: Riscaldamento eccessivo degli appartamenti. L’unico rimedio è aprire la finestra?
31/01/2022 MARCO BERTOLLI
è da 1 mese che in casa abbiamo 26 gradi in casa, abbiamo chiamato l'amministrazione ma nulla si è risolto sembra che il riscaldamento non funziona, al 5 piano hanno addirittura 18 gradi. stiamo andando avanti così da 2 anni e vorrei fare intervenire le autorità competenti per obbligare l'amministrazione a risolvere questo increscioso. Mi fate sapere chi devo far intervenire
grazie


Re: Riscaldamento eccessivo degli appartamenti. L’unico rimedio è aprire la finestra?
08/03/2012 Giacomo
Condivido il tono dell'articolo e mi chiedo se non sia opportuno lavorare preliminarmente su iniziative di consapevolezza e responsabilizzazione, obbligando i condomini a rilevare comunque le temperature degli appartamenti ogni 15 giorni circa nel periodo di accensione ed a comunicare detti dati a tutti i condomini, su un apposito prospetto storico, anche con l'affissione all'ingresso del condominio. Dati che sarebbero a disposizione delle autorità preposte.

L'assemblea condominiale dovrebbe nominare poi due condomini come responsabili del risparmio energetico.

In tal modo tutti potranno rendersi conto, ad esempio, che le finestre vengono aperte perchè vi sono 22°in casa e che si può vivere benissimo con 19° o 18° e un bel golfino addosso !

Saluti

giacomo


 
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