Fecondazione eterologa in Lombardia. Ancora una volta paghiamo.

La Giunta Lombarda ha dato via libera formale alla fecondazione eterologa.
La prestazione sarà completamente a carico degli assistiti.

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L'eterologa "non s'ha da fare".
O meglio, la Regione Lombardia con una delibera regionale, ha limitato l'accesso alla fecondazione eterologa - cioè con gameti (ovuli o spermatozoi) di un donatore esterno alla coppia - solo in caso di infertilità o di sterilità assoluta o irreversibile di uno dei coniugi accertata. Il costo tutto a carico dei richiedenti.
Questo mentre altre regioni si stanno organizzando per rendere immediatamente operative, con delibere regionali, gli indirizzi condivisi e approvati dalla Conferenza delle Regioni a inizio settembre.

Storia lunga quella dell'eterologa, condizionata in Italia più da scelte politiche che da principi di equità e accessibilità alle cure, nonostante in quasi tutti i Paesi europei la procedura sia permessa da decenni con alcune differenze sulle linee guida da stato a stato.
In sintesi, in Italia, dopo estenuanti ricorsi, la fecondazione eterologa è diventata legale da aprile 2014 in seguito alla sentenza 162 della Corte Costituzionale, eliminando l'articolo che vietava l'applicazione di tecniche di fecondazione eterologa non avendo fondamento costituzionale e ritenuto discriminatorio per le coppie sterili sull'unica tecnica che desse loro una possibilità di gravidanza.


Ma tornando all'accordo sottoscritto all'unanimità dalle regioni, ben diversa per ogni regione è stata la scelta operativa di regolamentazione del costo della prestazione a carico dell'assistito. In alcune si è deliberato il pagamento di una tariffa agevolata o di un ticket -  come in Toscana - in altre la Pma eterologa è stata considerata un livello essenziale di assistenza (LEA) e garantita gratuitamente per le coppie con problemi accertati di fertilità, come in Emilia Romagna ed in Umbria o in Liguria in base al reddito.
Modalità di erogazioni diverse da regione a regione e generando, come alcuni sostengono, un effetto "far west" ma giustificato almeno da un tentativo di urgenza nella risposta e presa in carico delle coppie destinate, come ultima chance, a ricorrere all'eterologa prima che il Parlamento emani una legge nazionale.
Tutte tranne la Regione Lombardia. Pur avendo firmato l'accordo sulle linee guida della conferenza delle Regioni, si è tirata abilmente fuori stabilendo  che tutti i costi dell’intervento, quindi almeno 3mila euro, saranno a carico della coppia. Questo in attesa che il governo inserisca nei LEA ( livelli essenziali di assistenza) le procedure relative.
Lo stesso Maroni, con orgoglio da garibaldino, si è assunto tutta la responsabilità affermando di non volere spendere i soldi dei lombardi per una prestazione non considerata essenziale. E in aggiunta, preferendo utilizzare queste risorse per gli anziani, per abbassare i ticket, per dare un aiuto ai disabili.

Sotto i riflettori, una bella trovata demagogica e discriminatoria, frutto essenzialmente di scelte politiche finalizzate a dare continuità alla politica formigoniana centrata su una cultura cattolica a difesa della famiglia tradizionale ben evidenziata, del resto, nel programma socio sanitario regionale presentato pochi mesi fa dallo stesso Maroni.
Ma questa affermazione appare alquanto debole se fosse ricordato allo stesso Maroni come tutte le regioni nelle nuove programmazioni dei piani sanitari, hanno dovuto affrontare l'urgenza del fenomeno dell'invecchiamento della popolazione e della cronicità con relativa ripartizione dei fondi per gli anziani, senza peraltro negare in termini di discriminazione economica, un diritto per le coppie infertili riconosciuto da una sentenza della Corte Costituzionale.
E, a proposito dell'abbassamento dei ticket, sarebbe sufficiente rammentargli che grazie alla politica sanitaria "virtuosa" delle Regione, nel 2013 i lombardi sono quelli che hanno messo più mano al portafoglio (490 mld) rispetto alle altre, tra farmaci, diagnostica, specialistica e Pronto Soccorso,
 Osservazioni ma che possono dare l'idea dei reali fini della nostra Giunta nella scelta della delibera per l'eterologa.

Alzata di scudo da parte dei partiti della sinistra, di associazioni femminili e non, di alcuni sindacati e del Comune di Milano con una ferma denuncia del sindaco Giuliano Pisapia verso una decisione definita "oscurantista e ideologica".
Ultima speranza:la scelta di Maroni potrebbe rivelarsi a breve non perseguibile specialmente se il Ministero della Salute in attesa di una legge nazionale, metterà  l’eterologa tra le prestazioni da inserire obbligatoriamente  nei LEA da parte delle regioni.

Marzia Frateschi


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