Quando l’Università incontra il quartiere

Attivare spazi comuni, questo l’obiettivo di "Didattica sul Campo", il programma sperimentale che incrocia l’attività svolta all’interno dell’Università con l’esperienza e il contatto diretto con gli operatori del sociale. 
polisocial
Il progetto era nato parecchi mesi fa quando  le docenti del Polisocial Antonella Bruzzese e Anna Moro avevano raccolto l’invito del Laboratorio di Democrazia Partecipata di Lambrate a sviluppare un percorso comune di conoscenza e ascolto delle esigenze del quartiere.
E ieri sera presso il circolino delle Acli di Via Conte Rosso, a Lambrate, gli studenti del Laboratorio di Urbanistica della facoltà di architettura hanno presentato il frutto del loro lavoro.

È stato l'incontro conclusivo di un percorso avviato nella primavera scorsa con la “passeggiata di quartiere”, primo fondamentale momento comune, molto partecipato e ricco di spunti. Una quarantina di persone fra studenti e membri del laboratorio di democrazia partecipata avevano camminato per il quartiere, dialogato con gli abitanti, scattato foto e sulla base di questo lavoro era stata elaborata una mappa per evidenziare le criticità e debolezze dei diversi rioni. A tutto ciò sono seguiti percorsi, diversi fra università e laboratorio, di elaborazione dei materiali raccolti e poi, ulteriori momenti di confronto e scambio fino ad arrivare alle proposte, interessantissime e molto articolate, presentate ieri sera.

La propositività dei giovani futuri urbanisti si è manifestata con una grande ricchezza di idee e spunti di riflessione sulle possibilità di utilizzo degli spazi pubblici: si va dall’individuazione di possibili corridoi verdi ai percorsi ciclabili fra verde urbano e spazi sportivi; dalla ricerca di nuove connessioni urbane all’attivazione di spazi multifunzionali; dall’individuazione delle micro opportunità offerte da una fitta rete di piccoli spazi pubblici, alla reinterpretazione dello “spazio strada” non più come mero spazio di collegamento fra i luoghi, ma luogo esso stesso, abitabile e vivibile. 

Un gruppo ha lavorato sulle potenzialità come luoghi di aggregazione e incontro delle aree prossime a siti in trasformazione come la piscina Ponzio, lo scalo di Lambrate, la caserma Mercanti, i capannoni ex Innocenti. 
Un altro sul progetto di collegamento del Parco Media Valle del Lambro. Uno sulla valorizzazione dell’asse di Via Rombon e via Cima. Un altro ancora sulla ricerca di nuove “connessioni urbane” superando le barriere spesso anche visivamente impenetrabili di muri e recinti o l’isolamento di un quartiere dovuto alla presenza della ferrovia.

Ricchissima la documentazione presentata a supporto: planimetrie dettagliate, fascicoli con dati precisi e circostanziati hanno illustrato le strategie progettuali elaborate da ogni gruppo di lavoro per l’intervento nei sei ambiti territoriali presi in esame: quartiere Feltre, centro storico di Lambrate, PRU Rubattino, Politecnico/Città Studi, Ortica, lo spazio della strada: il mercato e l’asse urbano. 
I progetti, costruiti in base ai rilievi e alle esigenze raccolte dalla viva voce degli abitanti, sono espressione di un pensiero creativo fresco e vivace, come solo i giovani possono esprimere, guidato però dalla competenza tecnica e dal sapere esperto che solo l’università può offrire. 

Secondo le docenti, ma l’opinione era condivisa dagli stessi studenti, l’incontro con un gruppo di persone che realmente operano nella zona ha aperto nuove prospettive di studio e di lavoro: il confronto diretto con la realtà di quartiere ha permesso infatti di affrontare le problematiche di progettazione da un punto di vista molto differente: più concreto, ma anche più “ispirante”.

L’esperienza diretta da un lato e la riflessione e l’elaborazione teorica dall’altro fanno maturare un approccio critico nell’interazione con i problemi reali e sviluppano la capacità di confrontarsi con fenomeni urbani e sociali complessi.
Del resto, proprio questo è l’ambizioso obiettivo di Polisocial (uno dei primi programmi di responsabilità e impegno sociale delle università italiane):  “rimettere al centro il ruolo sociale dell’Università in una visione rinnovata della propria funzione di istituzione capace di porsi al servizio delle comunità e dei territori”.


A questo link la pubblicazione dei lavori svolti. Clicca qui

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