Da Kahlo, Tina Modotti e il Messico
Erano
gli anni Dieci quando Tina Modotti, attrice e fotografa friulana
(Udine, 1896), arrivò a Citta del Messico, animandone la vita
culturale e raccogliendo intorno a sé intellettuali e artisti, fra i
quali Diego Rivera, il più importante rappresentante del movimento
muralista messicano e marito di Frida Kahlo (Cayocan, 1907).
Separatamente prima, e insieme poi, Frida e Diego frequentarono e
(forse) amarono l’affascinante fotografa italiana. Diego la
raffigurò nei suoi murales più vibranti di passione civile, ne
decantò in lunghi articoli l’occhio fotografico, capace di
cogliere l’anima di indios, campesinos, e in definitiva del Messico
più ancestrale e profondo. Frida, giovanissima, ne ammirò
profondamente il talento e la personalità e istintivamente la adorò,
nel modo totalizzante che era poi il suo unico modo d’amare e di
vivere. E certamente la sua inconfondibile cifra pittorica fra
tradizione e surrealismo (la Kahlo fu una musa anche per André
Breton) venne influenzata dall’estetica fotografica della
Modotti.
Fra i film in programma, oltre ai titoli “messicani”
di Buñuel e a quelli dedicati alla rivoluzione messicana di Elia
Kazan, Sergio Leone ed Ejšenštein, segnaliamo alcune opere molto
rare: Frida, naturaleza viva, film mai distribuito in Italia, il
documentario di recentissima produzione Tinissima. Il dogma e la
passione, e The Tiger’s Coat, documento cinematografico unico, in
quanto unico film sopravvissuto dei tre che Tina Modotti interpretò
nella sua breve parentesi hollywoodiana precedente il suo arrivo a
Città del Messico.
Fonte: uff.stampa Spazio Oberdan
Via Vittorio Veneto 2 Milano