A Margherita Hack, morta l'anno scorso

C'era una volta una maga delle nuvole che, a volte, faceva pesare la testa alla gente, affollandola di pensieri grigiastri. Eppure lei, pur avendo un mestiere molto difficile, era una persona semplice e andava a cercare sempre nuovi mondi, giorno dopo giorno.
«Cavolo!- si disse un bel momento, dandosi una gran botta in testa - non mi ricordo più dove si trova il mio mondo…».
Siccome era una maga, pur essendo una persona semplice, non si scoraggiò.
«Un mondo vale l'altro - pensò - e presto ne troverò un altro anche più bello di quello che ho dimenticato e perduto».

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Margherita Hack
Così si mise a passeggiare in punta di piedi tra le delicate nebulose M50 M52 che vedevo nel mio telescopio, e quando la vidi ed ebbi subito la sua storia e il problema che l'angustiava, le dissi che secondo me si sbagliava perché non esiste un altro mondo, soprattutto se il tuo mondo è il mondo che ami. Ma lei si incaponì, dicendomi che lì le pareva di vederne un'ombra.

Ma non esiste neppure l'ombra, le dissi, perché quest'ultima è in funzione della luce.
Come può esistere l'ombra, se la luce da cui promana è scomparsa, ignorata, dimenticata?

Niente da fare, la maga delle nuvole, che era sì piena di risorse, ma anche molto testarda, si allontanò sui suoi passi, temeva i rimproveri dei suoi amici: «Non riesci a conservarti neanche uno straccio di mondo... Tutti hanno il loro, qualcuno ne ha più di uno. Tu non riesci a ricordarne neppure uno. Non capisco perché ti frequento!».

In realtà neanche lei sapeva perché era loro amica. Ma si sa come vanno le cose nel mondo. Non tutto si spiega.
Salì sopra a un tetto poco distante dalla mia casa e da cui altre volte l'avevo vista contemplare l'infinito e rimproverarmi per la mia scarsa dimestichezza sulle coordinate dei pianeti. Lei diceva che ognuno di noi ha in sé un pezzo d'infinito. Solo che l'infinito è fatto di molti mondi e se ti manca il tuo, ti manca anche l'infinito, pensai.

La  maga delle nuvole mi lanciò un sorriso e sventolò il suo fazzoletto in segno di commiato… Il fazzoletto era  leggero come il vento e infatti se ne andò con il vento e lei gli corse dietro tentando di tirar fuori le sue ultime forze, ma la velocità della luce la sopraffece e la trascinò nelle sue galassie preferite.

Ora a noi non rimane che che accettare l'esteriorità della pioggia, la tenue luce delle sue nebulose, che un giorno tra i disparati oggetti del cielo ci restituirà anche la maga delle nuvole, che non abbiamo dimenticato. Un giorno quando ce ne tornerà la memoria.

Antonella Nathansohn


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