Non sarà pubblica l'acqua di EXPO
Durante Expo 2015, proclamato il più importante evento a livello mondiale sul tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, i visitatori al Padiglione Italia troveranno Nestlé come sponsor del tema acqua.
(PAOLO BURGIO)06/05/2014Apprendiamo che è stata aggiudicata alla multinazionale svizzera Nestlé la gestione della Piazzetta Tematica Acqua del Padiglione Italia di Expo per tutta la durata della manifestazione dal 1 maggio al 31 ottobre 2015. Il gruppo Nestlé possiede in Italia molti dei principali marchi di acque minerali, San Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Vera, S. Bernardo, Recoaro, e in virtù della concessione ottenuta potrà occupare uno spazio all'esterno ed all'interno del Padiglione e vendere in esclusiva acqua minerale, e ovviamente anche tutte le altre bevande di propria produzione. L'acqua per dissetare gli oltre 20 milioni di visitatori attesi non sarà quindi “l'acqua del sindaco”, l'acqua pubblica che l'amministrazione comunale di Milano ha promosso realizzando le Case dell'Acqua per fornire gratuitamente ai cittadini acqua frizzante e naturale. Sarà quella “privata” della Nestlé, che assume il ruolo di partner strategico del Padiglione Italia sul prodotto tematico acqua, come recita il bando di gara. La concessione permetterà di incassare 950.000 euro una tantum. Non vogliamo in questa sede entrare nel merito della valutazione sulla convenienza economica della scelta fatta (anche se la stima di 20 milioni di visitatori, pur drasticamente ridotta nel numero e grado di assetati nel periodo maggio-ottobre farebbe pensare che il business acqua avverrà a tutto vantaggio del concessionario e non del concedente).
Invece sembra opportuno rilevare come l'impostazione “mercantile” a cui è improntata questa concessione nell'ambito del tema acqua sia in stridente contrasto con le premesse dichiarate nei documenti EXPO, dove si individuano i valori ideali della coesione sociale e della sostenibilità come fattori essenziali (insieme all'innovazione) per affrontare le sfide che ci attendono nell'immediato futuro. Stridente contrasto anche rispetto alle pretese finalità educative e di divulgazione scientifica che l'esposizione dovrebbe avere secondo gli organizzatori.
Se l'evento EXPO viene concepito come opportunità di business immediato, e la partecipazione di Assolombarda avvalora questa impostazione, non ci sembra che potrà offrire reali prospettive di innovazione e sviluppo sostenibili per la popolazione mondiale, che indubbiamente richiedono visioni di ampio respiro sociale e sensibilità ambientale. Questo è vero proprio per il bene acqua, che va sottratto a qualsiasi tentativo di privatizzazione, se crediamo nei principi della democrazia e della sostenibilità sociale. L'aver scelto scelto per la Piazzetta Tematica sull'Acqua come sponsor una multinazionale ben nota per essere tra i primi attori a livello mondiale nel business dalla privatizzazione dell'acqua è a dir poco inconcepibile.
Il tema acqua sembra peraltro ostico per EXPO. Il progetto della via d'Acqua, di cui abbiamo già dato notizia, fortemente contestato da numerose associazioni di cittadini e risultato a ben vedere inutile, costoso e dannoso per i parchi ed il territorio attraversati, è rimasto bloccato sino ad oggi e quando e se verrà attuato non potrà certo essere completato entro l'inaugurazione di EXPO. Si dovrà ricorre a soluzioni tampone. Ma allora ci domandiamo perché volerlo realizzare a tutti i costi?
Paolo Burgio.