Fausto e Iaio

"Il 17 febbraio, la Giunta comunale ha approvato nuove intitolazioni di luoghi della città alla memoria di persone che Milano vuole ricordare per sempre". I giardinetti di piazza Durante saranno intitolati a Fausto Tinelli e Lorenzo ‘Iaio’ Iannucci, diciottenni, vittime del terrorismo, uccisi nel '78 in via Mancinelli, a poca distanza dai giardini stessi.
Questa la loro storia.
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Iaio e Fausto

Più di un murale ricorda Fausto e Iaio. Milano lo fa spesso per le sue troppe vittime.
La vernice per provare a cicatrizzare le ferite.
Profonda, quella che si è aperta il 18 marzo 1978, diventata lacerante in anni di non giustizia.

Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, per tutti Iaio, avevano diciotto anni, erano due ragazzi come tanti e frequentavano il centro sociale Leoncavallo, che a quell'epoca si trovava davvero in via Leoncavallo, zona Casoretto.
Vivevano lì vicino e facevano la vita del quartiere.

Quella sera, all'ora di cena, camminavano insieme nella penombra lungo via Mancinelli, quando tre persone gli si fecero incontro. Parlarono un poco tra loro, poi otto colpi di rivoltella lasciarono Iaio senza vita sull'asfalto. Fausto, agonizzante, morì sull'ambulanza senza nemmeno riuscire ad arrivare in ospedale.

Radio Popolare ne dava notizia quasi in diretta, con voce concitata. Il tam tam si diffuse in fretta.

L’assassinio di Fausto e Jaio, si verificò in un particolare momento storico e politico italiano, a due giorni dal rapimento dell’Onorevole Aldo Moro. Un episodio all’apparenza  incomprensibile ma, in realtà, in linea con la strategia della tensione in atto in quegli anni.

Il 22 marzo, a piazza San Materno, ai funerali dei due ragazzi c'erano 100 mila persone. Studenti, lavoratori che avevano abbandonato le fabbriche, gente comune, mamme… La sofferenza era pari solo alla rabbia che avevano dentro.
Purtroppo quella rabbia dentro le aule del tribunale fu solo destinata a crescere.

I depistaggi iniziali provarono a suggerire il movente della loro morte in un regolamento di conti tra spacciatori, oppure in una faida tutta interna alla sinistra. Due versioni che non stavano in piedi e durarono poco.
A complicare lo scenario, il rapimento di Aldo Moro, avvenuto due giorni prima. Nel quartiere c'era una casa presa in affitto dalle BR, Fausto e Iaio, potevano avere scoperto qualcosa. Così su questo assassinio si allunga anche l’ombra dei servizi segreti. La mamma di Fausto Tinelli, ha spesso sostenuto che l'omicidio di suo figlio sia stato commissionato da apparati dello Stato.

I due ragazzi inoltre, da tempo, conducevano indagini sullo spaccio dell'eroina in città. A Lambrate, e nei quartieri attorno, era diventato un problema serio. Le morti per overdose erano all’ordine del giorno. Fausto e Iaio, assieme ad altri militanti, volevano capire da dove arrivasse l’eroina. Stavano lavoravano a un libro bianco sull'eroina con nomi e cognomi. La malavita della zona non gradiva. Tanto meno una certa destra, in affari con gli spacciatori e in cerca di vendetta contro i “rossi”.

Un altro mistero, legato alla morte dei due ragazzi, è la fine di un cronista de l'Unità Mauro Brutto, che indagava sul caso: morì travolto da un auto. Durante i momenti concitati dei soccorsi sparì il suo borsello, che conteneva tutti i documenti e le testimonianze raccolte. Lo ritrovarono qualche ora dopo, vicino al luogo dell'incidente. Era vuoto.
Le indagini andarono avanti a singhiozzo, tra mille contraddizioni. Affiancate dal lavoro di controinformazione degli amici dei due ragazzi e di alcuni giornalisti indipendenti. I tentativi di depistaggio continuarono: la morte di Fausto e Iaio fu rivendicata da varie sigle della galassia neofascista. La più credibile fu quella dei Nar: colonna romana, la brigata Franco Anselmi.
Testimoni e pentiti indicarono la presenza sul luogo del delitto di tre personaggi di spicco legati alla destra eversiva e alla temibile Banda della Magliana.

Nel 2000 arriva l'archiviazione definitiva: contro la destra eversiva sussistono “significativi elementi indiziari”, ma nemmeno una condanna.

La richiesta di  verità e giustizia, l’impegno costante dell’”Associazione delle mamme antifasciste”, costituitasi subito dopo la morte dei due ragazzi e sempre in prima fila nelle battaglie per la giustizia, ha impedito che si chiudesse questa pagina drammatica di storia italiana.

Nel 2001 Fausto e Iaio sono stati dichiarati vittime del terrorismo.



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Re: Fausto e Jaio
22/02/2012 Paolo Morandi
Ai tempi ero molto amico di Iaio.
Era un ragazzo di straordinaria allegria. Di lui ho molti ricordi: la cassaintegrazione di suo padre alla Innocenti, le azioni comuni contro lo spaccio nella zona, le manifestazioni in cui eravamo compagni di cordone, le bisbocce al Leoncavallo e al parco Lambro, la volta che l'ho tirato su di forza su un tram in corsa scappando dai fascisti in viale XXII Marzo, etc.
Ero al suo funerale, tornato apposta da Bologna dove mi ero trasferito.
Ogni volta che ci penso, mi commuovo ancora.


 
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