Andar per libri: Leggere il ‘900

Raffaele Santoro propone ai lettori di z3xmi un percorso nella letteratura italiana del secolo scorso per capire da dove veniamo e, soprattutto, dove stiamo andando.
Buona lettura.
(La Redazione)

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libi santoro
Quando ho presentato a z3xmi l'idea di un percorso nella letteratura italiana tra fine primo '900 e secondo '900, attraverso una serie di libri ed autori di rilievo, da recuperare e rivalutare, proponendo di presentarli e commentarli nella rubrica “Andar per libri”, non avevo, lì per lì, scelto quei libri e quegli autori in base ad un particolare collegamento tra di loro. Erano e sono libri ed autori per i quali ho una mia personale predilezione e che, al tempo stesso, hanno una rilevanza nel panorama della nostra letteratura tale che, questa loro rilevanza, ne può, già di per sé, ampiamente giustificare la scelta.

Sollecitato da z3xmi di stendere questa nota di presentazione, che desse una “spiegazione” di tali scelte e contestualizzasse il percorso, mi sono accorto però, più di quanto ne fossi io stesso consapevole, che tra questi autori e questi libri i nessi e i collegamenti erano tutt'altro che inesistenti. Anzi vi era e vi è tra di essi un'intima coerenza “letteraria” che li lega, in virtù di una serie di elementi comuni che li rende assai più affini di quanto a prima vista non sembri.
Ma vediamo prima di tutto di chi e di che cosa stiamo parlando.

Il ventaglio degli autori comprende sette scrittori del nostro novecento e cioè: Vittorini, Landolfi, Bianciardi, Buzzati, Samonà, Biamonti e Tabucchi, dei quali saranno presentati e commentati, con cadenza all'incirca mensile, i seguenti rispettivi libri: “Conversazione in Sicilia”,  “Le due zittelle”, “La vita agra”, “La boutique del mistero”, “Fratelli”, “Vento largo”, “Sostiene Pereira”.

Ebbene in questi autori e soprattutto in questi loro libri convive un modo di raccontare e un'idea del raccontare volti a creare una realtà che non tende a riprodurre e indagare situazioni concrete ma che nasce nella mente, nel sogno, nella fantasia. E, anche quando il racconto prende le mosse da una situazione concreta oppure la “utilizza”, tale situazione viene trasportata e trasferita in un contesto che la trascende diventando un mondo a sé, carico di immaginario e di immaginazione che si fa simbolo e allegoria di ciò di cui parla. In altre parole in questi autori e in questi loro libri non si indaga la realtà ma l'esistenza e se ne dà una sua possibilità e una sua lettura, dato che l'esistenza non è ciò che è avvenuto ma è il campo delle possibilità umane.
Uno sguardo diverso sulle cose quindi che ce ne offre una idea nuova e ne amplia i significati. Una letteratura pertanto che ha al suo centro un modo sostanzialmente antirealistico di raccontare che poi, a seconda della cifra propria di ciascun autore, è più spostata verso una dimensione onirica, oppure allegorica, o surreale, piuttosto che metafisica, o tale da mutarsi in favola.

Questo tenore è già pienamente ravvisabile in “Conversazione in Sicilia”, romanzo connotato da una dimensione evocativa e fantastica che trascende la realtà e la simbolizza fissandola in immagini e figure in cui si incarnano condizioni e significati perenni.
Assolutamente surreale e grottesca è tutta l'opera di Landolfi che, in particolare, ne “Le due zittelle”, dà luogo, così come lo definì Montale, ad uno dei “maggiori "incubi" psicologici e morali della moderna letteratura europea”. Ma anche Bianciardi, che pure con “La vita agra” si fa precursore e profeta, all'inizio dei '60, delle derive sociali e culturali che tutt'oggi viviamo, fa diventare il racconto della “sua” storia una favola, creando un mondo autosufficiente e concluso, dove tutto diventa metafora.
Autore per antonomasia di una letteratura fantastico - onirica, Buzzati, nei racconti contenuti ne “La boutique del mistero”, da lui espressamente raccolti per far conoscere il meglio di quanto aveva scritto, ci fa vivere le sue suggestioni metafisiche, i suoi richiami al surreale e al mistero che si cela dietro l'apparente normalità delle cose.
Una grande dimostrazione delle possibilità della letteratura di creare “mondi” è quella che dà Samonà nei suoi romanzi dove, come accade anche in “Fratelli”, due individui, isolati dal resto del mondo, si contrappongono l'un l'altro, in uno spazio rarefatto quasi irreale, privo di identità e nello stesso tempo capace di dilatarsi come in una pittura metafisica di De Chirico. Sono situazioni e dinamiche quelle a cui dà vita Samonà, distorte dalle percezioni stesse dei protagonisti, insidiose e, al tempo stesso sfuggenti. La ricerca dell'altro diventa il fulcro della narrazione tra individui che abbandonate le regole e le forme del linguaggio si costruiscono un loro personale alfabeto della comunicazione.
Un grande cantore di dimensioni eteree tra memoria e sogno è Biamonti che in “Vento largo” riesce con una prosa che si fa lirica e poetica a suscitare un senso di sospensione e di levità, immergendo la narrazione in una atmosfera fatta di silenzi e di enigmaticità. Ed è proprio questo senso di enigma della vita che Biamonti esplora e racconta e quel suo tipico stile con cui egli dice senza dire, rende ed esalta la profondità di quell'enigma.
E, infine Tabucchi nella cui opera la dimensione del sogno e del limitare sul confine tra reale e irreale è dominante e l'esistenza stessa e i suoi vissuti si allargano proprio grazie alla letteratura e al sogno, come in quel suo romanzo “Requiem” che lui stesso definì “un sogno", nel corso del quale il ”suo“personaggio si trova a incontrare vivi e morti sullo stesso piano. Ma al centro della sua ricerca narrativa c'è anche l'esplorazione dell'io come altro da sé, come accade a Pereira che di quella scoperta sarà protagonista in “Sostiene Pereira” e a cui Tabucchi  a questo proposito farà dire  “pare che dentro di noi ci sia una confederazione di anime e che ogni tanto c'è un io egemone che prende la guida della confederazione, il dottor Cardoso sostiene che sto cambiando il mio io egemone, così come le serpi cambiano pelle, e che questo io egemone cambierà la mia vita”.

In conclusione non resta, per chi vuole, che cominciare a leggere questi bellissimi libri, ognuno a suo modo prezioso e particolare e poi magari approfittare dell'uscita dei commenti per riprenderlo o viceversa se preferite.
Il primo appuntamento è quindi con “Conversazione in Sicilia” alla fine di questo mese.
Intanto buone letture a tutti.

Raffaele Santoro

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