Una poesia inedita di Alda Merini
A conclusione delle kermesse del 1 maggio a Roma organizzata da CGIL, CISL e UIL è stata letta una poesia inedita di Alda Merini.
Gli inediti di Alda Merini sono probabilmente migliaia perché la signora Alda era generosa e “regalava” poesie a tutti. Le scriveva ovunque, sui tovaglioli di carta dei bar e delle trattorie, sui risvolti dei libri, su qualsiasi pezzo di carta che fosse idoneo, ma anche no.
La sua grafia era molto spesso, però, illeggibile così molti inediti resteranno per sempre tali.
Bene lo sanno e lo sapevano le persone che le sono state più vicine come Marina Bignotti, Alberto Casiraghi, il suo amico fotografo Giuliano Grittini, il suo editore preferito Vanni Scheiwiller.
Scheiwiller diceva che Alda Merini fosse invasata dalla poesia e così era.
Ho conosciuto la signora Alda a metà degli anni ’80 del secolo che fu, quando era praticamente ancora sconosciuta. Il documentario Alda Merini. La diversità della poesia di Gianni Canova, di cui ho curato la produzione per conto della Provincia di Milano, è del 1993.
Sovente veniva a sorpresa nel mio ufficio per fare due chiacchiere. Fumava, una dietro l’altra, sigarette Stop senza filtro sui cui mozziconi lasciava tracce indelebili di un rossetto rosso carico. Quello stesso rossetto che usava per annotare parole o numeri di telefono sui muri di casa o dove le capitasse. Le piaceva telefonare e spesso, tra gli altri beneficiari, venivo intrattenuto a lungo al telefono. Accadeva anche che, con una certa frequenza, le “tagliassero i fili” del telefono, ma c’era sempre un’anima buona che provvedeva a pagare la bolletta.
La poesia inedita che pubblichiamo mi è stata dettata al telefono il 26 marzo del 2001, aveva compiuto 70 anni da pochi giorni.
La fotografia è, naturalmente, di Giuliano Grittini.
(Massimo Cecconi)
Le maschere
Maschere che ho buttato in un canto
ora per ora
per salvare il mio cuore
maschere che hanno lacrime dipinte
e un fiore sempre verde nel labbro
maschere che hanno fumato i miei limiti
che hanno tenuto in bocca le mie
sigarette
o maschera gigante
che hai coperto il mio volto
per dieci lunghissimi anni
e che non hai mai riso
nessuno mi identificherà mai
in questo grande teatro che è la vita
perché anche se vengo a vederti
e piango nel mio cuore
ti porto una maschera di solarità
Alda Merini