Al cinema al cinema: Natale e dintorni

Qualche consiglio (semi)serio su ciò che offrono gli schermi milanesi durante il periodo natalizio. Tra un brindisi e l’altro, andare al cinema non può che fare bene alla salute e allo spirito. Prosit. ()
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In zona 1 sono certamente più fortunati, hanno l’Anteo e l’Apollo, l’Eliseo e l’Arlecchino e persino il Centrale, le cui minuscole sale sembrano una corriera degli anni ’50, programma buon cinema (a onor del vero anche la Sala 50 dell’Anteo sembra l’interno di una fusoliera d’aereo).

Certo in zona 3 opera la benemerita Cineteca Italiana (Spazio Oberdan) e, da qualche tempo, ha ripreso la sua programmazione il cinema Palestrina, grazie a tre signori (Antonio Sancassani, Mimmo Dinoia e Raul Della Cecca) che di cinema ne capiscono e se ne intendono.

Il cinema Arcobaleno, che si autodefinisce un po’ pomposamente “Filmcenter”, ha una programmazione dignitosa mentre stendiamo velo, non certo pietoso, sul Plinius che è principalmente dedito al cinema commerciale.

Viene naturale allora, in occasione delle prossime feste che segnano anche il momento più alto di fruizione di spettacoli cinematografici, avventurarsi tra gli schermi della città alla ricerca di un buon film che offra divertimento ma anche, se possibile, momenti di riflessione e di confronto.

La prima segnalazione è doverosa pertorneranno i prati (scritto proprio tutto minuscolo per pudica scelta dell’autore) di Ermanno Olmi, piccola elegia, meravigliosamente fotografata, contro la guerra e a favore della disubbidienza, sul tipo della canzone antimilitarista O Gorizia tu sei maledetta, meno politica e più poetica. Da vedere.

Da vedere, senza illudersi troppo, anche Pride, storiellina politicamente corretta, più furba però che progressista. Ci si diverte con intelligenza, il che non guasta.

Bello forte il rapporto figlio/madre inMommy del “giovane prodigioso” regista canadese Xavier Dolan. “Melo/pop”, qualcuno ha sentenziato. Intenso.

Puntuale come l’IMU e la TASI ecco il film natalizio di Aldo, Giovanni e Giacomo. Lasciate perdere. Che non è il titolo della pellicola.

Se tiene, e siamo in territorio, andate a vedere al Palestrina Diplomacy, dramma da camera tratto da una pièce teatrale di grande impatto e di ottima recitazione, diretto con sapienza da Volker Schlondorff, esponente dell’ormai ex giovane cinema tedesco. Per restare in clima (di ex giovane cinema tedesco) ecco anche Il sale della terra di Wim Wenders, documentario magistrale dedicato alla potente fotografia di Sebastiao Salgado. Grande epopea di immagini.

E ancora qui e là, evitate l’ultima Woody Allen se potete, ma lasciatevi coinvolgere dall’intensità umana di Viviane, film israeliano di rara esemplarità narrativa, forse con qualche minuto di troppo.

Poi, in attesa dell’annunciato arrivo di Jimmy’s Hall di Ken Loach, che non deluderà le attese, afferrate al volo il sindacalismo umanista di Due giorni, una notte dei Dardenne, coppia di autori belgi che indaga da sempre sugli aspetti più amari della nostra società.

Ce n’è da fare una scorpacciata. Il buon cinema, per fortuna, non manca mai, se poi vorrete concedervi I pinguini di Madagascar o Interstellar proprio nessuno potrà criticarvi. il cinema è bello perché è democratico. O no?



(Massimo Cecconi)



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