A teatro e al cinema…a piedi: Le week-end

Un amaramente godibile scontro di caratteri in una vecchia coppia inglese sull’orlo di una crisi esistenziale. Parigi val bene qualche incomprensione.

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le week end web
Lei, lui e Parigi. Lei e lui sono due attempati coniugi inglesi, insegnanti alquanto frustrati che tornano a Parigi per rinverdire un ormai antichissimo viaggio di nozze. Parigi è Parigi con i suoi alberghetti minimalisti e i suoi suntuosi hotel, le risalite al Sacré Coeur tanto caro ai nemici de La Comune e i suoi ristoranti eccellenti, dai conti esorbitanti.

Lei e lui si dilaniano in una sorta di gioco al massacro che sa di una resa dei conti dopo anni e anni di matrimonio e un figlio che dà nessuna soddisfazione, anzi preoccupa.
Lei e lui però ritrovano anche una certa complicità, nell’inseguirsi nella città, nelle librerie e nei musei, alla ricerca di se stessi e di quell’amore che, forse, un giorno li aveva uniti. Spassosa la scena tra i vialetti e le tombe del Père Lachaise. Tra le citazioni compaiono anche Gramsci e Brecht.

L’incontro con un vecchio amico vanitoso quanto infantile nel suo raggiunto e ostentato successo sembra aprire nuove prospettive di distacco: un patetico tentativo di fuga dalla realtà da parte di lei, la confessione di un totale fallimento da parte di lui e la prossima pensione. 
Lei e lui poi tornano insieme quasi per ineluttabile incapacità di prendere una decisione forte e definitiva. Il finale è un omaggio quasi filologico a “Bande à part” (1964) di Jean-Luc Godard (che nel 1967 diresse un film che si intitolata proprio “Week End").
Nel bistrò, i due coniugi bevono ballon di bianco e rosso anziché Coca-Cola, ma i passi di danza sono gli stessi di Anna Karina, Sami Frey e Claude Brasseur, come anche, sembra, la ritrovata (momentanea?) serenità.

Da una sceneggiatura di Hanif Kureishi, che le psicologia umane ben conosce, una storia plausibile di un amore trasformato in abitudine con dosi di rancore, di tenerezza, insofferenza reciproca e una manciata abbondante di rassegnazione.
Storia quasi minimalista nel suo intreccio immediato, dove si miscelano sofferenza e indifferenza, nostalgia e rimpianto. Dirige Roger Michell, regista in passato di commedie meno amare. Ottimi e raffinati attori, sempre all’altezza Parigi. Astenersi depressi e separati (da poco).



Le week-end
di Roger Michell
con Jim Broadbent, Lindasay Duncan, Jeff Goldblum
GB 2013
In programmazione all’Arcobaleno Film Center

Massimo Cecconi


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