La Via d'Acqua marcia

Subito dopo la decisione di EXPO di ridare il via ai lavori della Via d'Acqua, nonostante il fatto che a causa dei ritardi ormai incolmabili l'opera non potrà essere pronta in tempo e si dovrà ricorrere a soluzioni alternative, la magistratura ha incriminato per tangenti i responsabili dell'appalto e della Maltauro, capofila del Consorzio assegnatario del contratto.

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Avevamo appena concluso un nostro articolo su questo giornale a proposito di EXPO domandandoci come mai si voleva a tutti i costi realizzare un'opera inutile, dannosa per il territorio, con enorme spreco di soldi e contro ogni ragionevolezza visto che era ormai impossibile realizzarla in tempo utile per l'inizio della manifestazione e che si sarebbe dovuto provvedere diversamente a smaltire le acque inviate al sito.

La risposta è arrivata dalla magistratura. Forse c'era chi non voleva rinunciare alle cospicue tangenti già concordate. Era questa la ragione di tanta determinazione a procedere con il progetto, nonostante le critiche sollevate sin dalla sua prima presentazione? E nonostante la tenace opposizione portata avanti dai comitati sorti per fermare i cantieri? E sì che le critiche e le obiezioni mosse erano ben motivate e circostanziate, consentivano di evitare uno scempio del territorio e di non sprecare parecchi milioni di euro.

Non sappiamo quali saranno ora le prossime decisioni in merito, c'è solo da augurarsi che anche le ultime varianti al progetto vengano accantonate, senza ulteriori danni alle finanze pubbliche ed alla credibilità delle istituzioni coinvolte.

Questa vicenda è purtroppo emblematica e ci indigna poiché rivela quanto sia radicata, estesa e incurante di ogni critica ed opposizione la corruzione che regna nel nostro sistema politico. Stando alle notizie che apprendiamo quotidianamente è lecito pensare che quasi tutte le opere pubbliche che vengono progettate e realizzate in Italia servano innanzitutto a spartire tangenti, e che questo male (o bene a seconda dei punti di vista) sia quasi ineluttabile.

Procurare e percepire tangenti è un'attività illegale, ha generato e alimenta il clima di illegalità imperante e avvertito da tutti. La vicenda Via d'Acqua non fa altro che mettere in luce un sistema basato su comportamenti assolutamente illeciti, un agire incurante della legge da parte non solo dei politici, ma anche dei funzionari, dei consulenti, dei direttori lavori, delle aziende appaltatrici, un sistema che ingenera indebite connivenze in base alle quali vengono assegnati i posti di responsabilità nelle istituzioni, nelle società e negli enti operanti nel settore delle opere pubbliche.

Constatiamo anche che contro questo clima di illegalità poco o nulla è stato fatto da parte di coloro che occupano posizioni di rilievo politico e che solo con l'intervento della magistratura si pone in qualche caso un freno ai comportamenti illeciti. Non possiamo certo aspettarci che siano i giudici a trovare una soluzione al problema. Noi ci auguriamo che gli avvenimenti portati alla ribalta dalle ultime cronache giudiziarie riguardanti EXPO e la Lombardia servano ad avviare, al di là del clamore immediato, una presa d'atto della gravità della situazione e la consapevolezza che il problema della corruzione non può essere ulteriormente eluso da chi occupa le posizioni di potere nei partiti e nelle istituzioni.

Intanto dobbiamo riconoscere il merito alle associazioni e ai cittadini che si sono prodigati con coraggio e determinazione per contrastare la Via d'Acqua, riportando qui di seguito il comunicato diramato dal comitato NO Canal.

Paolo Burgio


Progetto Via d’acqua: uno scolo che puzza di Mafia

Indagini e arresti per l’appalto del canale Expo nei parchi.

Gli arresti del 7 maggio e le indagini sull’appalto Vie d’Acqua mostrano le ragioni della nostra lotta.

Mentre il 6 maggio EXPO e i suoi finanziatori Comune e Regione approvavano l’ennesima variante alla “Via d’Acqua Sud” la procura ordinava gli arresti di chi ne aveva gestito gli appalti.

Progetti imposti dall’alto senza la partecipazione dei cittadini che con grande impegno e sacrifici hanno tentano invano di sensibilizzare il Comune di Milano su temi inseriti nel programma elettorale della Giunta (Difesa dei beni comuni, tutela del verde, lotta agli sprechi, partecipazione).

Seppelliamo per sempre quel canale che volevano interrare al Trenno e al Pertini!

Chiediamo a Comune e Regione un atto di buon senso. A chi serve un’opera bollata dalla Magistratura come ‘Associazione per Delinquere’? Dicono per irrigare il sistema agricolo milanese sud-ovest. Ma il Naviglio Grande ed il Villoresi nascono dalla stessa fonte (Diga del Pan Perduto).

Hanno riempito giornali e TV di tutte le scuse possibili.

  1. Il canale va fatto prima dell’apertura di Expo

  2. Il canale va fatto per la questione sicurezza

  3. Il progetto non si può modificare

  4. Il canale era inserito nella candidatura.

    Ora siamo certi che lo scolo puzza di mafie e appalti truccati, corruzione e servilismo.

Il 25 febbraio 2014 il comunicato stampa di Sala (Commissario Unico per il Governo di Expo Spa), dichiarava: “il canale sarà una pura opera idraulica che non interessa i parchi della corona urbana Ovest di Milano”.  Pretendiamo che quella sia la soluzione al problema vie d’acqua!

I cittadini milanesi meritano rispetto, vogliono informazioni chiare, vogliono essere coinvolti nelle decisioni.

Pertanto, in qualità di cittadini e sulla base del nostro impegno civico, chiediamo:

- Comunicazione immediata ai Comitati cittadini e ai CdZ 6,7,8 del nuovo progetto così come da accesso agli atti l. 240/1991 da noi fatto protocollare a diversi consiglieri comunali

- Quanto costerà la manutenzione annuale di questa opera?

- Qual è l’ipotetica portata d’acqua ceduta al sistema agricolo milanese sud-ovest?

Resta il rebus finale: perché in un momento di difficoltà per le famiglie e le casse Comunali, si sprecano milioni di euro in un progetto inutile e che non sarà neppure pronto per Expo?

Chiediamo ad Expo, Regione Giunta e Consigli di Zona, di organizzare prima della presentazione del progetto definitivo, almeno un incontro pubblico per spiegare a tutti il perché di quest’opera.

Chiediamo a chi di competenza di tagliare l’erba in tutti i parchi e togliere le cesate.

PROSSIMI APPUNTAMENTI:

Sabato 10 maggio Inaugurazione ExpoGate - Largo Cairoli / Piazza Castello. Volantinaggio.

Domenica 11 maggio. Parco delle Cave. Picnic. Ore 12 appuntamento via Cancano lato supermercato. Ore 15 Assemblea pubblica, anfiteatro fontanella fronte Cava Cabassi

Sabato 17. Roma - Manifestazione nazionale per i beni comuni (i nostri parchi). Ore 14.00 Partenza da Piazza della Repubblica

COMITATO NO CANAL


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