I buoni scuola della Regione bocciati dal TAR
Finalmente riconosciuta da una
sentenza del TAR la discriminazione degli studenti delle scuole
pubbliche attuata da anni dalla Regione Lombardia con l'introduzione
dei buoni scuola, riservati ai soli alunni delle scuole private. Una
battaglia vinta dopo la campagna lanciata dall'associazione
NonUnodiMeno e dalle associazioni di genitori che hanno ricorso
contro questa legge regionale.
(PAOLO BURGIO)09/04/2014
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Abbiamo ripetutamente dato
notizia delle numerose iniziative che sono state messe in atto per
reclamare l'abolizione dei buoni scuola e per il riconoscimento di pari diritti agli
studenti delle scuole pubbliche e delle scuole private. Una situazione, quella creata da Formigoni con
la legge che istituiva i buoni scuola, di palese discriminazione.
Nel decennio scorso sono stati elargiti alle scuole paritarie finanziamenti ingenti, circa 600 milioni di euro. Nel dicembre 2013 era stata presentata in Regione una petizione popolare,
corredata da 15.000 firme, raccolte tra genitori e studenti, per chiedere la revisione della legge e l'abolizione dei buoni scuola. Ma
Maroni, in continuità con la linea di Formigoni, ha ritenuto di non accogliere la petizione, che sollecitava un
dibattito ed un confronto democratico sulla questione in Consiglio
Regionale, archiviando la richiesta dei cittadini, non ritenuta degna
di essere presa in considerazione
Ora il TAR ha stabilito con una sentenza da poco emessa che la legge regionale attua una ingiusta discriminazione poiché non permette agli studenti iscritti alle scuole pubbliche di ottenere i sussidi che vengono riconosciuti agli iscritti alle private.
Ora il TAR ha stabilito con una sentenza da poco emessa che la legge regionale attua una ingiusta discriminazione poiché non permette agli studenti iscritti alle scuole pubbliche di ottenere i sussidi che vengono riconosciuti agli iscritti alle private.
Non si tratta di
piccoli importi, ma complessivamente nel corrente anno di contributi
pari a 30 milioni di euro (e negli anni precedenti gli importi erano
notevolmente superiori) destinati alle scuole private, a
fronte di soli 5 milioni di euro riservati all'istruzione pubblica.
La Regione Lombardia ha anche cancellato per il 2014 i fondi per il
sostegno allo studio degli studenti meritevoli in condizioni
economiche disagiate.
La logica che l'attuale giunta continua a
sostenere è quella di Formigoni, di sottrazione dei fondi pubblici a favore del privato, pur nella grave situazione di crisi
economica che stiamo vivendo e che incide con pesanti conseguenze sulle famiglie
in difficoltà. Questa situazione intollerabile
ha fatto nascere il movimento di protesta per reclamare parità di
diritti tra chi frequenta le scuole pubbliche e chi frequenta le
scuole private.
L'azione dei genitori che hanno
presentato ricorso al TAR, con l'assistenza dell'avvocato Vittorio
Angiolini e altri colleghi, ha permesso così di veder riconosciuti
questi diritti, che l'amministrazione regionale ha sinora ignorato.
Ci auguriamo che l'amministrazione regionale in carica prenda atto di
questa sentenza e riveda di conseguenza la legge che ha istituito i
buoni scuola.