Il malgoverno lombardo e i cittadini

Un caso di mal governo quello che ha provocato l'arresto dei vertici operativi di Infrastrutture Lombarde, responsabili della realizzazione delle principali opere pubbliche lombarde o la punta dell'iceberg di un sistema di potere da cui sembra impossibile liberarsi?

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Ci preoccupiamo col nostro giornale di informare, riportare avvenimenti che riguardano la vita sociale intorno a noi, pubblicare notizie ed eventi della zona, allargando anche lo sguardo su quello che succede al di fuori e che può aver rilevanza rispetto alla partecipazione dei cittadini alla politica, convinti che il livello della partecipazione sia in diretta relazione con il livello di civiltà di una comunità. Dopo gli ultimi provvedimenti presi dall'autorità giudiziaria con l'arresto del direttore generale di Infrastrutture Lombarde spa, del responsabile dell'ufficio gare ed appalti, di altri dirigenti e consulenti legali della società, ci domandiamo se val la pena di prendere in considerazione simili notizie. La stampa quotidianamente riporta episodi di corruzione, di malaffare e comportamenti illeciti da parte di amministratori, di funzionari pubblici e soggetti privati che continuano a lavorare nell'illegalità sino a quando non interviene un pubblico ministero e un giudice istruttore ad interrompere l'attività. Siamo così abituati al malcostume imperante, che i truffaldini rimborsi spese dei vari consiglieri regionali e provinciali suscitano commenti ilari, oltre che indignazione, ma forse non più di tanto.

Mi ha colpito a questo proposito la dichiarazione di Formigoni: “ Infrastrutture Lombarde è stata una delle grandi e positive intuizioni delle giunte da me presiedute”. Detto nel momento in cui si arrestano i vertici della società, da queste giunte nominati, e li si accusa di associazione a delinquere insieme ai loro consulenti, denunciando un vasto giro di connivenze per mantenere sotto controllo le gare e gli appalti delle principali opere attualmente in fase di realizzazione in Lombardia, sembra che la felice intuizione avvalori proprio la reale intenzione con cui in questi anni è stata condotta la politica regionale, quella di sottrarre le scelte degli interventi al confronto con le forze sociali, le forze politiche, in ultima analisi i cittadini.

In effetti nonostante le grandi intuizioni dobbiamo constatare che non c'é settore di competenza della regione, sanità, istruzione, edilizia popolare (ALER), Expo e opere collegate esente da disastri e disfunzioni. Nella sanità sono note le vicende del San Raffaele e della Fondazione Maugeri, le discutibili nomine dei responsabili degli enti ospedalieri, la vicenda del progetto della Città della Salute, previsto prima a Vialba e poi, dopo aver creato un Consorzio apposito e speso qualche milione di euro in progetti e studi, cancellato poiché il sito non era adatto, progetto spostato a Sesto S. Giovanni in base ad altre valutazioni di convenienza ambientale, territoriale, sanitaria ed economica tutte da dimostrare (la società che ha predisposto lo studio di fattibilità per la localizzazione della Città della Salute a Sesto è Infrastrutture Lombarde). Nell'istruzione una politica a senso unico, che ha erogato la maggior parte delle sovvenzioni regionali per favorire l'accesso alle scuole private e negato il sostegno agli studenti meritevoli e a quelli bisognosi iscritti alle scuole pubbliche. Nella fallimentare gestione dell'ALER, gestione che ha lasciato andare in rovina il patrimonio edilizio pubblico ed ha fatto mancare la casa a migliaia di famiglie bisognose, dilapidando le proprie risorse in modo totalmente irresponsabile.

Formigoni rivendica la felice intuizione di aver creato Infrastrutture Lombarde spa nell'ottica del “fare”, per realizzare bene e in fretta le opere, anzi come si legge sul sito della società con “la passione del fare” per appaltare, gestire i contratti e dirigere i lavori pubblici più importanti in Lombardia, interventi che altrimenti sarebbero di diretta competenza dell'ente Regione. Peccato che le opere stradali connesse ad Expo, in cui Infrastrutture Lombarde è coinvolta, come TEM, la Tangenziale Est Milanese, la Brebemi e la Pedemontana, siano in grave ritardo e non saranno con tutta probabilità pronte secondo i programmi, che lo stesso sito di EXPO sia in enormi difficoltà, avendo accumulato una tal serie di ritardi per cui l'arresto del direttore dei lavori, incarico svolto da Infrastrutture Lombarde nella persona di un dirigente della società, renderà ancora più arduo il mantenimento delle scadenze. L'esigenza del “fare” non ha prodotto dunque buoni risultati, ma, da quanto emerge dalle indagini in corso, è certamente servita a operare evitando un confronto aperto sui criteri seguiti e alle valutazioni delle scelte fatte. La gestione di Infrastrutture Lombarde si è avvalsa di una rete di rapporti e collusioni tra personaggi appartenenti in gran parte alla Compagnia delle Opere e a Comunione e Liberazione, esautorando il Consiglio Regionale dalla funzione di controllo dell'operato dell'esecutivo e negando i principi di trasparenza e di informazione dovuti ai cittadini.

Assistiamo allo scadimento a livelli sempre più bassi delle prassi e dei comportamenti sul piano etico sia nell'ambito della classe politica, che nell'ambito dei funzionari pubblici. Il richiamo all'etica può addirittura sembrare anacronistico, tanto siamo assuefatti alla amoralità di chi assurge a ricoprire cariche istituzionali e non si preoccupa minimamente di incorrere nei rigori della legge. La questione morale, che ritengo la prima causa del decadimento della società italiana, non è un argomento di assoluta priorità sul piano politico e, a differenza di quanto avviene nei paesi occidentali, non pone argini al dilagare del malgoverno. La questione morale non è avvertita da parte di chi fa politica come prima esigenza da tener presente, almeno di fronte al giudizio dei cittadini, investe tutto e tutti. Di fronte alle evidenze più lampanti, nessuno si sente più in dovere di ammettere la proprie responsabilità, dimostrando di non possedere nemmeno un residuo di dignità personale. Che fare? Come cittadini dobbiamo reclamare innanzitutto la trasparenza. La richiesta di trasparenza non può restare in alcun modo disattesa e se i progetti, le scelte e le decisioni rispondono ai principi di correttezza e liceità a cui un'amministrazione pubblica deve attenersi, non si vede per quale motivo debba essere negata o scoraggiata. Solo dando spazio alla trasparenza ed all'informazione preventiva forse si potrà evitare che sia sempre e solo la magistratura a porre fine al malgoverno, quando ormai il danno è fatto ed è irreparabile.


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