Sul Vertice Asia - Europa a Milano.

Considerazioni apparentemente qualunquistiche su Merkel, Barroso, Li Kequiang, Putin, Pisapia e... Renzi, insomma sugli illustri ospiti di Milano, oggi centro del mondo per via dell' Asia - Europe Meeting (ASEM). 


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Più sento volteggiare gli elicotteri più me li sento sulle spalle, quei 53 capi di stato e di governo a Milano per il vertice dell ASEM. Più penso alle bici del Bike sharing adornate da tante bandierine per il loro arrivo più mi sento trattato come un bambinio deficiente. Più vedo a ogni incrocio i nostri Ghisa (molti devono averli tirati fuori da archivi e uffici: accidenti come sono vecchi i Vigili urbani di Milano, a giudicare dal numero di pelate e chiome bianche che vedo al Forlanini) più mi viene da pensare ai due per turno in bicicletta lungo le strade dell'Ortica (e a tutte le chiamate senza risposta, specialmente dopo le ore sette e trenta). Insomma, più vedo quei macchinoni dai vetri scuri correre lungo viale Corsica, più ascolto le sirene delle scorte e più mi sento preda di pensieri qualunquistici che non mi fa affatto piacere avere.

Ma ce li ho. Il fatto è che non riesco proprio a sentire orgoglio per tutti questi illustri ospiti (più di duemila, di 56 delegazioni come dicono i giornali), specialmente gli europei. Orgoglioso di Frau Merkel che ancora un po' e l'Europa la finisce di distruggere? E il Barroso? Bisogna essere orgogliosi di ricevere il Barroso col suo stuolo di burocrati strapagati tutti allineati a infliggerci la loro austerità? Forse solo Hollande lo sopporterei, lui che andando in motorino dall'amante è sembrato quasi umano, anche se - ci vuoi scommettere? - non verrà dal povero François una presa di posizione forte e vera contro i dogmi autodistruttivi della politica europea.

E poi tutti in ordine sparso a infilarsi negli incontri bilaterali pensando probabilmente ai propri problemi elettorali (se non a qualche lucrosa commissione). Che cosa è mai, per questi illustri ospiti europei, l'Europa? L'Europa che per noi era un sogno, una speranza, una grande area di sviluppo, pensiero, pace e sicurezza? C'è qualcuno tra di loro che abbia una visione, che sia consapevole di cosa sta succedendo e soprattutto abbia qualche idea per porvi rimedio, che non pensi solamente agli affari della sua bottega? C'è di che dubitarne se in pochi anni il “sogno europeo” è diventato un incubo e ci ha sprofondato in una crisi da cui nessuno di questi illustri ospiti sa come uscire. Forse non se ne preoccupano poi tanto perché loro, gli illustri ospiti, in questo mondo, in questa austerità degli altri, in fondo ci stanno molto bene.

Anche il giovine Renzi, temo, non è una grande novità. E non avendo molte altre possibilità cerca di recitare la parte del brillante visionario (non solo profitti ma speranze! così ha detto ahimé agli impreditori delocalizzatori ed evasori accorsi ad ascoltarlo). Intanto, per inciso, ho appena pagato la mia brava TASI e ho scoperto che più o meno è il doppio della scorsa IMU. A proposito, anche il nostro Sindaco è orgoglioso, il bravo e onesto cuore tenero Giuliano Pisapia: Milano è al centro del mondo per tre giorni, e queste sono le prove generali dell'Expo che sarà il centro del mondo per sei mesi. Benissimo. Basta però che al centro dell'Expo, che sarà al centro del mondo, non ci stiano le Vie d'Acqua (e i suoi indagati) caro Giuliano, altrimenti cosa dimostri di aver capito della tua città, centro o ombelico del mondo che sia, fu o sarà?

Però tra gli illustri ospiti abbiamo anche i Russi e i Cinesi e con Russi e Cinesi si fanno grandi affari. E con questo? Neppure il signor Li Kequiang mi fa un gran piacere immaginarlo in giro per Milano, proprio ora che si appresta a spianare a schiacciasassi gli studenti di Hong Kong, dopo ben 25 anni dai fatti della Tienanmen. Di Putin meglio non parlare, che già sappiamo tutto. Certo, almeno loro, i Cinesi, la società l'hanno cambiata, e vertiginosamente. Ora infatti sono loro che comandano e noi stiamo lì col cappello in mano ad aspettare che ci comprino qualcosa. Che so, un'acciaieria, una miniera, una spiaggia. Gliele diamo a saldo, con gli operai in omaggio, o gli ombrelloni. Vorrei dire un'eresia, tanto cosa vuoi che importi detta da me. Quando ancora si era a tempo, un bel dazio a chi ha basato il suo miracolo sul più bestiale sfruttamento del lavoro (e ha diffuso a macchia d'olio il metodo), io l'avrei messo. Per capirlo, in Cina bisogna esserci stati, e non con qualche delegazione ufficiale, piuttosto a lavorare. Ma i dogmi son dogmi e i burocrati sono stati creati apposta per difenderli, europei, russi, cinesi o chi mai volete voi.

E gli Indiani? Quelli manco il premier hanno mandato perché il bravo Narendra Modi, figlio di un umile venditore di té, sembra sia refrattario, mosca bianca, al gran mondo dei vertici intercontinentali. Ma soprattutto perché con Renzi proprio non ci vuol parlare, a causa dei Marò. Meglio così: vi ricordate che figura da sfigati quando ci hanno sequestrato addirittura un Ambasciatore?

E intanto cinesi, indiani, pure gli idonesiani (assieme ai brasiliani che stavolta ovviamente non ci sono) ci hanno buttato fuori, noi italiani, dalla top ten dei PIL mondiali. Bravi, avete vinto la partita (con i politici, i dirigenti e gli imprenditori che abbiamo non ci voleva molto) e adesso per i prossimi due o trecento anni balleremo noi la vostra musica. D'altronde per vent'anni, quando ancora c'era tempo per rimediare, combinare qualcosa, che so investire in tecnologia, riconvertire l'industria, privilegiare la scuola, far lavorare i migliori cervelli a disposizione, un vecchio signore (era vecchio dentro già da allora, come si è visto poi) molto ricco, molto furbo (per qualche malvagio comunista anche molto figlio di...) invece di pensare al futuro di questo paese sciagurato si faceva i fatti suoi spargendo in aria (on air) una quantità spropositata di narcotici.

Ah, basta! Un altro corteo di vetri neri, altre sirene e altro frullar di elicotteri sul vecchio ponte in viale Corsica. Me ne torno a casa, tanto ci sono loro, i nostri illustri ospiti, a risolvere i problemi.

Adalberto Belfiore


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