Presentato il piano per la gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Milano
Lo strumento operativo sarà MM Spa (nuovo nome di Metropolitana Milanese, società di cui il Comune è proprietario al 100%) che riceve in eredità una gestione fallimentare quando non criminosa. E' stato promesso un cambio totale di sistema senza costi aggiuntivi per la collettività. Sarà la volta buona? C'è da sperarlo perché si tratta di una partita non solamente amministrativa ma politica, e di primaria importanza.
Il management di MM con in testa il presidente Davide Corritore e il direttore generale Stefano Cetti, in vista del primo dicembre, data fatidica del cambio di gestione, ha esposto con dovizia di slides e di particolari nei locali dorati del Circolo della Stampa un piano i cui punti qualificanti saranno, spiegano, il rapporto con gli inquilini e la tutela del patrimonio.
Gli inquilini saranno “i primi destinatari della campagna informativa” e verranno chiamati a partecipare alla raccolta dati in una logica aziendale di customer satisfation il cui obiettivo deve essere “il miglioramento della qualità della vita degli assegnatari”. Saranno istituite a breve due sedi territoriali, che diventeranno quattro a regime, e vari sportelli locali. Il primo contatto con gli utenti sarà garantito da un numero verde unico che li indirizzerà affinché sia loro risparmiato il solito “rimbalzo” tra uffici diversi.
Sarà istituito anche un Gruppo per la sicurezza (15 persone che agiranno sul territorio con l'ausilio di istituti di vigilanza e in coordinamento con le forze dell'ordine) si introdurrà l'uso di telecamere e sarà assegnato un ruolo nuovo ai custodi (sono ora 112 a contratto con Aler o interinali) che diventeranno personale MM con un referente gerarchico diretto (che ora non hanno) e riceveranno idonea formazione per diventare “i primi ricettori delle problematiche”.
Il patrimonio è stato censito e analizzato (interamente per quanto riguarda gli edifici -un migliaio tra milano e hinterland - e le parti comuni, ma ad oggi solo per un 30% riguardo agli impianti) e su queste analisi si baserà il programma di interventi. Ma la situazione riscontrata è di degrado, ha confermato l'ing. Galbuseri di MM (sono state anche mostrate le foto di ben 1800 scatoloni abbandonati pieni di documenti, atti, domande mai evase da Aler) specificando che le costruzioni risalgono prevalentemente ai primi del 900, al secondo dopoguerra e agli anni 80. La nuova gestione MM eredita anche i gestori della manutenzione contrattati da Aler, circa 40 imprese. Ma, ha affermato il direttore generale Cetti, si tratta di un'eredità temporanea e MM “introdurrà strumenti di misurazione del loro operato e non tollererà quelli che lavorano male”.
Dialogo con gli inquilini, censimento del patrimonio, sistemi per la sicurezza, raccolta delle segnalazioni e anche tentativo di accorciare i tempi di recupero degli alloggi: l'intenzione dichiarata è quella rendere tutto il sistema più rapido ed efficiente. Per prevenire le occupazioni abusive, certo, o almeno renderle molto difficili, ma anche per "creare un clima più favorevole alla lotta alla morosità", che negli ultimi tempi è aumentata (non solo a Milano) a causa della crisi economica.
Il tutto senza costi aggiuntivi per la
collettività, perché MM riceverà dal Comune le stesse cifre che
che prima andavano all'Aler. Che per grossi capi sono quelle
stabilite con un atto amministrativo comunale dello scorso ottobre: 1 milione
al mese per la gestione, 5 milioni al bimestre per la conduzione e 11
milioni nei prossimi sette mesi per la manutenzione. Più altri
fondi non ancora determinati per interventi straordinari che sarà
MM a proporre in base ai propri accertamenti. Ciò a fronte di
introiti per il Comune di 70 milioni per gli affitti. Ma si tratta,
precisa Corritore, di introiti “nominali” che in realtà sono
molto minori.
Cetti ha aggiunto che neppure MM sarà gravata da ulteriori costi: il caposaldo dell'operazione, afferma il manager, è la “neutralità finanziaria” per la società da lui diretta, ossia sarà una gestione in pareggio che realizzerà il massimo delle sinergie con le strutture esistenti (legale, amministrazione, ingegneria ecc) precisando che il nuovo Settore Case di MM non avrà un bilancio proprio, sarà non una società di scopo ma appunto un settore, come quello che già si occupa della gestione dell'acqua.
Tutto bene dunque? Sì, possiamo e dobbiamo sperarlo, tuttavvia c'è qualcosa che non permette di dormire sonni tranquilli. Certo è da apprezzare l'immagine di efficienza di MM, grande patrimonio di Milano, e l'accento posto al tema della misurabilità dei risultati tanto enfatizzata dal management ed è da seguire con attenzione e speranza il tentativo, a cui è sottesa evidentemente una importante decisione politica, di riportare sotto controllo e rendere efficace, efficiente e trasparente la gestione di un patrimonio così rilevante per la vita della città dopo anni di malgoverno. Specialmente a fronte di una situazione reale, nei quartieri e nei palazzoni fatiscenti delle periferie, mai arrivata come in questi giorni così al di sopra del livello di guardia.
I relatori hanno ribadito più
volte - rispondendo a domande del tipo: che si fa con gli alloggi
sfitti? quanti soldi saranno stanziati per il recupero? c'è un piano
per affrontare l'emergenza delle occupazioni abusive o ci si affida
al piano sgomberi concordato con la Prefettura? - che MM è solo il gestore e che le
decisioni politiche sono e non possono che essere del Comune. Vero.
Però il presidente Cetti, manager da 315.000 euro all'anno con
qualche imbarazzo per le frequentazioni con Gianstefano Frigerio e
gli altri furbetti dell'Expo finiti nei guai, ha citato proprio il
piano sgomberi come cosa di cui “noi siamo protagonisti”. Noi
chi, viene da domandarsi, non certo MM. Allora la sensazione è che
sarebbe stata molto opportuna la presenza di qualche politico - se non il Sindaco almeno gli assessori competenti - De Cesaris, Rozza o Granelli - che
fornisse anche delle risposte politiche. Perché per affontare l'emergenza
casa a Milano probabilmente non basterà affidarsi a una seppur
prestigiosa e efficiente struttura come MM - le cui azioni dovranno passare dalle stanze ovattate dei supermanager strapagati alla guardiola dell'ultimo custode Aler da riqualificare - ma saranno necessarie
altre scelte politiche coraggiose e tempestive, magari con più attenzione, e presenza, a quanto sta succedendo nelle periferie, dove la giunta Pisapia si gioca molte delle sue prospettive. Altrimenti anche la manageriale efficienza di MM Spa, che peraltro sarà in grado di produrre i suoi effetti in tempi non certo brevissimi, potrebbe non essere sufficiente.
Adalberto Belfiore