Al cinema al cinema: E.state al cinema

Al cinema d’estate? Perché no. Attenzione ai temporali (all’aperto) e all’aria condizionata al chiuso. Ne vale comunque sempre la pena.

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Racconti damore

Sostengono gli studi di settore che l’estate allontani il pubblico dai cinema. Forse quest’anno non è proprio vero. Le temperature e le continue piogge autunnali ben conciliano con la visione di un buon film, un po’ meno se la pellicola è programmata però in un’arena estiva. Certo è che l’occasione è unica per vedere le ultime proposte della stagione o per rivedere alcuni dei film più interessanti della stagione precedente. Certo, bisogna spingersi fuori zona e forse i piedi non bastano più. Ci sono però i mezzi pubblici e le biciclette. Astenersi, nei limiti del possibile, dai mezzi a motore che inquinano, ingombrano e sono, quasi sempre, difficilmente parcheggiabili.

Ecco dunque una veloce carrellata sui cinema della città alla ricerca delle ultime offerte, tenendo conto che i film, come il latte, scadono e quindi la programmazione è sempre in evoluzione.

In ordine alfabetico, si inizia dal benemerito Anteo che programma, tra l’altro, Quel che sapeva Maisie, amarognola commediola con finale edulcorato, rivisitazione molto liberale del romanzo di Henry James che, nella trasposizione teatrale, ebbe una meravigliosa interprete in Mariangela Melato. Da vedere anche l’ultima fatica di Clint Eastwood che, arrivato alla veneranda età di anni 84, gioca ancora con il cinema e con la musica proponendo Jersey Boys, rivisitazione un tantino nostalgica dell’America degli anni ‘60.

All’Arcobaleno, merita una riflessione Synecdoche, NewYork, contrastata apparizione postuma del grande Philip Seymour Hoffman, da vedere, se non altro, per la sua immensa presenza. Scendendo nell’elenco ecco all’Ariosto La sedia della felicità, ultima fatica di Carlo Mazzacurati, garbata commedia ricca di humour e autoironia. Peccato sia l’ultima.

Mentre il cinema Arlecchino è già in chiusura estiva al Ducale di piazza Napoli, un po’ fuori mano, una buona abbinata con Smetto quando voglio, divertente raccontino nazionalpopolare sulla disoccupazione dei giovani laureati, e Grand Budapest Hotel, pirotecnico saggio di grande cinema, colorato e ammiccante.

Per un film di completa evasione, potete scegliere una sala a caso del cinema Odeon, evitando, se possibile, Gigolò per caso, con un pallidissimo Woody Allen e un improbabile John Turturro. Stendiamo velo poi sulle multisale più periferiche, regni incontrastati di pop-corn e coca-cola.

Se invece intendete sfidare Giove pluvio con le sue destabilizzanti spruzzatine serali eccovi la multisala all’aperto di Arianteo. Al Conservatorio, durante il mese di luglio, una bella sequenza di film di qualità tra cui, in tema musicale, Quartet, opera prima di tale Dustin Hoffman;Nebraska, elegiaca vicenda di una America minore virata in bianco e nero; Philomena, film un tantino buonista sulle nefandezze della chiesa cattolica; Blue Jasmine, Oscar supermeritato per l’interpretazione a Cate Blanchett; il godibile Zoran, il mionipote scemo con il sempre più bravo Giuseppe Battiston e Il concerto, ancora in tema di musica classica non paludata, però.

Sullo schermo dell’Umanitaria, l’omaggio di Walter Veltroni a Enrico Berlinguer (Quando c’era Berlinguer), il sopravalutato Lei (chi si ricorda lo sceneggiato televisivo con Aldo Fabrizi La voce nel bicchiere?) e il capolavoro Ninotcha (1939) del maestro Ernst Lubitsch con Greta Garbo improbabile funzionaria sovietica, in edizione restaurata.

Infine, nello scenario nobile di Palazzo Reale, buona occasione per rivedere e riascoltare A proposito di Davis, tormentata storia di un emulo di Bob Dylan, molto più sfigato di lui e il fragile Le meraviglie di Alice Rohrwacher di cui è difficile dire pienamente bene.

Nelle scorribande estive, vi potrebbe anche capitare di imbattervi in Racconti d’amore di Elisabetta Sgarbi. Non è un film facile. Lento, maestoso come il delta del fiume Po dov’è in gran parte ambientato. Quattro storie legate al territorio, con un omaggio al Bassani di Il giardino dei Finzi Contini, alla Resistenza e a quella terra dove il confine tra terra e acqua si perde all’infinito. Come c’è da perdersi nelle nebbie e nelle trame della storia e delle storie. Non perdetelo, se potete.

Per tutti i gusti, dunque. Il cinema fa sempre bene. Anche d’estate. Dimenticavo: all’aperto, quando non piove, occhio alle zanzare. Buone visioni.



(Massimo Cecconi)



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