Andar per librerie: Libreria Baravaj

Abbiamo incontrato Federico Valera che da qualche mese ha rilevato lo spazio della Libreria Utopia per affrontare una nuova avventura libraria all’insegna dei libri usati e rari.

Questa è decisamente una buona notizia. Benvenuto nella nostra zona.

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Lei viene da una lunga esperienza di libraio, cosa l’ha spinta a mettersi in proprio e aprire una libreria tutta sua?

Lavoro in libreria da circa 18 anni, dapprima in una libreria che trattava solamente libri nuovi e poi in una libreria che vende libri in prevalenza usati. A ottobre del 2013 ho capito che il lavoro da dipendente non mi bastava più e che i ritmi e le mansioni di un lavoro da dipendente non erano quelli che cercavo. Così ho deciso di sfruttare le conoscenze acquisite per dar vita a un posto che mi somigliasse, un posto dove, oltre ad acquistare libri, il cliente avrebbe potuto anche fermarsi per fare quattro chiacchiere, scambiare idee e opinioni, bere un buon bicchiere di vino o un caffè, un posto conviviale insomma.

L'occasione è nata dall'incontro con l'osteria dell'Utopia, con la quale condivido non solo lo spazio ma anche l'idea e lo "spirito" che contraddistinguono il locale.
In questo spazio tavolini e scaffali di libreria si affiancano, si può bere un buon bicchiere di vino o mangiare circondati da libri, "spulciando" tranquillamente fra gli scaffali alla ricerca del libro che cercavi da tempo, o trovando qualcosa che non sapevi neanche che esistesse. Capita ancora oggi anche a me, dopo 18 anni di lavoro, di trovare un libro o addirittura un editore che non avevo mai nemmeno visto. Chi lavora con i libri usati d'altra parte lavora con 500 anni di catalogo, un oceano sterminato di storie e idee nemmeno lontanamente paragonabile ai 6 mesi di vita di un libro “nuovo”.


Baravaj è, per certi versi, una libreria un po’ anomala. Quali sono gli elementi che la contraddistinguono?

Nello spirito del connubio osteria/libreria una parte fondamentale è la creazione di una rete culturale che cerchiamo di creare attraverso l'organizzazione di eventi, spettacoli teatrali, concerti, laboratori per bambini, aperitivi in lingua, presentazioni di libri. Nel prossimo mese avremo un dj set, una mostra fotografica, una serata di conoscenza dell'arte e della cultura del Mali, una serata di degustazione vini, un concerto e due spettacoli teatrali. 
Ogni evento è assolutamente gratuito: crediamo infatti che la cultura e l'arte non vadano pagate, ma sostenute. Per questo alla fine di un concerto, o di uno spettacolo teatrale, facciamo circolare in sala un cappello nel quale chi lo ritiene può' fare un'offerta libera, per sostenere e fare in modo che lo spettacolo che ha visto possa essere proposto ancora, e altrove.


Baravàj, in milanese, significa carabattola, bazzecola. A cosa si deve la scelta di questo nome?

Baravaj è una bellissima parola milanese che significa cianfrusaglia, insieme di oggetti di poco conto, o, se riferito a persona, cialtrone. In entrambi i casi non è una parola negativa, ma giocosa, nella quale mi riconosco.
Oltre a gestire la libreria faccio anche parte di un collettivo artistico che si chiama Baravaj (da qui è stato ripreso il nome della libreria). Siamo un gruppo variabile non tanto di artisti, quanto di artigiani dell'espressione artistica. Siamo cantanti, cabarettisti, scrittori, teatranti. Gli spettacoli che proponiamo (sempre “a cappello”, e sempre in piazze, strade, a volte circoli, mai teatri) sono appunto un misto di cabaret, musica, teatro, poesia, ma anche politica, rabbia, confronto, e soprattutto risate. Nel 2012 un piccolo editore mi ha chiesto di raccogliere i testi che avevo prodotto per gli spettacoli, e me li ha pubblicati in un libro dal titolo "Tre. Scritti coi postumi". Il volume è circolato in poche migliaia di copie, ma fortunatamente è arrivato ad Alberto Patrucco, che lo ha apprezzato e mi ha voluto sul palco del teatro Nazionale di Piazza Piemonte. Per tre serate, di fianco a gente che fa teatro da una vita, ( Ale e Franz, lo stesso Patrucco e altri) e davanti a 1500 persone, io, completamente sconosciuto e privo della benché  minima preparazione teatrale, ho avuto la definitiva conferma di essere un baravàj.


Libreria Baravaj
Via Vallazze, 34
Ang. Viale Lombardia
Milano

www.facebook.com/baravajlibreria

 


(a cura di Massimo Cecconi)



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